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venerdì, Dicembre 8, 2023

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SIAMO I RAGAZZI DI OGGI … ZINGARI DI PROFESSIONE

di Mariafrancesca Mary Troisi

Stamattina canticchiavo “nella mia testa” Terra Promessa. Non so se vi è mai capitato di cantare (nella vostra testa) una canzone, senza riuscire a schiacciare il tasto stop. La canzone continua ad andare, andare, andare, e vi lascia il tempo di pensare.

In fondo quando una canzone inizia a “ossessionarti”, è perché vuole inviarti un messaggio. Senza fartelo capire subito, forse.

Questo perché siamo distratti, troppo presi dai noi stessi, vittime e carnefici delle nostre frustrazioni.

Ora che ho un attimo per inquadrare meglio i miei pensieri, canto ancora nella mia testa.

Finché qualcosa cambierà/Finché nessuno ci darà/Una terra promessa/Un mondo diverso/Dove crescere i nostri pensieri/Noi non ci fermeremo/Non ci stancheremo … di cercare/Il nostro camino

Non è facile la vita di noi ragazzi (ragazzi di ogni età, ovviamente), noi che proviamo ad affacciarci al “magggico” mondo della musica. Siamo un po’ zingari di professione, come dice la canzone.

Prigionieri in sbarre che ci costruiamo da soli, di un mestiere che ci toglie le ore di sonno, un minimo di spicci in tasca per poterci pagare almeno una pizza, e tanti tanti vaffa … che rimangono incastrati alla bocca.

Ma in cambio ci dà la forza e la voglia di far vivere ogni giorno una Passione.

Se qualcuno mi chiedesse di rinunciare completamente a questo, garantendomi in cambio la tranquillità economica, gli risponderei che è un pazzo.

Perché i sognatori non si possono arginare, né comprare. I sognatori sono capaci di sognare, mentre tutti quanti gli altri dormono soltanto.

Il mio scopo non è diventare famosa, non lo è mai stato. Che me ne frega di quello. Il mio scopo è provare a far emozionare le persone. Con quello che scrivo.

Ho un foglio e ho una penna. In apparenza non ho nulla, ma in realtà ho tutto. Ho la possibilità di creare dal nulla. E non è poco.

Siamo fortunati noi ragazzi con una passione.
Fortunati sì. Pensate a tutti quelli che rinunciano a inseguire i loro sogni perché non hanno il coraggio di provarci.

Per quanto possa essere dura, noi non molliamo. Abbiamo una passione che ci fa sentire vivi.

Forse tanti di noi dovrebbero mettere da parte la convinzione di essere dei “geni incompresi”, e sporcarsi un po’ le mani con le critiche che gli vengono fatte.

Sarà che quando qualcuno mi dice qualcosa, io non la recepisco mai in maniera negativa. Quella persona ha perso il suo tempo con me, e mi ha fatto già un grande regalo.

Se vuole darmi anche un consiglio, io devo essere abbastanza intelligente da saperlo sfruttare.

Senza pensare di essere “la meglio” (de che?), e offendermi se quello che ha letto/ascoltato non gli è piaciuto fino in fondo.

Si migliora accettando i consigli e le critiche, non aggirandoli con la presunzione di essere già il top.

E poi c’è un’altra cosa che dovremmo smettere di fare …

Smetterla di autoreferenziarci e sponsorizzarci ogni santo giorno. Ma che cosa gliene frega agli altri se pensiamo di essere i migliori?

Lasciamo che lo dicano gli altri. E non gli amici, che non sono mai dei giudici abbastanza obbiettivi. Non ti diranno mai che quello che fai fa schifo, per paura di offenderti. Leviamoci di dosso la supponenza.

Quanto è brutto “credersela”, tirarsela. Qui c’è un’unica cosa da fare. Tirare a campare. E ancora non l’abbiamo capito.

E se troviamo qualcuno più bravo di noi, invece di rosicare, diciamoglielo, e proviamo a prendergli in prestito qualcosa.

Quello che gli viene meglio, se siamo capaci.

Ma soprattutto … proviamoci. Bussiamo a tutte le porte possibili, prima o poi qualcuno ci farà entrare. Qualcun altro ci farà addirittura accomodare a tavola. Ma niente ci è dovuto. Questo non va dimenticato.

Quando si entra a casa di qualcuno, bisogna sapersi presentare.
Io provo sempre un grande imbarazzo quando “busso”, perché non mi sento mai all’altezza.
Provo imbarazzo perché se non fossi capita (non apprezzata, CAPITA!), mi spiacerebbe.
Imbarazzo perché sto rubando del tempo a qualcuno.
Imbarazzo verso me stessa, perché non so se ho dato “il mio meglio”. Se ho perso un’opportunità.

L’oppurtunità ce la possiamo dare soltanto noi, a dispetto di tutte le possibili porte chiuse.

Siamo i ragazzi di oggi … zingari di professione …Con una terra promessa in mano, senza rendercene conto.

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