“The Joshua Tree Tour” degli U2 sabato sera ha fatto finalmente tappa a Roma (leggi nostro precedente articolo), elettrizzando il pubblico nutritissimo dell’Olimpico.
Costruito attorno alla celebrazione del trentennale dell’omonimo lavoro della band irlandese, unanimemente considerato “l’album della svolta” che ne sancì lo status di gruppo rock di caratura mondiale, il concerto si è snodato in tre parti distinte ma sapientemente amalgamate: l’introduzione, la riproposizione integrale di “Joshua tree“, e la conclusione, con brani scelti del periodo successivo.
Andiamo con ordine, dunque.
Lo spettacolo si apre con i quattro musicisti sulla pedana che giunge in mezzo al prato, illuminati da una manciata di fari chiari, col palco ancora spento alle spalle. Sunday bloody sunday, New years’day, Bad, Pride: è il momento di quattro perle rock che rappresentano al meglio la genesi del gruppo – gli anni dell’impegno nella lenta ma inarrestabile ascesa all’olimpo dei grandi del rock – inframezzate dalle parole con cui Bono sottolinea l’assoluta bellezza della notte romana.
Si accende il palco, il maxi schermo prende vita e rimanda le immagini dell’album cui è dedicato l’evento, che viene eseguito per intero: da I still haven’t found what I’m looking for e With or without you, passando per Bullet the blue sky e Where the streets have no name, fino a Running to stand still e Red hill mining town, su cui lo schermo si spegne, immergendo il pubblico in un’atmosfera vibrante, teatrale.
Come ricorda Bono, qui terminava la facciata A dell’originario Lp ed è qui che riprende la seconda parte, con brani quali In God’s country o One tree hill, che fanno la gioia dei fan di vecchia data, essendo stati estromessi da tempo dalle scalette dei concerti della band. Exit e Mother of disappeared chiudono la parte concessa al capolavoro anni ’80.
Non mancano momenti emotivamente toccanti e per certi versi sorprendenti, connessi all’attualità più drammatica: “Grazie Italia”, tiene a dire Bono durante l’esecuzione di Miss Sarajevo, “perché mantieni le tue promesse, grazie alla guardia costiera ed ai marinai che salvano migliaia di vite. Siete i migliori. In Europa siete i migliori!”.
Mentre suona Ultraviolet, fra le immagini di donne famose per il loro impegno in battaglie importanti che scorrono sugli schermi, da Anna Frank a Simone de Beauvoir, passando per Grace Jones e Patti Smith.
Compaiono anche le italiane Emma Bonino, Rita Levi Montalcini e l’ex sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini.
“Sono sincera, non mi aspettavo questo omaggio degli U2”, ha fatto sapere quest’ultima: “Sabato sera ho iniziato a ricevere una serie di messaggi di persone che mi dicevano quanto accaduto al concerto degli U2. All’inizio, lo confesso, pensavo a uno scherzo. Poi, quando i messaggi e le telefonate sono diventate sempre di più, ho capito che era tutto vero. Sono stata molto sorpresa ed emozionata“.
“Mi chiedo cosa io abbia fatto di così straordinario”, continua la sindaca sconfitta lo scorso giugno alle amministrative di Lampedusa: “Ho fatto cose che fanno parte della normalità. Parliamo di un fenomeno [il riferimento è alle ondate migratorie, ndr] che appartiene alla storia. Dovremmo essere attrezzati a guardare con fiducia“. Il mese scorso Giusi Nicolini ha ricevuto il Premio Unesco per la pace a Parigi; già in inverno era stata invitata alla Casa Bianca dall’ex premier Matteo Renzi. “Io ho perso sui temi della legalità, della lotta alla corruzione, della regolamentazione, mi rendo conto che ho fatto un lavoro impopolare“, conclude amaramente la donna: “E ti fa pagare dei prezzi“.
Il concerto si avvia alla conclusione con pezzi amatissimi della produzione più recente della band, come la splendida One, fino a chiudersi con una chicca, The little things that you leave away, brano inedito che sarà contenuto nel nuovo disco. “Ci siamo quasi” si era lasciato scappare The Edge raggiunto dai giornalisti prima dell’inizio del concerto, “e siamo molto contenti“. Le indiscrezioni descrivono un album consapevolmente lucido, impegnato e duro.
Una lectio magistralis sul rock come dignità e potenza, sull’essenzialità della musica come sobrio messaggio di senso (e questo soprattutto a paragone degli allestimenti colossali degli ultimi tour della band), quella offerta dagli U2 al pubblico italiano che, per dirla con Adam Clayton, “è sempre stato speciale”.
Scaletta della serata:
Sunday Bloody Sunday
New Year’s Day
Bad
Pride (In the Name of Love)
Where the Streets Have No Name
I Still Haven’t Found What I’m Looking For
With or Without You
Bullet the Blue Sky
Running to Stand Still
Red Hill Mining Town
In God’s Country
Trip Through Your Wires
One Tree Hill
Exit
Mothers of the Disappeared
Miss Sarajevo
Beautiful Day
Elevation
Vertigo
Ultraviolet (Light My Way)
One
The little things that you leave away
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