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Kendrick Lamar: primo rapper a vincere il Pulitzer per la musica – Tutti i PULIZER 2018

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Kendrick Lamar è il primo rapper a vincere il Pulitzer, premio tra i più significativi, sia in America che nel mondo intero, in ambito giornalistico, letterale e musicale.

Il rapper, nato 30 anni fa in un sobborgo povero di Los Angeles, si è aggiudicato il Pulitzer per la musica 2018, premio che in 102 anni di storia dall’istituzione dello stesso, è stato sempre assegnato o ad artisti di musica classica o di musica jazz.
Lo stesso premio, l’anno scorso anno, era andato al lavoro del compositore d’opera sperimentale Du Yun.

Il raper si unisce ora ad artisti del calibro di Aaron Copland, Charles Ives, John Adams, Bob Dylan, Duke Ellington, George Gershwin, Thelonious Monk, John Coltrane e Hank Williams.

Il premio è stato assegnato per l’album hip hop Damn, e quella che segue è la motivazione dell’assegnazione:
Una pietra miliare messa a segno per la capacità di raccontare l’esperienza afro-americana”.
L’album, secondo i giurati, “offre istantanee che catturano la complessità della vita moderna afro-americana”.

Nonostante tutti questi riconoscimenti, le critiche positive e il successo delle classifiche, l’album di Kendrick Lamar però non è riuscito a vincere quest’anno il premio più prestigioso della musica, il Grammy Award per l’album dell’anno (leggi articolo in merito).

Il giovane rapper di Compton, era arrivato al successo grazie al disco “To Pimp a Butterfly”, disco che ha stabilito anche un record globale per la registrazione in streaming, per il primo giorno su Spotify (9,6 milioni).

pulitzer

TUTTI I PREMI DEL PULIZER 2018

Oltre al rapper Lamar, altri Pulizer sono andati anche ai giornalisti che hanno fatto esplodere il caso Weinstein e alle inchieste sul Russiagate.
Ai vincitori, viene anche assegnato un premio di 10mila dollari (tranne che per il vincitore della categoria giornalismo per il bene pubblico, a cui va una medaglia d’oro).

Giornalismo per il bene pubblico – A Megan Twohey e Jodi Kantor del New York Times e a Ronan Farrow del New Yorker per le inchieste lo scandalo Weinstein.

Cronaca nazionale – Al Washington Post e al New York Times per come hanno raccontato il Russiagate e le indagini in merito del procuratore Robert Mueller.

Reporting internazionale – A Andrew Marshall, Clare Baldwin e Manuel Mogato (Reuters) per aver portato alla luce la violenza esercitata dalle forze dell’ordine filippine agli ordini del presidente Rodrigo Duterte.

Giornalismo investigativo – Al Washington Post per le indagini sull’aspirante senatore repubblicano Roy Moore, accusato di avere molestato minorenni.

 

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