L’appuntamento con la terza serata (leggi report della seconda serata) del 70esimo Festival di Sanremo, andato in onda su Rai1, si apre con un breve omaggio a Gioachino Rossini; a differenza delle prime due, questa terza serata parte senza troppi giri di parole con gli artisti in gara che interpretano, insieme ai loro ospiti, le canzoni degli ultimi 69 anni del Festival.
I primi a calcare la scena del 70mo Festival di Sanremo, diretti dal Maestro Adriano Pennino, sono Michele Zarrillo e Fausto Leali che duettano su “Deborah”, una canzone di Fausto Leali e Wilson Pickett del lontano 1968. Grande energia, ma Fausto sembra essere posseduto da James Brown mentre Zarrillo da Albano.



Il testimone passa all’artista più criticato del web, Junior Cally, che ha cantato insieme ai Viito sotto la direzione del Maestro Enrico Melozzi, la famosissima “Vado al massimo” (Vasco Rossi,1982).
Dopo la difficoltà iniziale del frontman dei Viito nel trovare il tempo, Junior Cally fa’ suo il brano agganciando un testo rap freestyle alle strofe originali.
Entra la prima valletta del 70mo Festival di Sanremo, Georgina Rodriguez, modella e compagna di Cristiano Ronaldo. La gag calcistica è quasi scontata.



E’ il turno di Marco Masini che insieme ad Arisa regala al pubblico una versione di “Vacanze romane” (Matia Bazar, 1983), diretti dal Maestro Roberto Rossi.
L’inquadratura finisce sullo schermo dove appaiono sette microfoni rossi a testa in giù accompagnati da voci femminili.
Sono le voci di Fiorella Mannoia, Giorgia, Laura Pausini, Emma Marrone, Alessandra Amoroso e Gianna Nannini che parlano di violenza sulle donne.
Scendono tutte insieme dalla scalinata per invitare il pubblico al loro concerto firmato “Una, nessuna, centomila. Ognuna“ a sostegno delle donne, che si terrà il 19 Settembre alla RFCArena di Reggio Emilia (Campovolo). Salta immediatamente all’occhio la rigidità di Giorgia nei confronti di Amadeus, ma non sapremo mai il perché.
Si riprende con il Festival di Sanremo. Tocca a Riki che insieme ad Ana Mena e diretti dal Maestro Pino Perris cantano “L’edera” (Nilla Pizzi e Tonina Torrielli, 1958).
La voce e lo stile inconfondibili di Raphael Gualazzi non potevano che incontrarsi con la classe di Simona Molinari. I due accompagnati dal Maestro Stefano Nanni, interpretano in chiave jazz “E se domani” (Fausto Cigliano e Gene Pitney, 1964) portata alla luce dalla grande Mina. Gran bel momento televisivo.



Anastasio sceglie la PFM per interpretare “Spalle al muro” (Renato Zero, 1991), diretti dal Maestro Enrico Melozzi.
Continua la gag con Ronaldo che tira fuori dal nulla in stile Mary Poppins la sua maglia ufficiale e la regala al presentatore del Festival.
E’ la volta di Levante che tenta il gioco forza insieme a Francesca Michielin e Maria Antonietta con le quali canta “Si può dare di più” (Gianni Morandi, Enrico Ruggeri e Umberto Tozzi, 1987), ma senza grandi risultati: il palco sembrava vuoto nonostante gli sforzi del Maestro Daniel Bestonzo; l’unica cosa certa è che lo stilista di Levante ha davvero poca creatività.



Arriva il momento più epico della serata, Alberto Urso raggiunge il centro della scena insieme ad Ornella Vanoni.
Dopo un galante baciamano del giovane artista, comincia il duetto su “La voce del silenzio” (Tony Del Monaco e Dionne Warwick, 1968), diretti dal Maestro Cenzo Valli. Ornella scorda qualche parola e attacca quando non deve, ma si porta a casa tutto il calore del pubblico che le regala una Standing Ovation.
Entra la seconda valletta del 70mo Festival di Sanremo: Alketa Vejsiu, presentatrice del Festival Della Canzone Albanese. Alketa parla così tanto da farsi sfuggire il nome dell’ospite speciale della serata e sembra anticipare anche un’eventuale vittoria femminile (che vista la piega del programma è quasi certa).



