In questi ultimi anni, e specialmente con l’arrivo del Festival, un dubbio mi attanaglia: sono io che sono diventato vecchio e non riesco più a capire “la musica che mi gira intorno” in Italia, o sono quelli che si occupano di musica, creativi e discografici, che non sono più capaci di fare il loro mestiere?
È un dubbio che mi spaventa, anche perché ogni critica che mi viene da muovere ho il timore che appaia venata da gelosia o invidia. Poi mi dico però che non posso certo invidiare chi produce oggi musica, chi scrive canzoni, chi produce, perché non riconosco più un ambiente in cui ho trascorso quasi 45 anni con alterne fortune, e dal quale sono stato ampiamente ripagato.
Purtroppo non mi piace quasi nulla di quello che sento, l’ho già scritto più volte, e a parte qualche rara eccezione, tutto mi annoia mortalmente.
Ho sentito con attenzione, anche quest’anno, le canzoni di Sanremo. Alcune veramente inascoltabili, come se fossero uno scherzo, tipo “Dai, abbiamo fatto sta cosa, ma non prenderci sul serio”, altre appena passabili, nessuna che mi abbia colpito al cuore, che mi abbia davvero emozionato.
Ho visto su quel palco artisti che, con tutto il rispetto, dovrebbero appendere il microfono al chiodo, e dire basta, mi metto da parte e lascio il posto a qualche giovane talento… Ah, già… Ma quale giovane talento?! Quest’anno ho notato solo due giovani che hanno qualche freccia al loro arco, i due finalisti. Gli altri sono da dimenticare.
Ciò che più mi meraviglia e’ che nessuno si accorga del livello bassissimo delle canzoni presentate a Sanremo, accade ormai da anni. Sempre peggio, sempre più in basso. Forse sarà anche per questo che, forse un po’ presuntuosamente, vorrei vedere nascere l’ Officina della Musica e Delle Parole. Non sarò certo il salvatore della patria, ma qualcosa, insieme agli amici che mi accompagneranno, forse potremo fare.
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