di Athos Enrile
Basta un brano, pochi minuti di sound e parole, per capire lo spessore dell’artista.
Questa capacità di arrivare rapidamente la si trova nelle strade, nei piccoli ritrovi musicali, nei pub… non c’è collegamento stretto tra talento/spontaneità e la possibile visibilità che potenzialmente possono fornirei i media.
Ho ascoltato un solo pezzo di Sal Di Martino, casualmente, e… mi è venuta la voglia di ritornarci su una seconda e una terza volta, e per me questi sono segni precisi che mi spingono ad approfondire.
Sal non è più un ragazzino in attesa spasmodica dell’uscita del suo cd fatto in casa, ma ha una lunga e varia gavetta alla spalle. E’ lui stesso che riesce a sintetizzarla nello scambio di battute a seguire.
A me basta il suo sound, la sua grinta, la musica black che è in lui, la sua miscela fatta di blues e italianità.
E se “Tutto ciò che hai” – la canzone che propongo a seguire – è solo il preludio ad un nuovo album, beh, aspettiamo fiduciosi il risultato.
[youtube id=”XZstyQCKwHM”]
L’INTERVISTA
Domanda d’obbligo, chi è l’artista Sal Di Martino? Mi sintetizzi la tua storia musicale?
Un curioso. Un ascoltatore curioso. La curiosità per tutto quello che non conosco, sia per la musica che nella vita e nell’arte in generale. La curiosità per me è la base della conoscenza. Autodidatta, a 15 anni inizio a suonare basso elettrico e chitarra. Nei primi anni ’90 comincio a suonare Blues con vari session man della scena milanese. La mia curiosità per altri generi musicali mi porta a fondare il gruppo Afro-Reggae MARRABENTA, nato dall’incontro col cantante mozambicano Zac Nhassavele. Nel 1996, per l’etichetta RTI esce il primo CD con il pezzo NZA KURANZA, sigla dell’anteprima del Disco per l’estate 1997, presentata da Fiorello e Paola Barale. Nel 1999 un altro CD, Awimba-Munandi e poi nel 2001 registriamo per l’etichetta ADALPINA, del grande Giorgio Faletti, LA CANZONE DEL SOLE di Lucio Battisti, ospiti d’onore, come miglior versione originale Afro-Reggae ad un festival a Poggiobustone, paese nativo di Battisti. Dopo un viaggio musicale durato 9 anni, tanti concerti e collaborazioni celebri, una su tutte, quella con Tullio De Piscopo, il gruppo si scioglie ufficialmente, con il ritorno di Zac in Mozambico, nel dicembre 2002.
Quali sono gli artisti che ti hanno realmente condizionato e influito sulla tua personale formazione?
Dai grandi del Blues e del Jazz, Charlie Parker, B.B. King e James Brown su tutti, il loro insegnamento nell’arte dell’improvvisazione. Ma soprattutto la loro voce. Lo strumento più bello. Cantautori italiani, Conte, Tenco e De Andrè su tutti, poi gli Area di Demetrio Stratos e poi il grande incontro con la musica definita poi Napolitan-Power da James Senese, con i Napoli Centrale, Pino Daniele, Enzo Avitabile, Enzo Gragnaniello. i fratelli Bennato, Nuova compagnia di canto popolare, mi attraeva questo modo nuovo di comunicare, sia testo che musica, mi colpivano i toni, i modi, i tempi, che poi scoprii più tardi studiando il mio strumento e la mia voce.
Nel 2014 è uscito il tuo primo album solo, scritto a quattro mani con Sandro Verde: soddisfatto dei risultati ottenuti?
Sì, molto. Autoprodotto. Dentro c’è ( quasi ) tutta la mia vita, quasi tutti i ritmi e generi da me sperimentati, suonati e amati. PANEMUSICA parla di tanta vita di strada vissuta, di esperienze, di gente e musicisti che ho conosciuto e vuole essere un mio piccolo omaggio alla vita, all’amore in tutti i sensi, all’amicizia, all’allegria, ai libri, ai film, all’ arte in generale, anche alle avversità che la vita di tutti i giorni ci costringe ad affrontare, non bisogna mai smettere di sognare, mai mollare, cercare sempre il lato positivo delle cose, possibilmente sempre con il sorriso e la grinta e nu’ poco e cazzimma che non guasta mai. Gratificato per il primo premio nella classifica Big Man di Musica di comunicazione efficace P.N.M. con il singolo UNA VITA PIENA DI COLORI e l’apertura degli Open di P.N.M. di un Festival che si terrà ad agosto a Cesenatico, organizzato da Talent Generator Competition Forward You.
