Veronica Ventavoli è tornata!
“Senza di te”, brano che segna il ritorno sulle scene musicali di Veronica Ventavoli, prodotto da Andrea e Paolo Amati e Antonio Ianni, continua a “suonare” nelle radio, a distanza di diverse settimane dall’uscita, segno che l’ottimo lavoro svolto, fatto tra l’altro da indipendenti (con la Apbeat Edizioni Musicali), restituisce sempre i giusti risultati.
Veronica d’altronde mastica musica sin da giovanissima, iniziando a cantare a 15 anni, e partecipando in seguito a svariati programmi tv, su reti regionali e nazionali (ospite fissa di “Vivere Meglio”, nel 2003/2004, di cui interpreta anche la sigla).
Dopo aver registrato un disco con la Warner, con la band – gli Ultraviolet, la Ventavoli nel 2005 ha partecipato al Festival di Sanremo – tra i Giovani, classificandosi al terzo posto con “L’immaginario”, e firmando contemporaneamente un contratto con Universal.
Accantonate varie esperienze, compresi i due tentativi di accedere nuovamente alle selezioni di Sanremo, e l’album “L’amore è semplice”, uscito nel 2006, “Senza di te” rappresenta di fatto per lei un nuovo e piacevole inizio.
INTERVISTA A VERONICA VENTAVOLI
“Senza di te” segna di fatto il tuo ritorno sulle scene musicali, prodotto da Andrea&Paolo Amati e Antonio Ianni, con delle sonorità che ricordano gli anni ’80, e una strizzata d’occhio al sound attuale.
È un pezzo che credi ti rappresenti, come se fosse un vestito cucito perfettamente addosso a te?
Sì, sia dal punto di vista musicale, essendo appassionata delle sonorità anni ’80 da sempre, sia per il testo, che forse per la prima volta riesce a rappresentarmi appieno, come se l’avessi scritto io.
Il testo è impregnato della necessità di riprendere in mano la propria vita, dopo una storia un po’ “appiccicosa”, realtà che mi rappresenta, quella di essere indipendente dal punto di vista sentimentale, anche se a volte mi è riuscito e altre meno. Tutto questo bagaglio di vita è come se fosse racchiuso nella canzone.
Nel 2005 hai partecipato a Sanremo Giovani, classificandoti al terzo posto con “L’immaginario” (scritta da Marco Ciappelli e Diego Calvetti).
Cosa ricordi di quel periodo, della kermesse?
Sono arrivata alle selezioni per Sanremo abbastanza pronta nello “stare sul palco”, forse perché venivo da tre anni di intensa gavetta nei locali e feste di piazza, in Toscana, dove cantavo quasi tutte le sere con altri due ragazzi.
Credo non ce l’avrei mai fatta a passare le selezioni se non avessi avuto alle spalle la vera e propria gavetta.
Arrivata all’Accademia della Canzone di Sanremo con una cover (era questa la prassi qualche anno fa), con la quale ho passato le varie selezioni, ho tirato poi fuori il mio inedito. Devo dire che avevo già provato altre due volte a superare le selezioni, e l’anno prima ero arrivata fino in semifinale.
Di Sanremo ricordo poi principalmente il terrore, in un anno in cui i Giovani si esibivano ancora molto tardi (io arrivai sul palco che erano quasi le due di notte!). Questo da una parte mi tranquillizzava, perché pensavo ci fossero meno persone all’ascolto, anche se quell’anno gli ascolti furono altissimi anche a tarda notte.
Circa un mese prima poi passammo tutti una settimana al CET di Mogol, una sorta di vacanza-studio. Tra noi devo dire che non c’era una competizione molto forte, forse perché eravamo tutti molto diversi.
(Sanremo Giovani nel 2005 lancia i Negramaro).
Ricordo quindi un’atmosfera serenissima, un po’ rovinata dalla normale paura che avevamo, sapendo di essere in Eurovisione.
