Paolo Limiti posso dire di averlo conosciuto da sempre, sicuramente dai tempi dell’Ariston, quando io appena diciassettenne ero stato assunto per lavorare alle edizioni, con le quali lui collaborava, da autore indipendente.
Lui allora era già abbastanza introdotto nell’ambiente musicale e della televisione, di lì a pochi anni sarebbe diventato uno dei parolieri speciali di Mina e il braccio destro di Mike Bongiorno.
Paolo era una persona gentile, molto educato, ma anche molto determinato, a volte persino prepotente, e non sempre il suo carattere lo ha aiutato.
Nei primi anni del duemila abbiamo avuto l’occasione di collaborare, lui era venuto a presentarci un ragazzo in cui credeva molto, ma poi le cose non hanno preso il verso giusto, e la faccenda è finita lì, nonostante uno splendido pezzo fornitoci da Panella e Zambrini.
Ultimamente, forse per via della malattia, non lo sentivamo più. Io avevo udito voci al riguardo, ma non ho avuto mai il coraggio di chiamarlo, avevo come il terrore che confermasse che ciò che si diceva era tutto vero.
Forse ho sbagliato, e mi spiace. Ora, caro Paolo, posso solo un po’ meschinamente ricordarti qui. Ciao.
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