L’Officina della Musica e delle Parole non è una carrozzeria per canzoni ammaccate. È molto di più. Musica e parole, per chi fa canzoni, non sono poi così difficili da mettere insieme. Ma farlo bene è un’altra cosa. La differenza sta tutta nell’Arte e richiede pratica, tempo e passione, come diceva Erich Fromm. L’Arte mica si improvvisa, richiede Tempo e Dedizione, come ho scritto già. L’Officina è un laboratorio dove si incontrano giovani Talenti e professionisti con l’Esperienza. Ne abbiamo parlato anche qui. Nata da una idea visionaria di Alberto Salerno, Autore più che navigato e titolato, si rivolge a tutti quei giovani che scrivono o interpretano Musica e che vorrebbero trasformare una passione in una attività. Giovani che hanno talento oltre che entusiasmo. Che hanno voglia di fare, crescere, capire. Giovani che hanno voglia di imparare, affinare le proprie capacità e con il senso di ciò che fanno. Giovani per i quali l’Esperienza di chi naviga da diversi anni può essere un’opportunità unica di crescita. L’esperienza in sè è il patrimonio che difficilmente trova spazio adeguato in libri o dispense, per il limite intrinseco unidirezionale del libro, dall’autore al lettore. Difficile poter dialogare con un libro, pur con la tecnologia digitale. E il dialogo è molto più interattivo di Internet. Il contatto e il confronto diretto sono la prima forma di comunicazione umana.
Si possono scrivere tutte le regole di una grammatica, citando esempi, ma no si può trasmetterne il valore e il senso. Ed è questa la chiave di volta, la differenza appunto, dell’Officina. Sessioni di incontri dove non ci sono giudici da convincere per ottenere un premio, ma persone che ascoltano per dare suggerimenti, evidenziando limiti da superare. Non ci sono gare da vincere, se non con se stessi e il proprio narcisismo, lasciando spazio al proprio Talento. Nessuno “nasce imparato”, e personalmente ritengo che non si finisca mai di imparare.
Guai ad avere la presunzione della verità in tasca, guai ad avere l’orgoglio di non aver nulla da imparare.
Una volta c’erano le botteghe, dove si andava ad imparare un mestiere. I grandi Artisti rinascimentali sono cresciuti nelle Botteghe dei Maestri. Oggi giorno ci sono i Workshop, i Webinar, Masterclass, sia di Songwriting che di Canto che certamente danno un tono semantico più figo a questa pratica. Molti ahimè improbabili, che millantano addirittura ricette miracolose, come fossimo alla Fiera Del Successo Assicurato. Qui di false pomesse non ce ne sono. Non ci sono facili traguardi per i quali basta pagare.
Partecipare alle sessioni dell’Officina non costa nulla, se non sacrficio, parola scomoda ma sincera.
I ragazzi e ragazze che mandano i loro brani, ognuno con la sacrosanta speranza di poter partecipare, sono un grande tesoro, una risorsa per il cuore e la passione che ci mettono, macinando chilometri e panini, pur di essere presenti se convocati. Sono una risorsa per il futuro della Musica, per i nuovi Grandi Artisti di domani.
Parliamoci chiaro, una selezione c’è, ed è sacrosanta. Una selezione che premia l’impegno e soprattutto la credibilità. Non basta mettere giù due note o due parole, o saper usare autotune. Tutt’altro. Esistono miriadi di concorsi per questo. Qui si viene per imparare e lavorare, non per esibire o esibirsi. Quelli che vanno avanti sono quelli che partono da casa con uno zaino pieno di sogni ma con una tasca libera per accogliere le critiche costruttive che lo staff di formatori formula dopo attenti ascolti. E che col tempo possono dare i loro frutti se la saggezza di chi ascolta le fa proprie.
Ci sono tantissime realtà che si impegnano a sviluppare talenti, ma pochissime dove Talento ed Esperienza si incontrano senza il denaro di mezzo. Professionisti come Nicolò Fragile, Fausto Cogliati, Andrea Zuppini, Tino Silvestri, Damiano Dattoli, Mauro Paoluzzi, Luca Chiaravalli, Umberto Iervolino e altri ospiti, come ad esempio Mara Maionchi, partecipano senza compenso. Nessuno paga, nessuno viene pagato. Solo la Musica ne trae beneficio, solo chi ha Talento può svilupparlo mettendolo alla prova. La capacità, lo spessore, il merito sono le condizioni per essere accettati alle sessioni. Non ci sono false illusioni, né l’ipocrisia di dire che sono tutti bravi. A volte fa male sentirsi smontare un brano cui ci si è dedicati notti su notti. Ma è così che si cresce. Solo così si impara, altrimenti ci si toglie la possibilità di capire i propri limiti. Saranno altre le forche caudine, eventualmnte, che gli eventuali Artisti dovranno passare. Il Pubblico che aspetta nell’arena, che un giorno ti incensa e poi di abbatte. Quel Pubblico che aspetta il sangue o la stecca per il gusto di stroncare, piuttosto che ascoltare la musica frutto di un lavoro. Abbiamo visto troppo spesso i vincitori del sabato sera finire nella pattumiera il lunedì. Carriere bruciate a scapito di un talento ancora acerbo, privilegiando carriere di plastica che durano una stagione.
Quindi c’è poco da gioire, in una vittoria catodica, il mondo vero ci aspetta fuori. Come afferma Alberto,
“non si può insegnare a scrivere le canzoni, si può solo dare dei buoni consigli, chi promette altre cose vende aria fritta”
Quindi dove sta la musica? Nel telecomando o nel cuore di chi crea? Magari nel secondo, visto che in fondo ognuno di noi conserva gelosamente vinili o cd di musica che ha un peso, un valore al di là delle mode. Perchè la Musica è anche Cultura, (benchè ampiamente snobbata dai Ministeri), ancora però svilita in programmi obsoleti di Educazione scolastica. Relegata a riempitivo tra uno spot pubblicitario e l’altro, colonna sonora dei nostri momenti epici eppure mai abbastanza coltivata per fare la differenza. Ecco perché un’Officina che si dedica a coltivare talenti fa questa differenza. In una costante ricerca e scouting. Magari a volte aggiustando qua e là certi parafanghi o specchietti. Ma trasmettendo una Cultura che ha solide radici artistiche e professionali, a chi le sa cogliere. E che può avere un Futuro. E incominciano ad accorgersene anche istituzioni e realtà professionali. E giovani talenti cominciano ad entrare in studio con nuove prospettive. State a vedere.
Chissà mai che sia l’inizio silenzioso di una fragorosa rivoluzione? L’importante è aprire orecchie e anima, piuttosto che continuare a cincischiare sulla tastiera del PC facendo zapping qua e la, gettando distrattamente like. Fino a che noia non sopraggiunga. Ma allora, amiamo davvero la musica? Qui sta la differenza.
E se a questo punto hai un cassetto pieno di Musica e una tasca libera, leggi qui.
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