Chris Cornell, 52 anni, è morto improvvisamente e in modo del tutto inatteso nella notte a Detroit, dopo un concerto. Era in tour con i Soundgarden. Era il cantante degli Audioslave e dei Soundgarden, ed era una vera icona del grunge, oltre ad essere un bravissimo musicista e, assolutamente, una delle più grandi voci del rock.
A dare la conferma del suo decesso è stato il suo agente Brian Bumbery all’Associated Press. Purtroppo Cornell si sarebbe suicidato (leggi nostro articolo) nel bagno dell’albergo e a scoprire il corpo esanime è stato un suo amico chiamato telefonicamente dalla moglie di Chris, preoccupata perchè il marito non rispondeva al telefono.
La famiglia e la moglie, Vicky Karayiannis, scioccati dall’accaduto, hanno chiesto, giustamente, il rispetto della privacy. Per un gioco macabro del destino, proprio nei giorni scorsi era circolata la voce della morte del musicista, notizia poi seccamente smentita.
Chris Cornell (vero nome all’anagrafe Christopher Boyle), era nato nella patria del grunge, a Seattlee lascia tre figli avuti nei suoi due matrimoni.
Solo alcune ore prima della morte Cornell si era esibito al Fox Theater di Detroit, in un concerto con i Soundgarden (gruppo con cui si era riunito dal 2010).
La scaletta, che prevedeva 20 canzoni, è stata cantata senza alcun problema, nulla faceva presagire quello che, da lì a qualche ora dopo, sarebbe successo.
Non si sa quando e dove si terranno i funerali, che sicuramente saranno in forma privata.
In un comunicato stampa ufficiale la moglie di Cornell, Vicky, ha tra le altre raccontato come si dovrebbero essere svolti i fatti nella maledetta notte della morte dell’artista:
“È tornato a casa per la festa della mamma, per passare un po’ di tempo con noi, poi è ripartito mercoledì, il giorno del concerto, dopo aver passato un po’ di tempo con i suoi figli. Quando abbiamo parlato al telefono, prima del concerto, abbiamo deciso che saremmo andati in vacanza durante il Memorial Day e abbiamo parlato di altri cose che avremmo voluto fare. Ho notato che biascicava e mi sembrava diverso. Quando mi ha detto che forse aveva preso una o due pasticche in più di Ativan, ho chiamato la sicurezza e ho chiesto che andassero a controllare come stesse. Quello che è successo è inspiegabile e spero che i prossimi risultati medici ci forniscano delle informazioni aggiuntive. So che amava i suoi bambini e che non avrebbe mai voluto fargli del male, togliendosi intenzionalmente la vita“.
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