Mentre aldilà dell’oceano si aspettano gli Oscar per alzare le palette dei voti, l’Italia ha gli occhi puntati sulla kermesse della musica n° 1.
Eh sì, perché potranno esserci anche altri dieci X Factor, ma Sanremo resta sempre Sanremo, in grado di far fermare l’Italia all’interno del suo amatissimo Teatro Ariston.
Ma arriviamo subito al punto, senza ammorbarvi troppo con i luoghi comuni, comunque sempre veri: lo stile.
Perdonatemi un’altra frase fatta ma bisogna decisamente affermare che “con gli anni si impara”. Eh sì, perché a esser sinceri ieri sera non abbiamo avuto cadute di stile rilevanti, ma solo look indovinati e altri meno.
Numero uno della classifica l’indiscutibile Queen Mary, di cui ho decisamente preferito il secondo abito corto bianco di Riccardo Tisci, ormai ex direttore artistico di Givenchy. Stile indiscutibile che esalta il brand “Maria De Filippi” senza trasformarlo.
Al seguito, la Mannoia, splendidamente femminile nello smoking di Antonio Grimaldi, e Carmen Consoli, con un look delicato e dolce.
Sono glamour ma non si sono applicate: Elodie, che a parer mio poteva fare molto meglio, e Giusy Ferreri, non propriamente valorizzata da quel completo di Elisabetta Franchi.
Uomini Top? Decisamente il padrone di casa Conti, in Salvatore Ferragamo, e Al Bano, stilosissimo in Carlo Pignatelli.
Piccola parentesi non troppo piccola: Diletta Leotta. Il suo abito era splendido (non scandalizziamoci per il pancino di fuori, l’Ariston non è una Chiesa) e lei se lo poteva permettere. La sua sfilata sulle scale è stata piena di grazia e l’immagine era decisamente Festival di Sanremo, forse anche più di tutte le altre, che seppur belle, davano un po’ l’idea di spending review.
Ora, trovo scandaloso e davvero maschilista, che tante donne si esprimano aspramente contro di lei, accusandola di non poter parlare di privacy quando è così “scosciata”, prime tra tutte la fidanzatina d’Italia Caterina Balivo.
Caterina, perdonami, ma il tuo tweet mi sembra davvero troppo simile a quelle frasi che, non troppo tempo fa, si sentivano dire alle vecchiette davanti al portone, parlando di quella ragazza del paese un po’ troppo seducente, che, in fin dei conti, la violenza se l’era cercata.
Fatemi capire un po’, signorine del terzo millennio: una bella donna che si veste da bella donna e, alla faccia vostra, “c’è chi può e chi non può e lei può” si merita che vengano diffuse le sue foto intime e private in quella che è di fatto una violenza, solo perché non indossa la divisa monacale? Ma mi faccia il piacere…
E poi si osa anche dire di essere antiTrump.
Applausoni per voi. Passo e chiudo.
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