di Franca Dini
Il 24 ottobre del 2006 ci lasciava Bruno Lauzi, poeta della musica.
Lui, piccolo straordinario grande uomo, sapeva raccontare, apprezzare e ridere della vita, nonostante fosse sempre controcorrente. Lauzi, un uomo che ha saputo declinare la vita in tutti i suoi risvolti… dalla gioia alla tristezza. Basti pensare alle sue canzoni che passano dalla “Tartaruga” a “Piccolo uomo” fino a “Poeta“… e oltre.
Bruno Lauzi non sapeva fermarsi alle cose comuni: era uno spirito nato libero, ed era sempre pronto a rimanere nella sua solitudine tra gioia e dolore e soprattutto fedele a sé stesso; seppe combattere la sua guerra con signorilità ed ironia.
Gli ultimi anni il cantautore genovese, li ha vissuti a Rocchetta Tanaro, un piccolo paese del Monferrato dove aveva comprato una cascina, a cui aveva dato il nome della barbera di sua produzione: “La Celesta“. Lauzi era arrivato a Rocchetta nel ’72 con la moglie e il figlio Maurizio. Inutile dire che gli abitanti di quella cittadina si innamorarono di lui, come lui si innamorò letteralmente di quel posto “magico’”.
Un giorno a Danilo Amerio che gli aveva chiesto il perché della scelta piemontese, lui rispose: “Perché i piemontesi sono brasiliani con la nebbia negli occhi“.
Bruno rimarrai sempre nei nostri cuori Franca Dini
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