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giovedì, Dicembre 5, 2024

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Paolo Giaccio racconta…

di Athos Enrile

Un paio di giorni fa, ospite di Bruno Vespa a “Porta a Porta”, Mogol ha proposto pillole di Lucio Battisti, con l’’aiuto canoro di Andrea Mingardi.

Argomento sempre attuale, spesso raccontato da chi, magari, era solo di passaggio, ma sono molti gli autorizzati a certificare episodi significativi. Tra questi Paolo Giaccio, a cui un po’ di tempo fa chiesi un ricordo di Lucio… ne scaturì un bel ritratto…

Anno 1971. Mentre Mario Luzzatto Fegiz e io, con l’aiuto di Carlo Massarini, conduciamo Per Voi Giovani, il programma dedicato alla musica rock internazionale e alla più innovativa musica italiana, Lucio Battisti lascia la Ricordi e forma, con Mogol, una sua etichetta indipendente: la Numero Uno. Oltre che al controllo degli affari la mossa gli serve per garantirsi la più completa libertà artistica e creativa. La promoter è Mara Maionchi. E’ lei che ci fa ascoltare in anteprima “Pensieri e Parole”, la nuova canzone di Battisti. Non siamo però, i primi. La canzone è stata appena rifiutata da Arbore e Boncompagni, autori di Alto Gradimento, un altro programma radio di grande successo artefice del lancio di molte hit discografiche, perché ritenuta inadatta al loro stile di programmazione. Noi la prendiamo in esclusiva. Occorre ricordare che, in quegli anni, non c’erano altre radio se non quelle della Rai. Quindi, a parte chi aveva il disco, l’unico modo per ascoltarla era quello di sintonizzarsi sul nostro programma. Questa esclusiva, unita al primo posto subito raggiunto nella classifica di vendita dei singoli, lancia la canzone e il nostro programma, consolidando anche su un pubblico di studenti la notorietà di Battisti. “Pensieri e Parole” si svolge su un doppio piano vocale, con un fraseggio che riannoda il dentro e il fuori di una persona. Sfiora i temi della psicanalisi, contrappone una vita di sentimenti semplici e genuini ai sogni e ai progetti di un uomo in crescita. Racconta le lacerazioni sentimentali che un uomo appena adulto deve affrontare, trovandosi già ingabbiato in ruoli e responsabilità. Descrive bene, con le parole di Mogol, la poetica misteriosa di Battisti, a quel tempo profondamente legato, quasi come un gemello, al paroliere. Un week end passato in campagna, vicino a Lecco, con tutta la tribù di Mogol e Battisti, serve a confermarmi queste impressioni. Serve anche a far superare a Battisti diffidenze e timidezze. Come è noto Battisti evitava il più possibile i contatti con giornalisti e dj. Dopo quel week end mettiamo in cantiere una lunga intervista radiofonica per presentare in anteprima nel nostro programma il suo nuovo album: “Il Mio Canto Libero”. L’intervista dura vari giorni. Inizia in una sala prova, in campagna. Non contenti del risultato ci spostiamo poi in uno studio a Milano, dove Battisti, al pianoforte, canta dal vivo tutti i pezzi dell’album e molte altre sue famose canzoni. E’ così che nel 1972, per un’intera settimana, siamo in grado di presentare nel nostro programma un ospite che mai, fino ad allora, e neanche negli anni a seguire, accetta di mostrarsi così intimamente e sinceramente ai suoi ascoltatori: il suo nome è Lucio Battisti.

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