Leonardo Lamacchia a Sanremo Giovani 2017.
Continua il percorso di conoscenza degli otto “Giovani” artisti che FMD – Fare Musica e Dintorni ha intrapreso per questo Sanremo 2017.
È la volta di Leonardo Lamacchia, artista pugliese nato e cresciuto a Bari. Leonardo porta in gara Ciò che resta, brano che svela l’unica via d’uscita da una storia d’amore ormai definitivamente finita: sublimare il dolore dimenticando i rancori e conservando gelosamente nella memoria gli istanti felici.
Il suo percorso verso l’Ariston è fatto di gavetta,di lavoro e d’incontri importanti. Ma soprattutto di rapporti autentici che vanno al di là del professionismo: questa, per lui, la regola del successo in ogni campo.
Ringraziamo Leonardo per questa bella intervista.
Ciao Leonardo. Tu sei nato e cresciuto a Bari e da sempre fai musica esibendoti con le tue band in ambito regionale. Ad un certo punto hai deciso di esporti in prima persona con un tuo repertorio e con la tua visione della musica. E adesso sei a Sanremo Giovani. Ci racconti come è andata?
In effetti faccio musica da sempre. Da bambino cantavo nel coro della parrocchia. Una volta cresciuto ho iniziato ad esibirmi con varie formazioni suonando molto in giro. Grazie ad un concorso siamo arrivati a suonare anche al teatro Petruzzelli: un’emozione indimenticabile. La mia partecipazione a Sanremo è nata per caso, grazie a collaborazioni fondamentali: la più importante è quello con Gianni Pollex. Lui è stato il primo autore con il quale mi sono interfacciato. Abbiamo iniziato a scrivere molto, registrando i pezzi e andando in giro a farli ascoltare. Fortunatamente abbiamo conosciuto Mauro Lusini, autore tra le altre di “C’era un ragazzo che come me” portata al successo da Gianni Morandi. Questa serie di incontri ha permesso questa esperienza Sanremese, nella quale io sono esposta in prima persona ma che vede dietro di me tantissimi altri senza i quali non saremmo qui a parlarne.
Parliamo di Ciò che resta, il brano in gara. Si narra il contesto di amore finito e come questa esperienza negativa possa cambiarci.
Il testo nasce da una esperienza personale. Nella scrittura ovviamente ci siamo dovuti adattare l’un l’altro, confrontano la visione di tre diverse generazioni e di tre diversi stati d’animo differenti. Come dicevi si parla di quella fase di una storia d’amore nella quale sopraggiunge la consapevolezza, dopo la fine della storia, che l’unico modo per andare avanti è dimenticare i rancori e le tristezze e portare con sé nel bagaglio esclusivamente la felicità e i bei ricordi. In generale è valido non solo per una storia d’amore ma per qualsiasi tipo di esperienza. È il messaggio che cerco di trasmettere con questa canzone e che io vivo in prima persona.
Quindi un testo che senti particolarmente tuo. C’è una frase che vorresti restasse impressa nel pubblico?
Mi piace molto la frase della prima strofa: “hai lasciato le tue scarpe colorate nell’ingresso, sono accanto alle mie scuse”. È un’immagine emblematica della fine di un rapporto: chiedere scuse vale addirittura quanto un paio di scarpe. Se all’inizio chiedere scusa risulta superfluo andando avanti poi si capisce che invece è l’unico modo per uscire da una situazione di questo tipo.
Tra non molto sarai sul palco di Sanremo. Ti senti pronto?
Sì. Abbiamo già provato prima a Roma e poi all’Ariston: proprio all’Ariston ho fatto le prove negli stessi di Fiorella Mannoia che tra l’altro provava prima di me. È stata una emozione assurda vedere lei sul palco e poi sentire il mio nome. Mi è servito tantissimo per ambientarsi con quel grande palco di cui tutti hanno paura.
E cosa hai provato?
Lo dico sempre: l’orchestra mi toglie il fiato. Cantare con loro è una emozione troppo grande perché davvero vedi tanta professionalità al servizio di un tuo pezzo: vedi tanto sudore, tante ore di lavoro per questo mio brano e tutto ciò è super gratificante. Loro sono super professionisti quindi vederli lavorare per me è fantastico, indescrivibile.