Arriva la splendida Elodie accompagnata da Aeham Ahmad che suona il piano, i due interpretano “Adesso tu” di Eros Ramazzotti, classe 1986, diretti dal Maestro Silvia Catasta.
Rancore sceglie coraggiosamente di cantare “Luce (Tramonti a nord-est)” (Elisa e Zucchero, 2001) con Dardust e La Rappresentante di Lista, accompagnati dal Maestro Carmelo Patti, ma il testo diventa pressoché irriconoscibile.
E’ il momento dell’ospite internazionale Lewis Capaldi, artista scozzese, che ipnotizza il pubblico con la sua voce particolare e con un preoccupante movimento del mento.



Roberto Benigni fa il suo ingresso dall’esterno del Teatro e raggiunge la scena per parlare d’amore e recitare un cantico a tempo indeterminato.
Quando sembra che la puntata sia finalmente finita, entrano i Pinguini Tattici Nucleari per presentare un medley di otto canzoni comprendenti “Papaveri e papere“ (1952), “Nessuno mi può giudicare” (1966), “Gianna” (1978), “Sarà perché ti amo” (1981), “Una musica può fare” (1998), “Salirò” (2002), “Sono solo parole” (2011) e “Rolls Royce” (2019). Il frontman però sembra essersi ingoiato Piero Pelù.



Breve parentesi in compagnia delle due attrici de “L’amica geniale” fortunatamente conclusosi in pochissimo tempo.
Una sedia di legno appare sul lato sinistro del centropalco, Enrico Nigiotti canta il tema della pazzia accompagnato da Simone Cristicchi con la sua “Ti regalerò una rosa” (Simone Cristicchi, 2007) diretta dal Maestro Celso Valli.
Tutto si ferma mentre due ballerini prendono la scena; li raggiunge Georgina con i quali improvvisa un maccheronico tango ingessato dalle sue forme non propriamente naturali.
Finalmente arriva Mika, il buonumore del pubblico è assicurato. L’artista ha qualche problema di intonazione nelle sue canzoni, ma quando si cimenta in “Amore che vieni, amore che vai” di De André cala il silenzio ed il livello della trasmissione sale esponenzialmente.
La gara riprende per Giordana Angi che a vederla e sentirla sembra la reincarnazione di Mia Martini, ci canta “La nevicata del ’56” (Mia Martini, 1990) accompagnata dai Solis String Quartet diretti dal Maestro Fabio Barnaba.



E’ di nuovo la volta degli ospiti in questa puntata che pare infinita, rientra Tiziano Ferro che ormai si sente come ad una cena tra amici, ride e scherza prendendosi in giro, quasi svampito come Georgina che scoppia a ridere ad ogni annuncio.
Ci pensa il Maestro Bebbe Vessicchio a risollevare il livello mostrando a tutti cosa sia una vera star, dirige Le Vibrazioni e i Canova in “Un’emozione da poco” (Anna Oxa, 1978) tra applausi e standin ovation dedicati a lui soltanto.
Spicca la personalità di Diodato accompagnato da una Nina Zilli bidimensionale in “24mila baci” (Adriano Celentano e Little Tony, 1961).



Per fortuna arriva Tosca insieme alla sua ospite internazionale Silvia Perez Cruz, che ci regalano un’interpretazione di “Piazza grande” (Lucio Dalla, 1972) da brividi degna di un festival di questo tipo. Una gioia per le orecchie di tutti, soprattutto per quelle degli orchestrali e del Maestro Valeriano Chiaravalle.
Il tuffo nel passato è immediato al solo udire i nomi dei due artisti che entrano per “1950” (Amedeo Minghi, 1983): Rita Pavone e Amedeo Minghi, guidati dal Maestro Filadelfo Castro.



