di Luigi Calivà
Il dialetto romano, spesso abbinato ad un certo mondo, ad una mentalità, spesso dileggiato e abbinato al “se vedemo dopo” o a “sticazzi”, assume un valore eroico e un altro suono se esce dalle bocche dei Vigili del Fuoco, della Guardia di Finanza e del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico (CNSAS) soccorritori di Rigopiano.
Eroi sconosciuti che infilano corpo e anima in un buco stretto sotto la valanga senza sapere se e come uscire, o se qualcuno risponderà alle loro disperate chiamate. “C’è qualcuno?”
E quando per miracolo qualcuno risponde, in loro si sente e si tocca la gioia e la soddisfazione che annulla ogni fatica ed ogni sforzo, anche se è durato giorni e giorni senza sosta.
La suadente, calda, emozionata e inconfondibile voce di Alessandro Haber racconta gioie, dolori, speranze e delusioni, vite ritrovate e vite spezzate che forse potevano essere evitate.
Vite sospese per giorni e giorni quelle degli eroi soccorritori e dei parenti che aspettavano angosciati risposte sotto metri e metri di neve, accompagnata da una emozionante colonna sonora. Si sa la musica riesce sempre a fare da contrappunto ad immagini ed emozioni vere, di gioia per la scoperta dei superstiti, e di dolore e rassegnazione nello scoprire che per molti non c’è più nulla da fare.
Questa è la televisione “del dolore”, di verità e non di finzione scenica che vorremmo vedere dal servizio pubblico.
Le lacrime e la commozione sono spontanee in chi guarda il programma, almeno a me è accaduto.
Restano due domande:
A quando delle medaglie e dei riconoscimenti ai soccorritori?
La giustizia riuscirà a fare il suo corso stavolta, 29 vittime e 11 superstiti, e altre 6 vittime di cui due soccorritori morti in un incidente in elicottero nei giorni successivi, riusciranno ad avere giustizia?