di Giò Allegri
Un abbinamento chic, ma che fa storcere il naso ad alcuni, perchè i due sapori sono molto diversi.
Il libro di Paola Pellai, “Il Tempo di uno Sguardo“, è così: Paola non è ritrattista e non è, qui, scrittore di prosa .
Lei non cerca lo scatto parlante, né luce ed effetto, ma cerca l’anima, approfitta del momento e ruba con delicatezza. Poi, come quei terreni fertili, apparentemente sabbiosi, lascia filtrare emozioni, da cui sbocciano piantine di poesie, improbabili.
Non è poetessa, nè narratrice densa di parole, ma mosaicista che, lentamente, unisce un disegno, che si rivela solo al termine del lavoro.
Per la prima volta, nella mia vita di cacciatrice di libri, ho acquistato un volume di storie fotografiche.
La Pellai è un’anima libera che, in questo suo progetto, cattura altre anime. Il soffio leggero di un viso, di un attimo, di un posto, di un respiro. I lavori fotografici non sono solitamente ricchi di spiegazioni. Per i puristi è lo scatto a parlare. Altresì, in un percorso narrativo, si deve trovare linea logica e finalizzata. Ma in una foto-storia, fragole ed aceto dolcemente si fondono, si accompagnano, si completano in un accattivante sapore.
La regista Lina Wertmuller ha curato la prefazione del lavoro, con frasi toccanti ed accurate, ponendo l’accento sull’importanza di occhi e sguardi.
Anche la Ferilli ha dato dei consigli a Paola, suggerendole di cadenzare le immagini, seguendo un orologio ideale: idea, questa, riuscitissima. Una vena malinconica permea l’opera. Sfogliando, in una galleria di sensazioni, si raccolgono, e colgono, attimi vissuti. Non è un libro da vedere, non è da leggere in velocità: occorre assaporare lentamente, riprendere, anche a caso, per assorbire il gusto .
La “mia” frase perfetta, “Basta una fessura per vedere quello che conta”, accompagna la fotografia di Arona, il Lago Maggiore.
E tutto diviene un dessert, che non è piatto intrinseco, ma unisce due eccellenze di cucina in degustazione lenta, per ricercatori curiosi di sapori speciali
Ho domandato a Paola:
Ci unisce un particolare di vita, scoperto casualmente. Secondo te, in relazione ai tuoi incontri fotografici, la sintonia si respira in modo casuale, nasce spontanea, o va ricercata?
“La sintonia nasce dallo stare bene insieme. Non va ricercata. Ha semplicemente bisogno del tempo della conoscenza e poi deve essere l’istinto a guidarci. Questo vale per le amicizie della vita. Nelle mie foto, invece, non c’è necessariamente sintonia con l’altro, c’è piuttosto il gioco degli opposti che rende tutto più stimolante.“
Il titolo è bellissimo, “Il Tempo di uno Sguardo”: a chi acquista, servirà, però, molto più di “uno sguardo” per cogliere il tutto! Hai scelto queste parole o sono nate altrove?
“Il titolo per un libro è decisivo. Quindi occorre lavorarci, anche confrontarsi. C’erano altre idee, alcune troppo retoriche. Questo è uscito in un guizzo, mentre stavo “giocando” con combinazioni di parole. E’ il titolo giusto, senza dubbio.“
Ti manca l’impegno costante del tuo lavoro (Paola Pellai momentaneamente non sta esercitando la sua attività primaria, quella di giornalista sul “cartaceo” n.d.r.): questo progetto ha colmato una tua esigenza di esprimerti, ti ha riempito la vita come tu speravi?
“Sono in cassa integrazione da quasi due anni, dopo che il giornale per cui lavoravo, un giornale di tiratura nazionale, è stato chiuso in 15 giorni. Trenta anni di tempo pieno e improvvisamente il tempo vuoto… e quel vuoto che, con il passare dei mesi, rischiava di diventare tempo malato. Ho capito che stavo per cadere in una trappola, dovevo riappropriarmi del tempo per riappropriarmi di me. Così è stato. Ma il lavoro “giornalistico” continua a mancarmi.“
Paola ha presentato in una mostra fotografica il suo libro, a Somma Lombardo:di seguito, un servizio, in cui spiega il senso del suo lavoro.
Potete trovare il libro di Paola Pellai sulle piattaforme, Amazon, IBS al costo di €20, oppure richiedendo a lei via mail a paolapellai@libero.it .
L’autrice sarà felice di personalizzare le copie, per renderle uniche!
E chissà …se questa sua realizzazione prenderà slancio, fra le persone, magari Paola ci regalerà altri “sguardi”.
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