di Luigi Calivà
Salvador Sobral e il brano “Amor Pelos Dois” l’artista e la canzone che ieri sera hanno vinto quello che si chiamava Eurofestival, oggi Eurovision Song Contest, è sicuramente una bella canzone, condita da una interpretazione emozionante, da una storia artistica interessante, e da un poco di mistero sulle condizioni di salute dell’artista vincitore.
Premetto che la canzone scritta dalla sorella, Luisa Sobral autrice ed artista anche lei, è un esempio di Fado del nuovo millennio è sembrata subito a tutti una bellissima canzone. Ma non capisco perché non l’abbia cantata lei, o al massimo in duetto, così come è accaduto nel finale dello show di ieri sera.

A molti può sembrare strano che, per una volta, in una manifestazione musicale del tipo Festival/Contest con votazione di giuria di “esperti” + televoto, abbia vinto una vera canzone rispetto ad altre che più che canzoni sono performance condite da balletti, esibizioni cip, costumi bizzarri, mossette con tormentone annesso e trovatine da circo equestre.
Credo che il pubblico televisivo, ed il pubblico interessato alla musica in genere, cominci ad essere stanco di gridare al miracolo durante i vari Talent show dove gli artisti concorrenti sono assistiti da schiere di vocal coach, coreografi scenografie, luci e costumisti, salvo poi quando lasciati soli al loro destino artistico faticano addirittura a trovare una canzone discreta da cantare, figuriamoci ad interpretarla in modo decente.

Questa vittoria annunciata (ricordiamoci che Salvador Sobral era dato per favorito), è stata contrastata per il nostro paese da Francesco Gabbani, per carità bravissimo artista, ma che come ho già avuto modo di dire durante il Festival di Sanremo (mi auto cito) “un artista che sa quello che vuole e sa che artista vuole essere. A Roma si chiamerebbe un simpatico paraculo”.
Per carità nulla a che vedere con il resto dei concorrenti degli altri paesi, che svariavano tra imitazioni, folk/ pop, cover mascherate male e plagi conclamati con scimmiottamento annesso di star internazionali. Un panorama desolante che ha lasciato un’autostrada libera all’artista portoghese.
La qualità e la musica vera non possono essere battute da operazioni furbe o semplicemente divertenti, ma possono essere contrastate solo da altra qualità musicale e interpretativa.
Proviamo a fare un gioco, il cui risultato non conosceremo mai.

Cosa sarebbe successo se a vincere il Festival di Sanremo fosse stato Ermal Meta?
Magari avrebbe vinto sempre Salvador Sobral, ma almeno la battaglia non sarebbe stata impari come si è visto subito dalle prime votazioni.
La musica sta cambiando? Chi vivrà vedrà.
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