di Mary Troisi
Non credo di essere capace di mettere nero su bianco l’orrore a cui stiamo assistendo, al sicuro nelle nostre case. Un orrore che ha il volto di bambini innocenti, di un Paese, la Siria, sporco del sangue dei suoi stessi figli.
Il mio primo istinto è stato quello di “non parlarne”, perché è tutto “più grande” di me, “più grande” di noi.
Come posso io farmi “carico” di quelle immagini e scriverne?
Io che questa mattina ho bevuto il mio solito caffè, ho fatto zapping con il telecomando, sono uscita per perdere il solito autobus. Io che sono al lavoro, al ristorante con i miei amici, a cambiare uno status facebook, a fare un nuovo selfie dal gabinetto.
No, non possono farmene carico.
Ma poi ho permesso ai miei occhi di “riempirsi” delle immagini che arrivano dalla Siria, e mi sono sentita “complice”. Complice con il mio silenzio. E mi sono sentita anche piccola e inutile.
La strage di bambini avvenuta ieri, causata dall’attacco con gas sarin nella provincia siriana di Idlib, è un “crimine di guerra”.
Una guerra che Sherazade, bambina di appena 8 anni, “ha raccontato” con i suoi disegni.
Mi sono chiesta poi quanta colpa portiamo addosso anche noi.
La colpa di quelle vite spezzate, di un’infanzia cancellata troppo in fretta dagli occhi dei bambini. Mi sono chiesta se Dio esiste nonostante tutto questo.
È una domanda “da uomini”, perché tali siamo.
Ma forse in noi non c’è più traccia di “umanità” da tempo.
E non ce ne siamo ancora resi conto. E allora ci facciamo aiutare dalla “FORTE SEMPLICITA'” di una poesia del poeta e scrittore per bambini per eccellenza, Gianni Rodari
Promemoria (G.Rodari)
Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola,
a mezzogiorno.
Ci sono cose da far di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per sentire.
Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno né di notte,
né per mare né per terra:
per esempio, la guerra.
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