Qualche anno dopo hai provato nuovamente a superare le selezioni sanremesi.
A cosa pensi siano dovuti i recenti “fallimenti”? Forse non avevi il pezzo “giusto”?
Sì, ho fatto altri due tentativi, con Antonio Ianni; con lui ci siamo conosciuti su MySpace, nel 2008. Abbiamo provato con due pezzi, nel 2009/2010, “Ma l’amore che cos’è?” e “L’amore si deve imparare”, che poi ho presentato anche dal vivo, vicini al mondo della canzone di “Senza di te”, molto più moderni, frizzanti, quindi vicini a come sono diventata io negli anni.
Diciamo che oggi “L’immaginario” non mi rappresenterebbe più appieno, per cui abbiamo fatto un passo avanti in tal senso.
Come ho avuto modo di appurare, parlando anche con altri artisti provenienti dall’Accademia di Sanremo, negli anni in cui ho provato a superare le selezioni, pare si sia attuata una sorta di scelta da parte di Gianmarco Mazzi (in quegli anni direttore artistico di Sanremo), ossia quella di puntare su persone che non avevano già un trascorso sanremese o televisivo importante.
Cosa pensi dei talenti, parteciperesti ad esempio ad X-Factor, dove Mara spopola come l’unica vera regina dello show?
Penso tutto il bene possibile, anzi ti dirò di più, i miei cantanti preferiti “del momento”, vengono proprio da un talent, ad esempio Noemi, Michele Bravi, che sono usciti proprio da X-Factor. È sicuramente una vetrina importante, forse al momento insieme ad “Amici” la più importante in assoluto.
Anche quando ero più giovane, varie volte mi sono lasciata tentare dalle selezioni dei talent, ma essendo un po’ “timida”, riservata, mi sono frenata. Comunque mai dire mai, magari tra gli “Over” di X-Factor, un giorno, chissà.
Dopo “Senza di te “arriveranno nuovi singoli?
A dicembre uscirà il nuovo singolo, “Eterno movimento”, che sarà un pezzo un po’ più “importante”, una “signora canzone”.
La canzone è stata scritta dallo stesso team di lavoro (A.Ianni – T.Simeone per Apbeat di A./P. Amati), inerente al mondo che mi sto costruendo addosso.
In seguito ci sarà lo showcase di presentazione dell’intero lavoro, a Roma, location e data da definire.
L’album conterrà probabilmente anche la rivisitazione dei pezzi che ho portato alle selezioni sanremesi negli scorsi anni.
Il sogno della tua vita: un artista con cui vorresti duettare o di cui vorresti cantare un pezzo, scritto appositamente per te?
Mi viene da dirti ovviamente un grandissimo nome, Ivano Fossati.
E tra i nuovi artisti usciti dai talent, con cui duettare, sicuramente Noemi.
Per chiudere ti chiederei di definire con una parola, al volo, i tuoi compagni di “avventura”, ossia Andrea e Paolo Amati, Antonio Ianni e Tony Simeone. Puoi anche non essere buona nel definirli (rilancio con ironia).
È troppo presto per dire cose negative (ride).
Devo dire comunque che questa volta, rispetto ai lavori precedenti che ho fatto, ho visto creare una rete di amicizia oltre che di rispetto reciproco. La canzone che ti viene proposta è davvero cucita su di te, e si lavora con chi ti conosce bene. Abbiamo fatto lunghe chiacchierate, anche a casa di Andrea Amati, e ci siamo conosciuti bene. Con Antonio poi siamo amici da anni.
Per la prima volta ho avuto poi davvero voce in capitolo nella costruzione del lavoro, tutto l’insieme è stato quindi dall’inizio molto positivo.
Posso dire solo che sono tutti grandi professionisti, oltre che persone amiche. Di Tony direi che è la parte più pazzoide del gruppo, quindi è anche un gruppo divertente con cui lavorare. Sono molto soddisfatta di tutto, spero anche gli altri con me.
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