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Il mondo musicale di Tom Petty, tra vero rock americano e chitarre “crunch”

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di Alessandro Filindeu

Il cantautore Tom Petty, classe 1950, è stato trovato domenica sera privo di conoscenza e in condizioni molto gravi nella sua villa di Malibu. Aveva appena terminato un tour per i quarant’anni di carriera, cominciata infatti nel 1967 anche se la pubblicazione del suo primo disco risale al 1976.

La notizia è immediatamente rimbalzata tra media, siti e agenzie di tutto il mondo, con un sovrapporsi confuso di voci e smentite.
La morte è sopraggiunta questa mattina alle 5:40, ora italiana (20:40, ora di Los Angeles) al Santa Monica Hospital.

tom petty

A darne notizia, dopo una ridda di voci e articoli stampa mondiali che davano morto l’artista già nove ore prima del decesso (leggi editoriale nostro direttore) mentre, anche se cerebralmente morto, era ancora attaccato ancora alle macchine di rianimazione, è stato un comunicato stampa ufficiale del manager dell’artista, Tony Dimitriades:

A nome della famiglia di Tom Petty, annunciamo distrutti la prematura scomparsa del nostro padre, marito, fratello, leader e amico Tom Petty. E’ stato colpito da un arresto cardiaco a Malibu […] ed è stato portato all’Ucla Medical Center, dove non si è riusciti a rianimato. E’ morto in pace alle 20:40, ora di Los Angeles, circondato dalla famiglia, dai suoi compagni e dagli amici“.

tom petty

La leggenda – peraltro messa in giro dallo stesso Petty – vuole che la sua decisione di dedicarsi alla musica sia stata presa in seguito ad una folgorazione per Elvis Presley, visto dal vivo all’età di undici anni nel 1961; la fondazione della band “Tom Petty and the Heartbreakers” risale al 1967 e il successo arriva con l’album omonimo e il singolo “Breakdown”, pubblicato appunto nove anni dopo.

Tom Petty
Tom Petty & The Heartbreakers Breakdown LIVE

La musica di Petty è semplicemente americana, nel senso U.S.A. ovviamente, quel trascinante misto di ballata e canzone più propriamente rock, con sonorità che chitarristicamente si definiscono “crunch”, una sorta di distorsione lieve e cremosa che colora il suono generale ma consente ancora di suonare accordi pieni senza perdere la intelleggibilità delle armonie.

Il successo continua negli anni in maniera abbastanza costante, addirittura nei primi anni ’80 con l’album “Damn the torpedoes” la band guadagna un triplo platino; cresce anche la stima dei colleghi, tanto che Bob Dylan ingaggia Petty e compagni per il suo tour mondiale del 1986-87.

Tom Petty
Bob Dylan With Tom Petty and The Heartbreakers Hard to Handle Live

Successivamente Tom converge in una sorta di supergruppo, come quelli che andavano di moda dieci anni prima, tipo “Emerson, Lake & Palmer” o “Crosby, Stills, Nash & Young”, comprendente nientedimeno che George Harrison, lo stesso Bob Dylan e Roy Orbison, la band viene battezzata “Traveling Wilburys” e pubblica due album.

Tom Petty
Traveling Wilburys – Handle With Care

Siamo ormai negli anni ’90, pur tra alterne vicende sia professionali che personali la popolarità di Petty è ormai consolidata, soprattutto negli States ma sicuramente anche oltreoceano. La sua voce è timbricamente a volte simile a quella di Bob Dylan, a volte a quella di Neil Young, ovviamente con sostanziali differenze; il prodotto è pure una sorta di “trait d’union” fra Dylan e Springsteen. Le canzoni hanno quella capacità evocativa che riporta immediatamente l’ascoltatore come se fosse alla guida di una macchina in corsa, in un lungo viaggio attraverso gli inimitabili paesaggi a stelle e strisce, fra echi di influenze irlandesi, rocciosi “strumming” chitarristici e “drumming” essenziali ma ricchi di energia. Nell’ultimo tour spicca a proposito la presenza di un batterista come Steve Ferrone, ad irrobustire ulteriormente una già ben solida macchina ritmica.

Tom Petty
Steve Ferrone plays Free Fallin’ by Tom Petty

Non proprio rock ma peraltro non “pulitamente” pop, Tom Petty è riuscito negli anni ad occupare meritatamente nel gusto del pubblico quello spazio di canzoni distese su tempi metronomici medi e ben scanditi, strutture musicali chiare e cantabili, testi sensati cantati con calore e la giusta dose di “cream”, con sotto non solo Stratocaster ma anche belle semiacustiche mediose e ricche di dinamica.

Gli U.S.A. costituiscono notoriamente un incredibile coacervo di culture e influenze e il mondo musicale di Tom è probabilmente quello più definibile come “originale statunitense”; laddove altri generi musicali che pure hanno trovato sviluppo sotto le stesse stelle e strisce, come il blues e il jazz, hanno una enorme componente africana, la ballata con chitarra lievemente distorta spesso e volentieri abbinata ad un pianoforte acustico è componente essenziale del nostro, come anche degli stessi Dylan e Springsteen peraltro, sia pure con colori diversi.

La musica è suggestione, memoria, chimica positiva per la mente, anche in un momento come questo interviene da amica, dandoci comunque l’occasione per risentire alcuni fra i più famosi brani di Tom, e con essi avventurarci in macchina attraverso le sterminate strade degli Stati Uniti, con lo sguardo fisso fuori dal finestrino.

Tom Petty
Tom Petty nel suo ultimo concerto all’ Hollywood Bowl, Los Angeles

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