Manulupa e il suo singolo sulla sorellanza
La musica è qualcosa impalpabile che sembra nascere spontanea dalla natura, le parole dei testi delle canzoni sembra nascano spontanee dalla musica, ma non è così, alla base c’è la sensibilità dell’artista, del compositore, dell’autore, che con la sua sensibilità, la sua storia, il suo vissuto, ha la capacità di rendere, il più possibile, tangibile un pensiero, delle immagini che raccontano una storia.
L’artista protagonista di questa intervista ha tutte le carte in regola, è un’artista pura… direi anche un’artista “puma”, che con la sua grinta abbinata ad una grande leggerezza ci presenta il suo nuovo lavoro discografico. Si tratta di Emanuela Bosone, in arte Manupuma, ammetto che ho scoperto il nuovo singolo dai social, il discografico Roberto Mancinelli ha pubblicato il video sul suo profilo, così ho pensato di contattare il suo ufficio stampa per sentire direttamente Emanuela e farmi raccontare qualcosa sul suo nuovo lavoro (I Mean Music, di Roberto Mancinelli per l’appunto e distribuito da Saifam Group).
Ho conosciuto Emanuela qualche anno fa, credo fosse il 2014, ha fatto un cameo durante un live a Milano di Cassandra Raffaele, mi fa piacere risentirla per questa occasione.
INTERVISTA
Ciao Emanuela, come stai? È da un po’ che non ci si vede, ricordo un tuo intervento in un live della grande Cassandra Raffaele…
Ciao Antonino, tutto bene, sempre a lavoro, ricordo quella serata, un momento magico, oggi quel luogo non è più così, è stato rilevato da Manuel Agnelli, che lo ha fatto diventare un centro culturale.
Qualche giorno fa ho visto sulla pagina di Roberto Mancinelli il video del tuo nuovo singolo, mi ha fatto piacere riascoltare la tua voce, un video molto intenso, una luce fantastica,un’atmosfera magica e poi la tua voce potente ma usata sempre con moderazione, raccontami qualcosa su Petra, questa tua nuova canzone.
Intanto grazie mille, ho sempre lottato, fin dalle elementari col mio vocione, mi fa piacere noti che tendo a tenere la voce a bada, in classe la mia voce era sempre quella che tuonava su tutte… (ride, nda). Petra anticipa la pubblicazione di un imminente progetto discografico, vuole essere un viaggio attraverso il mondo femminile e un inno all’anima femminea, è una canzone che parla di amicizia, di sorellanza, è una dolce resa senza attacco, un dialogo con la nostra forza interiore, un sentimento ampio di amore, una foresta dentro casa, una pantera nera, questa canzone vuole essere un inno alla bellezza della fragilità, una leggerezza profonda e felina, una samba italiana sotto la pioggia autunnale.
Mi incuriosisce sempre il modo in cui l’artista si è approcciato alla musica, tu che ricordo hai da piccola? Qual è stato il tuo percorso che ti ha avvicinata alla musica?
Ma sai, non è stato lineare, da piccola ho ricordi di mio padre appassionato di Stevie Wonder, piuttosto che Lucio Dalla o Lucio Battisti. Non ho cominciato da subito, ho studiato all’Accademia di Brera, mi capitava di cantare seduta tra gli scaloni dell’edificio, gli insegnanti mi dicevano di fare qualcosa anche per la musica, completato il percorso di studi mi sono occupata di teatro e di scrittura creativa, questa mi è servita moltissimo per imparare a scrivere per immagini, un esercizio che non pensavo mi sarebbe stato così utile in seguito e facendo altro.
Come ti dicevo cantavo, una maestra di teatro mi ha introdotto nel mondo della pubblicità, per diversi anni mi sono occupata di jingle pubblicitari, anche quella è stata una scuola importante, è anche vero che ho lavorato per marchi che mi hanno messo nelle condizioni di lavorare al meglio, con registi che giravano spot con un taglio molto particolare.
Dopo, a partire dal 2014, quindi è una storia abbastanza recente, ho lasciato la recitazione e mi sono dedicata alla musica. L’arte però mi è anche servita per lanciare una campagna di crowdfunding abbinata alla realizzazione e alla consegna di cerchietti floreali, campagna che mi ha consentito di girare il video di Petra, brano, come il lavoro discografico in preparazione, scritto a quattro mani con Michele Rasauro.
Interprete, hai una formazione ampia dalla quale cogli informazioni per poi scrivere, ma come nasce una tua canzone?
Nascono piano e voce, cerco di stare attenta alla melodia, nei testi ci sono io, il mio modo di vedere le cose, la mia ironia, mi piace siano canzoni leggere, ma al contempo intense e profonde.
Bellissimo anche il video, oggi come oggi, grazie alla diffusione via web le immagini che accompagnano la musica diventano fondamentali, non voglio esagerare, ma forse tanto quanto il testo.
Grazie mille, il video è stato realizzato da Lupo Attardo, mi ha fatto molto piacere lavorare con lui, credo abbia trovato il modo di farmi tornare a recitare.
Manu, io ti ringrazio, spero ci si veda presto e che sia l’occasione per un tuo live.
Grazie Antonino, ci conto, poter vivere di musica è la cosa più bella, poi il live è la cosa più emozionante, dove di volta in volta cerchi di dare il meglio di te. Allora ci vediamo presto, ci conto, un saluto a te e a tutti i lettori di FareMusic.
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