di Athos Enrile
Ancora una volta mi trovo a parlare di qualcuno che ci ha prematuramente lasciato, Maurizio Arcieri.
In questo momento di perdite a ripetizione, è facile notare come ci siano grandi differenze nella diffusione di notizie relative, e certamente Maurizio avrebbe meritato maggior spazio, nell’atto finale. Conobbi la musica dei New Dada, di cui era vocalist, quando ero un bambino, e già allora percepii che dietro a quello gruppo c’era qualcosa di più che non la semplice coverizzazione di brani stranieri, fatto normale in quei giorni. Ben presto il tutto sfociò in progetti personali che videro la nascita successiva dei Krisma, con la moglie Christina.
Credo sia lecito parlare di artisti che si conosco attraverso il loro lavoro e per mezzo dell’immagine che si è concretizzata, più o meno realistica, ma è ancor meglio quando chi conosce bene le cose, da vicino intendo, le mette a disposizione della comunità, ammesso che il racconto non rappresenti una eccessiva intrusione nel privato.
Ho provato a chiedere ad Antonio Cocco, ex discografico che ha conosciuto bene, benissimo, Maurizio Arcieri, e disegna così qualche immagine di quei giorni.
Se dico: “La sregolatezza, la trasgressione, la cultura, Il genio, il coraggio?”.
Poi pragmatismo e una buona dose di cinismo compensato da una grande generosità! Aggiungo che con questi elementi ha attraversato la sua vita!
Verrebbe da dire: ” E POI?” Ecco… e poi ci vorrebbe un libro!
Confesso che fra i tanti personaggi che ho avuto la fortuna di conoscere, non solo in campo musicale, lui aveva, secondo me, una dote unica che appartiene a pochi, quella di riuscire a intrattenere una o più persone parlando di tutto senza annoiare e senza cadere nello scontato o nel banale. Musicalmente difficile fare una sintesi, ma ci provo.
New Dada, (rock) poi semplicemente Maurizio (melodico romantico): 5 minuti, I giochi del cuore, poi un LP, Trasparenze, album innovativo sia ne brani che nelle sonorità. Poi un pomeriggio e sera, in sala di incisione con Pinuccio Pirazzoli e Lorenzo Raggi, tirano fuori un album che direi nostalgico e che conservo con cura, e infine il salto nel punk e nell’elettronica. Prime tastiere elettroniche Roland Micro composer, esperimenti geniali come quello di affidare ad una pallina da tennis varie note durante il gioco, sincronizzarle e sentire che musica veniva fuori. Se si pensa ai tanti cantanti che, ottenuto il successo con un brano, tendono a ripetersi e a non innovare, si può capire il coraggio di Maurizio. L’unico artista che ha avuto la forza di cambiare, rimettersi in gioco e investire sul suo futuro. Trasferimento a Londra incontro con Vangelis, e poi Hans Zimmer che lo ha raggiunto per il tour Italiano. Testi assolutamente fuori dal comune, scritti con un mio amico inglese, Peter Sibley. Mi ricordo di una canzone dedicata a Peggy Guggenheim, decisamente dissacrante. Solo musica? Ma no! E’ stato il primo a capire e sfruttare la tv satellitare inventando una trasmissione televisiva che mostrava cosa succedeva nel mondo.Purtroppo, insisto, difficile sintetizzare “Maurizio Arcieri”. Bisognerebbe parlare anche di Christina, sua moglie, parte attiva nei Krisma. Io, moglie e bimbi piccoli, abbiamo passato giornate fantastiche a Gignese, nella sua villa e loro se ne ricordano ancora.
Grazie per le serate in giro all’Altro Mondo di Rimini e in altre discoteche, grazie per le lezioni di vita che mi hai dato. Stop non ricordo l’anno.
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