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Giorgio Moroder, “back to Val Gardena”

di Paola Pellai

A Ortisei, in Val Gardena, imbattersi in un Moroder è come incontrare un signor Rossi a Milano. Cognome diffusissimo, caratterizza scultori del legno, albergatori, maestri di sci… Ma solo uno di loro ha vinto 3 Oscar cinematografici. Lui è Giorgio Moroder, 76 anni, ormai cittadino di Los Angeles ma con un rapporto telefonico quotidiano con Ortisei dove vive ancora un fratello.

Nella “sua” Ortisei il 12 Agosto Giorgio torna per un “Back to Val Gardena”, a metà tra il concerto e la mai persa maestria da disc jockey.  Lui “elettrizzerà” la piazza del paese trasformandola in una scatenata disco a cielo aperto. La cosa curiosa è che lui, dai più considerato come l’inventore della disco music, non ha mai ballato. Racconta di essere andato talvolta a curiosare tra i locali di Monaco, ma solo “per capire quali pezzi funzionavano”.

A pensarci bene, lo ha individuato alla perfezione se tra i suoi riconoscimenti più preziosi ci sono 3 Oscar: il primo ottenuto nel 1979 per la miglior colonna sonora col film Fuga di Mezzanotte e  due conquistati per la miglior canzone originale con “What a feeling” (dal film Flashdance nel 1984) e con “Take my breath away” (Top Gun, nel 1987).

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Una bella storia quella di Moroder: un impraticabile piano stonato in casa, il diploma alla scuola d’arte gardenese e nessun dubbio se incidere il legno o un disco. Lascia la Val Gardena e gira l’Europa esibendosi come chitarrista con vari gruppi musicali, prima di fermarsi a Berlino nel 1967, iniziando a scrivere canzoni, preparare demo ed esibirsi come interprete di musica leggera. Il passo successivo coincide con il suo trasferimento a Monaco nel 1971: lì apre il suo primo studio di registrazione. Ma tutto era già stato “scritto” quando aveva solo 15 anni: già suonava la chitarra da autodidatta e già voleva diventare un compositore, “folgorato” da “Diana” di Paul Anka. I primi soldi li guadagna andando nelle discoteche tedesche: “Giravo – ha spiegato – con un nastro con sette-otto pezzi e prendevo dei dischi. Guadagnavo 300 marchi e spesso mi fermavo a dormire in auto per risparmiare“.

Moroder è sempre stato una spanna avanti nel tempo. Non solo come intuizioni musicali ma anche come fiuto artistico. Non a caso c’è stata l’accoppiata con Donna Summer che va da lui nel 1974 e lui le riconosce una straordinaria voce sexy facendole poi incidere quel “Love to love you baby” che fa ballare il mondo con oltre 3 milioni di copie vendute. E poi ancora con questa regina “Hot stuff”, “I feel love” e il Grammy vinto con “Carry on”.

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E non fu certo facile coinvolgere la gente e far scoppiare la disco mania, in un momento in cui il rock era tenuto in palmo di mano. Con Moroder diventa addirittura un fenomeno di costume: “La gente – raccontò in un’intervista – si vestiva in un certo modo e agevolò l’affermazione del movimento gay che prima di allora era nascosto. Con Love to Love You Baby e I Feel Love si sono sentiti liberati“.

Le collaborazioni di Giorgio attraversano i più bei nomi della musica degli ultimi decenni: David Bowie, Elton John, Eurythmics, Blondie, Adriano Celentano, Britney Spears, Cher, Coldplay, Freddie Mercury, Daft Punk e Kylie Minogue. A tutti ha saputo dare e da ognuno ha saputo ottenere il meglio, con il carisma di un carattere cresciuto tra i silenzi rocciosi delle Dolomiti e i guizzi elettronici di una musica “stellare”. Il 12 Agosto sul palco di Ortisei non ci sarà la semplice passerella di un uomo che attende il tributo del suo paese natale, ma un’esibizione vera, piena di ritmo e di vitalità. Una lezione per tutti quei giovani nati vecchi.

 

 

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