A questa puntata, più che tanti Direttori d’orchestra sarebbero serviti degli esorcisti. Gli artisti sembrano posseduti dalle anime di altri artisti, Achille Lauro scende la scalinata vestito e truccato da David Bowie – forse per il paragone fatto sui social con i grandi artisti a seguito del suo outfit stravagante nella serata precedente- e insieme ad una intonatissima Annalisa omaggiano “Gli uomini non cambiano” (Mia Martini, 1992).
Bugo e Morgan regalano un imbarazzo collettivo per il loro spettacolo da Karaoke malriuscito, rovinando letteralmente “Canzone per te” (Sergio Endrigo e Roberto Carlos, 1968) con un canto che dovrebbe avvenire all’unisono tra i due, ma il protagonismo e l’esibizionismo di Morgan riescono a distruggere e scavalcare qualsiasi forma d’arte, infatti si presenta come il Maestro di sé stesso e l’orchestra non lo segue.



Celso Valli torna per guidare Irene Grandi e Bobo Rondelli in “La musica è finita” (Ornella Vanoni e Mario Guarnera, 1967), grande energia della cantautrice toscana.
Piero Pelù è l’altra star di questa edizione, il pubblico impazzisce per lui che canta “Cuore matto” (Little Tony, 1967) vestito in abito rosso per restare sul tema della violenza, sotto la guida del Maestro Luca Chiaravalli.
Paolo Jannacci recita “Se me lo dicevi prima” (Enzo Jannacci, 1989) con Francesco Mandelli e Daniele Moretto accompagnati dal Maestro Maurizio Bassi, toccando il tema della tossicodipendenza.



Elettra Lamborghini, forse già proiettata sul suo imminente matrimonio con l’altissimo Dj, produttore e remixer olandese Afrojack, calca la scena sempre vestita di bianco. Ennesima esibizione imbarazzante, stavolta la sfortuna capita al brano di Claudia Mori “Non succederà più” (1982), con una Myss Keta prontamente occhialata e imbavagliata che contribuisce alla distruzione del pezzo in un momento che resterà per sempre nella collezione televisiva trash.
Si tira un sospiro di sollievo, un po’ perché la terza serata del 70mo Festival di Sanremo giunge al termine e un po’ perché a chiuderla è Francesco Gabbani che vestito da astronauta interpreta alla perfezione, facilitato anche dalla sua timbrica,“L’italiano” (Toto Cutugno, 1983) con in mano la bandiera tricolore insieme ad “altri italiani” di origini etniche diverse. Il messaggio è arrivato, chiaro e forte.



Amadeus lascia il palco del Festival di Sanremo nelle mani di Alketa che racconta la storia del suo paese, ringraziando gli italiani per l’ospitalità data agli Albanesi che scappavano sui gommoni verso l’Italia e citando Ermal Meta, come a voler spazzare via a colpi di sviolinate patriottistiche lo schifo che ci ha rappresentato negli ultimi anni e ricordare agli italiani che tutti abbiamo il diritto di vivere, ovunque sia possibile farlo.



Stasera a votare sono stati i componenti dell’orchestra di Sanremo, che hanno così deciso:
- Tosca
- Piero Pelù
- Pinguini Tattici Nucleari
- Anastasio
- Diodato
- Le Vibrazioni
- Paolo Jannacci
- Francesco Gabbani
- Rancore
- Marco Masini
- Raphael Gualazzi
- Enrico Nigiotti
- Rita Pavone
- Irene Grandi
- Michele Zarrillo
- Achille Lauro
- Levante
- Giordana Angi
- Elodie
- Alberto Urso
- Junior Cally
- Riky
- Elettra Lamborghini
- Bugo e Morgan
E noi siamo totalmente d’accordo con loro, soprattutto sul primo posto.
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