Tu hai avuto modo di incontrare anche gli altri giovani? Quale è il clima tra voi?
In realtà il clima è molto leggero, ci conosciamo tutti e quindi si ride, si scherza, si suona, si scrive. E’ bellissimo avere un rapporto del genere con gli altri artisti che travalica la gara e di tutta questa tensione per Sanremo: ciò che rimane fondamentalmente è la musica ed aver trovato persone come loro, simili a me rende, tutto molto più leggero. Ringrazio il cielo per averli conosciuti.
Io ho ascoltato tutti i vostri brani e ritengo che la qualità sia mediamente alta. Vorrei farti una domanda che ho già fatto anche agli altri: se tu non fossi in gara chi vorresti che vincesse nella tua categoria?
Io stimo moltissimo sia Maldestro che Marianne Mirage. Credo siano artisti a tutto tondo, personaggi che hanno qualcosa da dire. Soprattutto Maldestro che a mio avviso scrive davvero bene.
Ovviamente dopo Sanremo ci sarà qualcosa, immagino che hai già pronto un disco. Vuoi parlarcene?
Il disco è pronto. Esce il 10 di febbraio e si intitolerà “Ciò che resta”. È stato un lavoro nel quale ho collaborato con tanti professionisti. Lo abbiamo registrato al Terminal2Studio di Roma con Gianluca Vaccaro e Roberto Procaccini. Sono molto contento del lavoro degli arrangiatori e degli autori dei brani del quale sono interprete: è stato bellissimo aver trovato dei testi così intensi e così miei. Ne vado fiero e spero che piacerà.
Ho notato che tu evidenzi molto il lavoro che sta dietro alla tua musica, dando molta importanza al team che ti supporta.
È vero. Senza queste persone non sarei qui parlare della mia musica. Sono grato a tutti per il percorso fatto fin qui e che spero continuerà. Ho scoperto persone molto simili a me con le quali poter instaurare un rapporto autentico che va al di là del professionismo: penso sia fondamentale per la riuscita del progetto.
Hai già pronto un tour?
Il tour è in preparazione: stiamo lavorando agli ultimi dettagli e poi finalmente partirà.
CIÒ CHE RESTA – TESTO
C’è solo un posto
se ti va puoi salire
facciamo un giro
non so bene dove
Hai lasciato
le tue scarpe colorate
nell’ingresso
sono accanto alle mie scuse
Sì, hai capito bene
ho detto scuse
a volte non mi suona facile
Sì, hai capito bene
ho detto scusa
perché sai
ho imparato da te
A vivere ogni istante
come viene
cadere e poi rialzarsi
e ripartire
E ridere
ogni volta
come fosse l’ultimo sorriso
che rimane
Come una canzone
che al mattino
esplode forte nella testa
sei tutto ciò che di più bello resta
sei tutto ciò che di più bello resta
sei tutto ciò che qui mi basta
Così, così, così
che veloce passa un altro mese
grazie mille per le idee confuse
questa volta non ti sei portata via
Sì, hai capito bene
ho detto grazie
perché mi piace
l’ho imparato da te
A vivere ogni istante
come viene
cadere e poi rialzarsi
e ripartire
E ridere
ogni volta
come fosse l’ultimo sorriso
che rimane
Come una canzone
che al mattino
esplode forte nella testa
sei tutto ciò che di più bello resta
sei tutto ciò che qui mi basta
Ho perso troppo, sbaglio
urlare mi fa stare meglio
ma non ho perso mai la forza
non ho perso mai la forza
non me ne vergogno
è vero, piango troppo spesso
ma non ho perso mai la forza
proprio come te
E vivere ogni istante come viene
mischiare tutto fino a farsi male
ridere ogni volta come fosse l’ultimo che rimane
Come una canzone
che al mattino
esplode forte nella testa
sei tutto ciò che di più bello resta
sei tutto ciò che qui mi basta
E in questa stanza
fermo l’universo
lasciando ogni ricordo al loro posto
continua a camminare ad ogni passo
sai non sento più dolore
senza perdermi un secondo
come fa una stella in pieno giorno
perché non vedi lì davanti
tutto il respiro dei diamanti
C’è solo un posto
se ti va puoi salire
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