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venerdì, Luglio 26, 2024

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Morgan e i Bluvertigo omaggiano David Bowie a Casa Sanremo

Di seguito due articoli sull’omaggio a David Bowie dei Bluvertigo a Casa Sanremo. Articoli di Adrien Viglierchio e di Luca Viviani.
Si ringrazia anche Tiziana Pavone per aver permesso di assistere al concerto di Morgan & Soci a Casa Sanremo.

di Luca Viviani

Ascoltare Bowie a Sanremo, in effetti, mi mancava.
Ascoltarlo attraverso l’arte di Morgan e dei suoi Bluvertigo, proprio non me lo sarei mai aspettato. Ma la riviera ligure una settimana all’anno, verso metà febbraio, si trasforma nel paese dei balocchi della musica. Roba che, se durasse anche un solo giorno in più, si inizierebbe a sentire ragli e lamenti sin da Varazze.

Io Sanremo l’ho sempre visto in cartolina, o meglio in tv; al massimo su qualche rivista patinata che festeggia la calata normanna della musica italiana sulle placide acque della compiacente cittadina. Oddìo, recentemente, è capitato anche di vederla in mutande, ma questa è storia di costume italico e poco c’entra con il nostro racconto.

Per cui torniamo a noi: parlavamo di Bowie e dei Bluvertigo e soprattutto, di come il rock ha trasformato una serata già speciale, in un momento da non dimenticare.

Tutto è avvenuto al Palafiori, in un contesto che, i validi organizzatori della kermesse, hanno deciso di chiamare “Casa Sanremo”. Ma di casa non parlerei, piuttosto di albergo, con quel via vai frenetico di occhi, gambe, parole e musica. Tanta musica. Forse troppa. Ovunque e comunque. Tutta racchiusa in un turbinio di stanze e scale mobili che ti accompagnano da un piano all’altro, da un contesto al suo opposto, da un Mussida che chiacchiera di non so cosa, a un corridoio dove si pubblicizza il museo della musica, da una sala dove si parla di ricette, a un’area riservata a pochi, fortunati, vip.

Ed è proprio qui che si è materializzato il miracolo di ascoltare il rock a Sanremo, nella settimana del festival, in contemporanea alla diretta televisiva: boom!

La serata per gli eletti prevedeva l’esibizione del duo dei perfetti vincitori (poi rivelatisi terzi), l’inclusione della ex prima classificata Miele e a seguire del giovanotto che ne ha spodestato il trono Francesco Gabbani. Dell’esibizione di una sfrenata band non meglio identificata, fino ad arrivare all’exploit del gran maestro e cerimoniere Marco Castoldi, in arte Morgan.

Non nego che l’attesa, oltre che la fame (poiché era dalla colazione che non mettevo niente sullo stomaco), mi aveva fatto salire qualche dubbio sulla resa della serata. E invece, il rock, per l’ennesima, insospettabile, volta, è riuscito a forare quella patina ferrosa che mi si è posata sul cuore. Si, perché il concerto è stato il pretesto per accordare una sentita preghiera a un’artista immenso che i Bluvertigo conoscevano molto bene, con Andy al sax e lo stesso Morgan alle prese con il basso già sfoggiato con altri esiti, sul palco sanremese. La musica deve, per forza, avere un’anima e quest’anima, probabilmente, è capace di accalappiare sue simili, perché altrimenti, non si spiega la forza con la quale ti chiude lo stomaco e ti fa dimenticare la vita.

Morgan, avvolto nella sua camicina nera trasparente, ha conquistato il suo pubblico come non era riuscito a fare all’Ariston e lo ha trasportato su Marte o in qualche altro posto dell’universo sconosciuto, in compagnia dell’alieno Bowie. Qui, la sua musica, la chitarra alla Robert Fripp, il sax di Andy, il suono potente e pieno di una band, finalmente compatta, hanno fatto il resto e la musica, finalmente, ha volato alto. Il Maggiore Tom, probabilmente, ha gradito.

[soliloquy id=”11446″]

di Adrien Viglierchio

Che dire di una serata che risalta finalmente un Morgan che può liberare tutta la sua adrenalina nella cosa che sa fare meglio, tenere un palco col suo fratello artistico Andy, due personalità assolutamente eclettiche e dirompenti, trasversali da diventare un gradevolissimo momento di moda musicale.

Sì perché il loro stile nell’immagine arriva ancora prima che la loro musica, le loro acconciature Punk Vintage, i loro scamiciati dondolanti che ballavano col pubblico mentre suonavano i loro strumenti preferiti. Morgan al suo Basso, ne cambia due con diverso Slang sonoro e tiene il palco come un animale trasmigrando verso un Bowie asceso troppo presto e regalandoci i suoi migliori successi mixati alla voce di Andy, anche della voce di Morgan purtroppo poco ci rimane, è più l’urlo che fa il personaggio che una voce foneticamente afona a darci la percezione che il brano arrivi comunque grazie alla grande energia che trasmette.

Andy nel frattempo pilota Sax e Tastiere fino all’arrivo di Chiara dello Iacovo, promettente artista che si unisce alla Band con un Featuring perfetto. Il pubblico di Casa Sanremo è in visibilio, ed io tra le altre cose sono anche seduto comodo sul divano con davanti alcune persone che all’inizio restano a lato, ma poi si mettono maleducatamente davanti fino a spostare una aitante ragazza in minigonna davanti alla mia faccia, indovinate con quale parte.

Ebbene lei si gira da me, mi sorride e fa addirittura un gesto come per alzarsi la gonna (e qui mi rendo conto che siamo a un concerto dei Bluvertigo). La fermo sorridendo, come si fa a spostare una bella ragazza che furbamente ti accoglie in quel modo ruffiano?

Finisco con l’ultimo pezzo di Bowie intravedendo l’urlo di Morgan tra le calze a rete, una serata che non dimenticheremo.

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