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venerdì, Luglio 26, 2024

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Il Primo Maggio tarantino nel docufilm “Liberi e Pensanti – Uno maggio Taranto”

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Il Primo Maggio di Taranto quest’anno è stato diverso, così come quello di Piazza San Giovanni di Roma sostituito da concerti in streaming in una trasmissione-evento su Rai3.

La piazza virtuale del concerto tarantino, intitolato Liberi e Pensanti – Uno maggio Taranto, è stato un docufilm in cui si sono alternate musica e storie vere che hanno raccontato la drammaticità di quello che succede nell’area attorno (e dentro) la mortale industria siderurgica della città. Tanti gli interventi della gente che fa parte del comitato Liberi e Pensanti di Taranto, tante le proposte politiche e sociali su come trascinare via dal baratro una città uccisa da uno scellerato progetto industriale malato.

Gli artisti che vi hanno partecipato sono stati tanti: Roy Paci e Diodato, Manuel Agnelli e Rodrigo D’Erasmo, i Negramaro con Elisa, Daniele Silvestri, Piero Pelù, Niccolò Fabi, Vinicio Capossela, Ghemon, Brunori SAS, Coma_Cose e Samuel, Gabriella Martinelli e tanti altri.

I direttori artistici dell’evento televisivo, Michele Riondino, Roy Paci e Diodato, hanno spiegato che mai come quest’anno, con l’emergenza coronavirus, la condizione tarantina è così comprensibile. Basti pensare a come, nel quartiere Tamburi, la popolazione è costretta a scegliere tra vivere o lavorare da anni, come la gente è costretta a stare in casa nei giorni di “vento”, chiudendo scuole e comprendosi il viso, per non essere vittime delle polveri sottili portatrici di mali oncologici.

Le immagini, che hanno raccontato il Primo Maggio sospeso della città, sono andate in onda in un’ora assurda e vergognosa, a notte inoltrata dopo Propaganda Live su La7.

Il docufilm è stato girato da Giorgio Testi, Francesco Zippel e Fabrizio Fichera, che hanno dichiarato:

Quando ci è stato proposto di immaginare un film, ci siamo confrontati e abbiamo cercato di far valere la più grande ricchezza che questo confinamento potesse regalarci: il tempo […] Un tempo stravolto, un tempo di relazioni nuove da costruire, di zoom interminabili, di fonti documentali da ricercare e contenuti da creare ex novo. Man mano che arrivavano le adesioni da parte dei musicisti, noi tre abbiamo iniziato a capire come intrecciare le storie, la bellezza e le ferite di Taranto con le performance musicali”.

Quello che ne è venuto fuori è stato un prodotto innovativo, davvero diverso da tutto quello che è stato realizzato durante questi mesi di lockdown.

Il docufilm è stato prodotto con il contributo di Pulse Films, gli stessi del documentario sui Beastie Boys girato da Spike Jonze.

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