Ho conosciuto Francesco Bardozzo, in arte Oberlunar, Morgan ci ha presentati virtualmente in una delle sue tante chat.
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Leggendo i suoi post, ho percepito subito che era una persona speciale. Qualche mese dopo, esattamente un anno fa, ero ospite in una trasmissione di Radio Popolare insieme ai Pillheads, nella quale il tema era l’intelligenza artificiale applicata alla musica. Il conduttore Giuseppe Fiori chiamò in diretta al telefono Oberlunar e dopo averlo sentito parlare, avvertii ancora la stessa impressione, che diventò poi una certezza. Oberlunar è un italiano speciale, di quelli che si incontrano raramente.
Artista, musicista, massimo esperto di intelligenze artificiali generative, programmatore, docente. Tante competenze in una unica identità. Cominciai così a comunicare con lui sui social. Gli proposi di scrivere un capitolo sul mio libro “Il Futuro della Musica” (Tempesta Editore) e lui mi aprì al mondo dell’AI, fino allora da me, poco conosciuto. La nostra sinergia si estese per mesi, durante i quali, incontrandoci, concepimmo l’idea di un docufilm. Quest’ultimo avrebbe esplorato con equanimità il ruolo dell’AI nel panorama artistico, focalizzandosi sull’influenza di tali tecnologie sulle creazioni musicali.
Solo allora appresi che Oberlunar si distingueva come un pioniere tra le nuove leve di musicisti italiani, avendo dato vita a opere sperimentali generate interamente da intelligenze artificiali. Queste ultime erano state nutrite tanto dalle sue creazioni musicali quanto da una reinterpretazione innovativa delle composizioni di Bach.
Non solo, successivamente appresi che Oberlunar aveva creato quei lavori utilizzando Intelligenze artificiali che aveva programmato e addestrato lui stesso. Così realizzai appieno cosa volesse dire quando si presentò per la prima volta con un fare ironico: “Ciao, sono Oberlunar, il Principe dei Meta-autori Artificiali”. A quel punto esclamai una parola che avrò usato solo un paio di volte nella mia vita, ma sentito nei talent show almeno mille volte: WOW!
Chiesi a Oberlunar di arrangiare un brano per il mio nuovo album discografico: “Machine Symphony”. Il giorno dopo aver ricevuto diversi file audio mi inviò, quasi istantaneamente, 12 tracce separate del suo arrangiamento realizzato con le sue stesse AI. Meraviglioso! Ma non è finita qui.
Pochi giorni fa Oberlunar mi ha inviato la sua ultima creatura: il videoclip “Echoes” che sembra diretto da Ridley Scott con un budget stellare. Invece l’ha fatto Oberlunar con il costo paritetico a una pizza e una notte di lavoro – perchè lui lavora di notte.
Dopo aver visto le prime inquadrature, posso affermare che Oberlunar è l’incarnazione del “ritorno al futuro”, un uomo di 37 anni che sembra provenire da un altro pianeta, dallo spazio, ma che per sua “sfortuna” vive in Italia, un Paese talmente ancorato al passato che ha paura delle nuove tecnologie. Come nel film “Ritorno al Futuro” di Robert Zemeckis (1985), Oberlunar appare oggi, come l’attore Michael J. Fox nella scena in cui esegue un assolo di chitarra elettrica con il suono distorto alla Hendrix, in una epoca come quella degli anni 50, nella quale il massimo dell’effettistica chitarristica era il vibrato. Oberlunar è il doctor Brown dell’intelligenza artificiale, una scienza che insegna da anni all’Università e in molti workshop all’estero.
“Già In passato ho delineato la visione delle Intelligenze artificiali come distanti e razionali “echi” sintetici, riflettenti l’irrazionalità intrinseca dell’essere umano. Questa analogia emerse osservando una crescente inclinazione nell’ambito musicale a rendere artificiale ogni elemento, soffermandomi, in particolare, sul fenomeno degli echi e dei riverberi, originariamente generato in contesti naturali, e oggi sintetizzati algoritmicamente.”
Nel nuovo video musicale ‘Echoes’, le riflessioni di Oberlunar all’apparenza rilegate al mondo della produzione musicale ci portano a una considerazione più ampia e ad osservare una crescente tendenza all’artificializzazione dei gusti personali, del pensiero e persino della dimensione irrazionale umana fino ad arrivare al momento critico, dove ormai cervelli privi di corpi fisici – se non virtuali – sono tutti cablati in armadi dentro stanze-server e trattati come materia bio-computazionale.
Ma ahimè… gli stessi cervelli sono attaccati da ‘parassiti’ naturali, che poco hanno a che fare con l’artificialità che ci divora… dei roditori. Così l’utopia artificiale diventa la distopia del mondo e le stesse entità ormai ridotte alle loro stesse proiezioni artificiali, assuefatte e latenti, restano indifferenti alla distruzione del loro mondo virtuale senza aver modo di tornare indietro. Con l’emergere di intelligenze artificiali di nuova generazione, quali SORA e Gemini, Oberlunar non curante della legge di Moore, si conferma nuovamente pioniere sia nel panorama italiano che internazionale con delle AI di “vecchia” generazione, vintage (ovvero Runway GEN1/GEN2, Midjourney, Microsoft Designer, etc..).
La sua produzione musicale, interamente generata da algoritmi artificiali e accompagnata da un videoclip realizzato mediante tecniche di intelligenza artificiale, sottolinea uno dei tanti traguardi che questo artista ha raggiunto nel corso della sua carriera. Un’impresa che, una volta di più, evidenzia la sua capacità di anticipare le tendenze e di integrare le innovazioni tecnologiche nell’arte musicale. Basti soltanto pensare che i brani di ‘Elegans’, dai quali è stato estratto ‘Echoes’, sono generati da una AI disegnata con la stessa struttura del sistema nervoso del Caenorhabditis elegans (un verme nematode fasmidario lungo circa 1 mm). L’obiettivo innovativo era quello di avere una AI che replicasse la struttura di un vero essere vivente.
Questo processo è stato raccontato dallo stesso Francesco Bardozzo (in arte Oberlunar) in una ricerca scientifica che verrà pubblicata in versione integrale su Neurocomputing – e della quale una anteprima è disponibile qui. Al di là della componente artificiale, il video in sé realizza l’incedere dei motivi musicali al tempo di immagini e bagliori in un affascinante capolavoro visivo che non solo intrattiene, ma profondamente interpella lo spettatore sullo scenario artificiale.
Se confrontassimo i lavori di Oberlunar, sia in termini scientifici che artistici, con il jurassico stile e povertà produttiva della maggior parte dei prodotti delle pop star nostrane raggiungeremmo una tragica conclusione, il confronto sarebbe pari a quello di guardare a un treno a vapore dell’Ottocento e il Maglev, il treno proiettile a levitazione magnetica giapponese.
La regia e la colonna sonora del videoclip sono dello stesso Oberlunar. La Produzione è della Società Redshift Art and Culture Publishing, che sta producendo anche un importante docufilm sull’ AI applicata alle opere di ingegno, con la collaborazione di importanti atenei italiani.
“Echoes” tratto dall’album “Elegans” di Oberlunar
Etichetta Discografica RUPARUPA Records
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