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sabato, Giugno 3, 2023

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Astimusica: AVANTI TUTTA, caro Arbore!

di Brunella Vedani

Mentre si è conclusa l’8^ edizione di Collisioni 2016 a Barolo con la solita lista impressionante di numeri [si parla di circa 100 mila spettatori nei cinque giorni dell’evento, 1157 ospiti letterari e musicali e 400 volontari coinvolti ed io colgo l’occasione per ringraziare un Ufficio Stampa efficientissimo – Martina e Greta in primis], anche per la 21^ edizione di ASTIMUSICA è tempo di bilanci finali (fatto salvo il recupero il 7 settembre del concerto di Ezio Bosso).

La cornice di Piazza Cattedrale è da sempre sinonimo di raccolta eleganza: un raffinato salotto musicale anche quando trabocca di persone, un modo di ascoltare e di godere della musica decisamente intenso e piacevole, una dimensione quasi familiare e dunque più soddisfacente, per quanto mi riguarda.

L’onore e l’onere di far esplodere i fuochi d’artificio finali della manifestazione sono stati affidati al Maestro Renzo Arbore e alla sua collaudatissima Orchestra Italiana: missione, devo dire, pienamente riuscita.

Crediti Foto Giulio Morra
Crediti Foto Giulio Morra

In una serata di caldo estivo torrido e di zanzare in assetto di guerra (che il cosmopolita Renzo ha chiamato leggiadramente mosquitoes), Arbore e la sua Band hanno tenuto botta per più di tre ore di musica, tra jazz, swing improvvisato, canzoni napoletane e incursioni musicali nell’indimenticato magico mondo di “Quelli della notte” e “Indietro tutta!”.

Tanta autoironia sui suoi 79 anni portati con grandissima disinvoltura, una sequenza di divertenti aneddoti a inframmezzare i brani e a rendere tutto lo spettacolo simpaticamente “vintage” e godibilissimo.

Renzo Arbore sa come coinvolgere il pubblico, con la sua capacità unica di raccontare storielle autobiografiche (o presunte tali) dal retrogusto pruriginoso e a doppio senso modello “Il clarinetto”, con il garbo e il buon gusto che lo contraddistinguono.

E, non chiedetemi perchè, forse complici la luna piena alta nel cielo e la melodia struggente di brani come “Reginella” o ” Malafemmena” (scritta dal grande Totò), ho intravisto nello sguardo di Renzo Arbore un lampo di commossa nostalgia nel ricordo del grande amore della sua vita, l’attrice Mariangela Melato scomparsa nel 2013, con la quale ha condiviso una storia unica di sentimenti e complicità durata ben 42 anni.

Crediti Foto Giulio Morra
Crediti Foto Giulio Morra

Il canto appassionato di Gianni Conte e la seducente voce di Barbara Bonaiuto, uniti ai mandolini di Reina, Esposito e Della Vecchia e il resto della prestigiosa band (15 musicisti di talento) hanno fatto sì che questa serata sia entrata nel cuore di tutti i presenti che hanno abbandonato la piazza sorridenti, canticchiando “Luna rossa” e “Cacao meravigliao”.

Renzo Arbore ha convinto tutti e, ne sono certa, “sotto le stelle del jazz“, anche il Maestro Paolo Conte, astigiano DOC, avrebbe sorriso sornione, canticchiando “ladri di stelle e di jazz, così eravamo noi, così eravamo noi…“.

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