E’ uscito “Canterò” (Ala Bianca) l’album che segna il debutto da cantautore del musicista Paolo Jannacci, figlio dell’indimenticabile Maestro Enzo.
Jazzista affermato, dotato di grande talento e di una simpatia contagiosa, il poliedrico artista milanese ci regala un disco libero, istintivo e realizzato con il cuore, composto da 10 tracce che raccontano i momenti più importanti e indelebili della sua vita, tra inediti, featuring e cover (‘Com’è difficile’ di Luigi Tenco, ‘E allora… concerto’ e ‘Fotoricordo… il mare’ , che il padre Enzo aveva pubblicato negli anni ’80; ndr).
L’ album unisce perfettamente vita, generazioni e nomi che inizialmente potrebbero apparire distanti ma che in realtà l’artista riesce a coniugare perfettamente tra loro.
INTERVISA A PAOLO JANNACCI
Come stai vivendo questa esperienza? Dopo 30 anni di prestigiosa carriera nel jazz, una pagina tutta nuova e direi perfetta…
“Sono molto soddisfatto. Ci ho messo cinque anni a registrare questo album. Ho provato a mettere in sintonia tre generazioni diverse e distanti, quella di mio padre, la mia (dei vari Silvestri, Gazzè, Fabi) e quella dei ragazzi di oggi, legati all’indie – pop, e spero di esserci riuscito”.
Serra ha firmato il testo del singolo ‘Canterò’ e compare a sorpresa, anche nel video clip. Come è andata?
L’ho conosciuto a ‘Che tempo che fa’ il programma di Fabio Fazio, mentre presentavo il libro che avevo scritto su papà (“Aspettando al semaforo”, Mondadori). Avevo iniziato da poco a lavorare a questo mio disco ma avevo già pronto un brano che mi sembrava bello, importante. Avevo scritto la bozza del testo e chiesi a Michele un parere. Dopo pochi giorni me lo portò, finito.
Mi soffermai sulle prime tre parole: ‘Canterò, futuro indicativo.’ Era tutto racchiuso in quella frase. Capii subito che l’avrei utilizzato come titolo del CD. Era bello, propositivo.
Quale canzone dell’album ti emoziona di più?
Indubbiamente ‘Alla ricerca di qualcosa’. Contiene il mio mondo e il mio modo di pensare e vivere.
Parliamo degli ospiti.
C’è Claudio Bisio con il quale duetto in ‘Mi piace’, il nuovo singolo che ci vede insieme anche nel video clip. Il testo è suo, l’ho conosciuto a Zelig ed è nata una bella amicizia. E’ stato invece Danti ex Two Fingerz (che ha arrangiato e rappato nell’ottava traccia ‘L’unica cosa che so fare ; ndr) a suggerirmi di chiamare l’amico J-Ax per il brano ‘Troppo vintage’. Ale (J-Ax, Alessandro Aleotti, all’anagrafe) è perfetto per questa traccia, proiettato nel futuro ma con i piedi ben piantati … nel passato!
Parli spesso di tuo padre. Come hai scelto le cover, tratte dal suo repertorio?
Sono brani minori, ai quali sono legatissimo. Sono quelli che in fin dei conti posso comprendere solo io, poiché ne conosco la storia.
Lui non li riproponeva in concerto?
No, per lui non funzionavano, ma sono certo che oggi li avrebbe arrangiati cosi.
Il tour di presentazione dell’album è partito. Cosa accade durante i concerti?
Apro le serate con un brano jazz, quindi propongo (quasi tutto) il mio disco, quindi alcuni indimenticabili successi di papà, oltre a un brano di Paolo Conte, di Luigi Tenco e forse Umberto Bindi.
Chiudiamo con un ricordo. Tu e Enzo: cosa vi piaceva fare, escludendo la grande complicità sul palco?
Quando la sera ci ritrovavamo tutti a casa, scattava il momento puramente ludico e terminata la cena ci mettevamo a suonare insieme, io al piano, lui alla chitarra e mia mamma… che si incazzava tantissimo, perché facevamo casino e non riusciva più a sentire la tv!
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