Ha detto cose più sensate e profonde Roger Waters in 20 minuti di intervista su La7 rispetto a ciò che sento ogni giorno da quasi tutti i politici italiani.
Ospite alcuni giorni fa di Piazza Pulita, il leader dei Pink Floyd si è scagliato contro i politicanti americani ed europei che nel corso degli ultimi 15 anni hanno giustificato ogni tipo di conflitto, dimenticando di citare le vere ragioni (economiche) per le quali si combatteva.
Waters è apparso molto toccato anche da questa guerra a pezzi che stiamo vivendo, avendo perso il nonno nel primo scontro mondiale e il padre nel 1944, quasi alla fine del secondo conflitto bellico. Toccato, dicevo, ma anche molto lucido nell’analizzare la soluzione attuale e nel lanciare un messaggio che non è sembrato fine a sé stesso.
L’artista da sempre si batte per i diritti umani e contro le guerre, prendendo posizioni anche scomode come quelle a favore della Palestina.
Le domande di Formigli sono state adeguate, anche se certe volte sembrava non si volessero toccare alcuni temi e si volesse banalizzare un po’ troppo la discussione. Ho trovato abbastanza insensati ad esempio, i paragoni tra l’Isis e il Nazismo, con una domanda a questo proposito, sulla possibile giustificazione di un’eventuale nuova guerra.
L’argomento centrale dell’intervista è stato comunque il film “The Wall”, splendido concerto-documentario che collega musica e tragedia, privato e pubblico di Roger Waters e che arriva a 37 anni da quell’opera rock senza tempo che ha fatto la storia della musica mondiale.
Nella pellicola il Roger di adesso inizia un viaggio tra la Francia e l’Italia, combattendo contro i fantasmi del passato e in una scena molto significativa, si vedono anche i suoi tre figli vicino alla tomba del nonno, per evitare forse che la memoria di quella morte e di quegli orrori venga cancellata dal tempo.
A fare da contorno a queste scene, ci sono poi gli intermezzi musicali dell’album The Wall presi dai più recenti concerti di Waters, che a livello visivo, mettono in campo dei colori molto più vivi rispetto alle cupe e intime immagini dell’altra parte del film. Un contrasto convincente, almeno da quanto ci è sembrato di scorgere dai trailer del Dvd e del Blu Ray in vendita dal 2 Dicembre.
Questo film rappresenta un modo per continuare a respirare la gloriosa storia dei Pink Floyd, colonna sonora dell’orrore del mondo.
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