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sabato, Giugno 3, 2023

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LIRICO DI MILANO: IL BANDOLERO DEL BANDO A TEATRO

di Roberto Manfredi

Il Lirico di Milano va allo s-bando?
Qualche ora fa ho scritto un post sul mio profilo FB circa l’incauta nomina d JAX come responsabile della musica del nuovo Teatro Lirico di Milano. Ho commesso un errore, riportando un articolo del quotidiano La Repubblica, scrivendo che JAX era stato nominato Direttore artistico. In realtà è solo il Responsabile della sezione musica. Ma la differenza tra direttore artistico e responsabile artistico è la stessa che c’è tra una canzone di Zucchero e una di Joe Cocker. Tuttavia l’Assessore alla cultura Filippo Del Corno mi ha puntualmente risposto con una nota che riporto integralmente :

“JAX non è stato nominato direttore artistico del Teatro Lirico. E’ uno dei consulenti a cui si è rivolta la Società che ha vinto il bando per la gestione del Teatro. Tra i consulenti figurano Enrico Intra e Roberto Favaro, per fare solo qualche esempio di persone di straordinaria levatura culturale e intellettuale. Quindi la sua lettera e i commenti si basano su una notizia imprecisa”.

Ringrazio l’Assessore per la risposta e per il suo magnifico assist. Ora a parte il fatto, che tra responsabile e consulente c’è una gran differenza. Il responsabile artistico sceglie, dirige e se sbaglia paga. Il consulente consiglia, propone, collabora ma non è responsabile di nessuna scelta giusta o sbagliata che sia. A parte questo, si evince che se si nominano tanti consulenti, significa che un direttore artistico non c’è o se c’è, ha poche idee e piuttosto confuse. Ma andiamo con ordine e vediamo i fatti. Il Teatro Lirico è un teatro storico per Milano. E’ a cinque minuti da Piazza Duomo, in pieno centro. Fin da ragazzo ho visto al Lirico concerti e spettacoli e concerti straordinari. Ricordo gli Henry Cow, Keith Tippet e soprattutto Miles Davis dove “occupammo” il Teatro per mezz’ora dopo mezzanotte, perché volevamo che entrasse sul palco per il terzo bis. Il Teatro Lirico è sempre stato aperto a tutti, ai giovani, alla città, al mondo. Negli anni ottanta mi capitò di essere il produttore esecutivo delle riprese video di “Mistero Buffo” di Dario Fo. Dario scelse il Lirico.

Lirico

Ora i miei ricordi valgono fino a un certo punto, ma un tempo i Teatri avevano una loro programmazione, una distinta linea editoriale e artistica che li differenziava uno dall’altro. L’offerta alla città era multipla ma ogni teatro si distingueva per la sua identità. Così era per il Teatro Out-Off, per il Teatro Uomo, per il Carcano. Per il Ciak e per il Lirico. Pubblici diversi per spettacoli diversi per una straordinaria “Società dello spettacolo” attenta, curiosa e competente. Poi arrivò la televisione. Ed eccoci qui a raccontare perché JAX è responsabile artistico per la sezione musica al Teatro Lirico. Intendiamoci. JAX lo conosco dai tempi degli Articolo 31. L’ho conosciuto a Videomusic. E’ stato ospite in decine di programmi televisivi in cui ero autore: da “Segnali di Fumo” a “Night Express”. JAX mi è simpatico, è una brava persona, scrive meglio di tanti altri canzonettari italiani, ha un suo stile, per cui non ho nulla contro d lui, ma proprio perché credo di conoscerlo, non credo sia in grado di svolgere un ruolo così importante. Lo vedrei meglio all’Alcatraz o in un Music Club più conforme al suo background. Quindi il problema non è tanto lui, quanto chi l’ha scelto e nominato. Se il riferimento è la tv e la popolarità, allora tanto vale nominare Rovazzi sovraintendente alla Scala, Fiorello direttore del Museo del Novecento, Ezio Greggio alla Triennale e via di questo passo.

Battute a parte, torniamo al Lirico. Il bando se l’è aggiudicato la Stage Entertainment che ha battuto Gianmario Longoni dell’ex Smeraldo. Lo gestirà per 12 anni (mica bruscolini). La Stage E. è una società olandese che gestisce venti teatri in Europa tra cui il Nazionale di Milano. Quindi di teatri ne aveva già abbastanza e qui spunta odore di monopolio. L’idea della Società è affidare la programmazione a un pool di consulenti senza un direttore artistico e una figura centrale che componga il cartellone degli spettacoli. I consulenti sono Enrico Intra per il jazz, Chiara Noschese per il Teatro, Chris Baldock per la danza, Roberto Favaro per la lirica e la classica, Renato Pozzetto per la comicità e l’incauto JAX per il …? Ah sì… il Pop.

Lirico

L’assessore Del Corno l’ha definita “musica leggera” ma deve essersi ispirato alla Domenica In degli anni sessanta. Come si vede l’idea artistica di base è quella di trasformare un teatro in un centro commerciale, con tanti negozi diversi messi uno accanto all’altro. Infatti il progetto prevede anche un ristorante aperto di giorno (non è dato sapere se tra una portata e l’altra ci saranno numeri di Burlesque ma potrebbe essere un’idea ). Una seconda idea è quella di paragonare la programmazione di un teatro a un contenitore televisivo generalista dove ci sta tutto: la cucina, lo spettacolo, l’intrattenimento, il comico, il rapper, il ballerino e via dicendo.

E qui casca l’asino proprio a cinque minuti di strada dal Duomo. Queste scelte dimostrano che un direttore artistico non solo non esiste, ma non è stato nemmeno considerata l’idea di nominarne uno. Azzardiamo quindi i prossimi consulenti per le stagioni a venire. Seguendo questa sciagurata logica, io vedrei bene :

Vanna Marchi al guardaroba, lo chef Giorgione al ristorante, Gianluca Grignani al bar, Mastrota alle vetrine.

Inserirei nella programmazione anche dei match di wrestling con la consulenza di Dan Peterson. E perché non offrire uno spazio anche al porno, magari in tarda notte? E chi se non Rocco Siffredi potrebbe occupare la poltrona da consulente? Coraggio ragazzi, altro giro altro consulente. Offre la Stage Entertainment, società olandese generalista che ha vinto il bando.

Lirico

Noi possiamo solo dire “Si alzi il sipario e bando alle ciance”, ma se questi sono i presupposti come potranno mai nascere i nuovi Strehler, De Capitani, Watcher e Shammah? Questa scelta monopolistica e generalista ammazzerà il mercato perché eroderà pubblico agli altri teatri. Il Lirico magari funzionerà, ma contemporaneamente ne chiuderanno altri. Se la cultura viene trattata alla stregua di un Centro Commerciale tanto vale affidare la gestione del Lirico a Publitalia, così gli artisti li pagano gli sponsor anche se la platea rimane vuota.
Ciao JAX, grazie al bando, taca la banda e buonanotte ai suonatori.

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