di Athos Enrile
Fornire un ricordo rivolto a persone significative che ci hanno appena lasciato appare quasi una necessità, una sorta di tributo, di ringraziamento per il solco tracciato diventato per molti una linea guida di cui non si può più fare a meno.
Avrei voluto fare così con Guido Elmi, ma mi sono reso conto che non avevo niente di efficace da aggiungere al commento dello scorso anno, quello che accompagnò l’uscita del suo album “La mia legge”, un articolo (LEGGI QUI) in cui ponevo delle domande a cui Elmi rispose in modo esaustivo, disegnando un autoritratto di vita chiarificatore.
Ho pensato quindi di afferrare stralci di pensiero messi sulla carta da chi lo ha conosciuto bene e frequentato a lungo, Maurizio Solieri, storico chitarrista di Vasco, presente anch’esso al concerto di Modena (LEGGI ARTICOLO/PILLOLA di Alberto Salerno).
Nel suo libro “Questa sera Rock ‘n’ Roll”, rilasciato nel 2010, la figura di Guido Elmi appare come centrale, fondamentale per far crescere e progredire il “fenomeno Vasco”.
Ecco un paio di pillole a mio giudizio interessanti, che dirigono la luce su alcuni aspetti non da tutti conosciuti:


“Il 1980 fu un anno di grossi cambiamenti. Uno dei più importanti riguardò il ruolo di Guido Elmi, che di punto in bianco diventò il manager di Vasco.
Laureato in Scienze Politiche e gestore, assieme a un socio, di un’osteria bolognese, Elmi aveva una discreta esperienza anche come amministratore, il che lo rendeva sicuramente l’unico tra di noi a poter rivestire quel ruolo.
Elmi si buttò nel suo lavoro con grande entusiasmo. Si occupava un po’ di tutto, e la trasformazione di Vasco da cantautore a rocker di razza in buona parte fu merito suo.
Interveniva persino sul nostro look. Era come far parte di una grande famiglia, noi accettavamo di buon grado i consigli che ci dava Guido.
Il nostro rapporto non è cambiato molto negli anni. Ancora adesso puoi stare certo che, se Elmi ti consiglia l’abbinamento di un giubbotto con una T-shirt, è quello giusto! All’epoca andava alla Piazzola, un mercatino dell’usato che si svolge il venerdì e il sabato sulla Montagnola, a Bologna, e si procurava i giubbotti giusti, i pantaloni, gli stivali. Decideva anche il taglio di capelli di Vasco”.


E ancora:
“1988. Mentre ci godevamo il successo della Steve Rogers Band, Vasco aveva iniziato a lavorare al suo nuovo album, “Liberi, Liberi”, ma il suo rapporto con Elmi stava cominciando a scricchiolare, e all’improvviso si ruppe del tutto.
Negli anni precedenti aveva dimostrato di avere un caratteraccio. A volte si comportava da padre-padrone, e per questo spesso aveva avuto scazzi anche piuttosto pesanti con Vasco. Stare costantemente a contatto, condividere emozioni forti e vivere perennemente sul filo del rasoio genera tensioni e provoca liti. Magari l’intesa è pressoché perfetta e poi un giorno si scopre che si ha voglia di novità e si vuole cambiare tutto. Capita. Io posso raccontare quello che ho visto da spettatore esterno ed è possibile che tra loro fossero successe cose di cui io non ero a conoscenza. Fatto sta che il loro rapporto professionale finì dalla sera alla mattina”.
La storia prese poi altre pieghe, perché gli amori importanti conoscono solo crisi temporanee, e i forti legami non si interrompono mai.
Il concerto di pochi giorni fa, a Modena, diventa così l’ultima pagina del romanzo della vita, quello che nessuno vorrebbe mai terminare di scrivere, ma a guardarla con occhio distaccato, realista, consci che l’ultimo atto non è mai scritto dal protagonista, si potrebbe parlare di epilogo disegnato a tavolino, senza lasciare nulla al caso.
E mi viene in mente un altro “elemento” importante del “cosmo Vasco”, Massimo Riva: quando chiesi ad Elmi cosa avesse rappresentato per lui, Guido rispose:
“Fa parte della mia vita. Abbiamo cominciato insieme. E’ morto mentre stavo lavorando al suo ultimo disco. Una perdita immensa”.
Vasco ha descritto Elmi come “un uomo molto stanco”… e queste parole giustificano la chiusura di un ciclo, in attesa di un altro che presto sboccerà.
Basta avere la pazienza di aspettare.
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