Chiacchiere e caffè con Annamaria Tortora
“Sto arrivando, ho avuto problemi con il motorino”. Dopo un po’ mi arriva alle spalle… uno squillante “Ciao, come stai?!”, ci dirigiamo verso il primo bar, lei salta il muretto, io… con il mio solito scatto da bradipo la guardo e le dico: “ma devo saltà pur io?” mi guarda, mi sorride, “vuoi una mano?”, tiro fuori l’orgoglio “trentenne”, faccio un salto e prego Dio di non finire a terra, in mezzo al traffico, sotto gli occhi dei romani incazzati già alle 10 del mattino, di sbucciarmi le ginocchia e farmi notare per la mia perfetta predisposizione ad interpretare ruoli analoghi alla donna più affascinante ed imbranata della storia del cinema: Bridget Jones.
Purtroppo però Francesca non scrive commedie all’americana, anche se la sua regia ha un fortissimo respiro internazionale, e così ho perso la mia più grande occasione di essere scelta da “LA REGISTA” per un cinepanettone all’italiana.
Finalmente ci sediamo.
Toglie gli occhiali e comincia a parlare. Il suo accento sa di casa: quella Puglia che è ancora nei nostri occhi. il suo mare, le sue tradizioni, le sue notti d’estate, il suo calore che è ancora sulla nostra pelle e da lì le chiedo: “Francè, ma come si diventa regista?”, mi guarda, scoppia a ridere e mi risponde con un divertito “ah, beh non lo so”. Però è stata bravissima a raccontarmi quel capolavoro che nel 2012 ha messo in luce il suo grandissimo talento da regista: L’amore è imperfetto.
Francesca Muci, classe ’73, pugliese doc, moglie virtuosa e mamma di una giovane promessa dell’equitazione, ci racconta davanti ad un caffè i successi della sua carriera da regista. Da sempre impegnata sul set di documentari, Francesca è un talentuoso spirito libero, dal cuore sempre aperto ad accogliere le più belle storie d’amore e di vita del nostro Paese e dei posti più suggestivi del mondo.
Dopo aver ricevuto prestigiosi premi come “Il capitello d’Argento”, si siede e scrive quel libro che parla di quell’amore imperfetto che intreccia le vite di Ettore e Adriana, uniti da una passione convergente verso Elena che, da lì a poco, si troverà coinvolta in due passionali e parallele storie d’amore che tracceranno un percorso significativo, cosa che l’aiuterà a capire qual è la forma d’amore che ricerca per se stessa. Un libro dal respiro forte e privo di censure, che viene riproposto al pubblico in una sceneggiatura scritta a quattro mani con Gianni Romoli e che in sottofondo ha sentito suonare l’anima dal celeberrimo compositore Manuel De Sica, scomparso nel 2014 per un arresto cardiaco.
125 sale in sold out e un eco prolungato negli anni che vede la pellicola sempre attuale e ancora oggi proiettata nelle sale della Puglia del sud, che ha dato i natali al primo film che in Italia ha “dialogato” sulla libertà sessuale, anticipando le dinamiche sul tema che avrebbe riproposto, l’anno seguente, il regista Abdellatif Kechiche ne “La vita di Adele”.
Ne parla orgogliosa Francesca, che finisce il suo caffè con uno sguardo nostalgico rivolto al passato ma con l’energia di chi ha già le mani in pasta in un inedito progetto tra le più belle dune e tramonti della terra “nera”. Si sbilancia appena, e mi promette che al più presto ci racconterà il suo prossimo grande successo.
Stay Tuned and January coming soon…!
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