E’ stato invece rilasciato pochi giorni fa il video “Tutto cio che hai”: è l’anticipazione di un nuovo lavoro?
Questo 2016 è l’anno delle sorprese, un incontro importante con il regista Antonio Iorio della I-Orion Production ha portato alla realizzazione di questo video per il primo singolo, appunto Tutto Ciò Che Hai, seguiranno altre sorprese. Stay Tuned.
Ascoltandolo mi è venuto spontaneo associarti a Pino Daniele: ritieni di avere punti in comune con la sua musica?
Pino Daniele è un grande artista che ha lasciato un patrimonio musicale meraviglioso, sia nei testi che nella musica. La mia crescita musicale è palese, oggi raccolgo i frutti di tutto quello che ho ascoltato ieri, tra cui Pino Daniele, e ne faccio tesoro sia quando scrivo un testo o una musica, una canzone è un viaggio, un racconto musicale che inizia e finisce nell’arco di tre o quattro minuti, bisogna cercare sempre di dare il meglio, rimanendo veri ed essendo se stessi, senza cercare di scimmiottare o copiare nessuno.
Sono sempre curioso di sapere cosa pensano gli addetti ai lavori dello stato attuale della musica in Italia: tu come lo definiresti?
Oltre a tutta la musica che gira nelle radio, nei reality in tv, c’è un’altra realtà, tantissima musica di gente “sconosciuta alle masse”, ma non per questo meno brava. Bisogna andarsela a cercare, a scovare, è la musica autoprodotta, fuori dagli schemi che impongono le ormai poche etichette discografiche rimaste, dove ci vorrebbero tutti uguali, fatti con lo stampino. Osare, nella musica bisogna osare, bisogna suonare la musica che piace a noi. Bisogna studiare la musica, l’armonia, imparare da quelli che son venuti prima di noi, bisogna andare ad ascoltare la musica dal vivo, farsi un idea di come si sta sul palco, di come ci si rapporta con la gente, tutti i soldi che ho speso a comprare dischi o ad andare ai concerti non rimpiango niente, anzi, ho inventato un acronimo A.P.C.P. ( Arricchimento Patrimonio Culturale Personale). Amate la musica perché la musica è vita, è cultura, è aggregazione, è espressione. LA MUSICA E’ VIVA…
Viene prima il testo o la musica, nel tuo songwriting?
Per quanto mi riguarda faccio tesoro dell’arte dell’improvvisazione su giri armonici che mi piacciono, inventando la metrica e improvvisando parole inventate al momento oppure in inglese/maccheronico. Poi con il mio grande amico/musicista tastierista e programmatore Sandro Verde, arrangiamo e imbastiamo il tutto come farebbe un sarto, chiamando il resto dei musicisti del nostro gruppo MANICOMIO BAND che sono, Mick Iafrancesco al basso elettrico, Gianluca Tilesi alla batteria e il fidato Nicola Zuccalà al clarinetto e Sax.
Mi racconti l’incontro musicale più sorprendente della tua vita, e il più… deludente?
Senza ombra di dubbio una settimana in studio di registrazione con il grande e unico Tullio De Piscopo e il mio gruppo Afro-Reggae MARRABENTA: registrammo un pezzo che è rimasto ancora inedito e non è mai uscito. Grande Musicista, grande esperienza e grande uomo. Quello più deludente non mi è ancora capitato, quando avverrà te lo farò sapere.
Ho letto una tua affermazione… “Se la musica non può cambiare il mondo, la musica può cambiare te… “: quanto sei realmente cambiato attraverso di essa?
Certi testi, certe armonie, certi ritmi ti segnano per sempre e allargano i tuoi orizzonti mentali e inizi a far confronti tra artisti e artisti.
Cosa hai previsto di realizzare per il futuro prossimo?
Per il momento Top-Secret (ah! ah! ah!) siamo rinchiusi in studio a creare. Sarà un buon motivo per risentirci quando uscirà qualcosa di nuovo. Ringrazio te e tutti gli amici.
Facebook Comments