In Italia gli ascolti totali per la singola emittente FM sono imparagonabili a quelli per le emittenti nate esclusivamente sul web. O almeno le stime, perchè di stime si tratta, così affermano.
La quantità di ascoltatori delinea il potere contrattuale dell’emittente, il sistema è questo, e in un certo senso anche per la musica.
Tornando al titolo di questo articolo è lampante come si abbia indubbiamente ragione a dire che attualmente tale discrepanza tra Web ed FM sia indubbia. Per adesso perlomeno.
Ma perchè ora è così evidente questa differenza?
Quando si parla di innovazione e sviluppo, di solito viene utilizzato il termine “stare al passo con i tempi”. Se si sta al passo con i tempi si è adeguati e competitivi, e questo, salvo alcuni casi, comporta che in Italia in realtà ci siano almeno in media 2 o 3 anni di gap temporale rispetto “ai tempi“ vissuti dal resto del mondo.
I traguardi ottenuti nel resto del mondo in quel determinato campo si spera di raggiungerli in fretta e questa fretta spinge a saltare alcuni passaggi necessari a capire il perchè si sia arrivati a progressi simili. Il desiderio di risultato trascura il percorso per ottenerlo.
la webradiofonia, altrove ha ottenuto una sua dimensione e credibilità e viene considerata una compagna non antagonista del sistema tradizionale, una realtà parallela e indipendente, capace di ottenere risultati apprezzabili.
In Italia invece si ha l’impressione che questo mezzo sia in quella terra di mezzo dove è la passione a farla da padrona, a rendere si libero, senza schemi propri il mezzo webradiofonico ma al contempo, questa stessa passione porta a conclusioni diametralmente opposte sullo stesso concetto di webradio, sui suoi scopi, sul suo potenziale, a volte accelerando questo senso di distacco tra le singole realtà webradiofoniche e fomentando l’associare la webradio al “giocattolo per appassionati”.
Un giocattolo quindi, che genera un’infinità di realtà separate tra loro anche per struttura interna, alcune sono più simili all’usare Walkie-Talkies qualche ora al giorno, altre invece prendono come esempio le “big”, con l’idea di raggiungerne i risultati e superarli.
Poter essere competitivi nel web con chi in un altro mezzo ha ottenuto potere economico e notorietà e ancora oggi lo detiene, è il sogno proibito di tanti. Perchè però limitare la propria idea di radio a “quello che fanno tutti” con la pretesa di riuscire a farlo meglio di chi lo fa da sempre?
Non che sia impossibile, ma procedere con la pretesa di riuscire nell’intento addirittura senza investire nemmeno un decimo del capitale investito in esse e magari accentrando tutto su se stessi, costruendosi un’emittente gestita da un unica persona con pretese di concorrenza alla pari senza essere oggettivamente in grado di adempiere ai minimi che anche solo un pensiero di questo tipo porta, ecco questo si avvicina tanto all’impossibile…
Perchè utilizzare un mezzo web così? In molti casi sembra che non si sia consapevoli minimamente nemmeno di un decimo delle sue caratteristiche e che invece di creare nuovi schemi adatti a questo mezzo, si cerchi di mantenersi su quelli rodati ma propri di un altro sistema.
Per diventare grandi e vantare numeri e soprattutto per poter essere confrontabili con tutte quelle realtà Big, bisognerebbe porsi delle domande di fondo, i “Big” sono realtà forti di investimenti cospicui, forti del periodo storico in cui sono nate e soprattutto forti del mezzo fisico e dell’allora monopolio dell’ascolto in automobile (ora non più).
“Perchè un utente dovrebbe interessarsi al mio progetto?” Una domanda che molti hanno trascurato di porsi, così come nella radiofonia web che nella musica: due facce della stessa medaglia.
Siamo nel 2000, da 16 anni, il web sta diventando esso stesso un “vecchio mezzo”, è ora di accorgersi delle caratteristiche potenziali e delle differenze rispetto alle realtà tradizionali, altrimenti tutte queste nuove realtà create via web, tutte quante godranno dello stesso futuro: destinate forse ad estinguersi o a non svilupparsi, oppure al contrario se l’idea di fondo è interessante, a crescere sino ad un certo limite e a sfruttare non appieno le possibilità oggettive che il mezzo offre.
Ecco io, chi fa parte del mio progetto radiofonico, chi vi collabora e come noi anche altri nomi del settore crediamo che questo modo di intendere la webradio, come copiacarbone progettuale di realtà proprie di un altro mezzo di diffusione, non solo sia limitante per il nuovo mezzo di diffusione considerato e le sue potenzialità nettamente più ampie, ma limitato principalmente nella prospettiva futura che porterà ad un ancora più grande appiattimento generale di quanto quest’epoca di meme e gattini e citazioni improbabili nel web già non faccia.
Di progetti che condividono tra loro gli stessi ideali sicuramente ne esistono diversi, quindi visti i fatti, perchè non cercare un punto d’incontro e fare rete piuttosto che restare piccoli e “soli” sommersi in un mare di flussi che tendono a fare massa senza nulla a collegarli se non la tecnologia usata per la loro diffusione al pubblico?
Se si cercasse di essere più rappresentativi sulle proprie idee progettuali probabilmente si potrebbe rappresentare una valida alternativa per la diffusione musicale, si potrebbe fornire un servizio pratico senza i confini classici della radiofonia tradizionale, ottenendo per chi offre un servizio e per chi vi si rivolge per ottenerlo un ricavo che poi nella propria indipendenza ognuno convertirà come meglio crede.
L’unione non per forza è annullamento d’identità del singolo, l’unione fa la forza, ma solo se attuata con criterio. Contattatevi, contattiamoci, collaboriamo con criterio e vedrete col tempo i risultati.
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