Si è spento a Roma il 15 settembre scorso all’età di 92 anni, ne avrebbe compiuti 93 il prossimo 28 ottobre, Franco Migliacci, uno degli autori più apprezzati della discografia italiana.
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Il suo ingresso nel mondo dello spettacolo avviene vincendo un concorso che gli consentirà di entrare nel magico mondo di Cinecittà. È qui che conosce l’amico Domenico Modugno ed è con lui che cambierà il mondo della musica leggera italiana. Nel 1958 i due “squattrinati” (così definisce loro Franca Gandolfi, anche lei attice e moglie di Modugno, in una recente intervista a Domenica In) presentano al Festival di Sanremo di quell’anno la loro “Nel blu dipinto di blu”.
L’idea di quel testo nasce da un momento di sconforto, come in un quadro di Chagall da cui Migliacci è fortemente ispirato, Franco vuole sparire con le mani dipinte di blu nel cielo notturno, comincia a scrivere parole qua e là che, assieme alla determinazione e voglia di rivalsa dell’amico Domenico, diventano la canzone che tutti conosciamo e che ha portato loro in giro per il mondo, in quell’anno (Franco ha 27 anni, Mimmo ne ha 30) vincono il Festival di Sanremo e arrivano terzi all’Eurofestival, quello che oggi conosciamo come l’Eurovision Song Contest.
Questo successo lo fa entrare di diritto nel mondo della discografia che in un primo momento aveva guardato con diffidenza e per il quale scriverà successi che ancora oggi sono i brani più rappresentativi per molti artisti.
Uno su mille… volevo dire uno su tutti è Gianni Morandi di cui è stato primo produttore e autore di brani come: “Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte”; “In ginocchio da te”; “Non son degno di te”; “La fisarmonica”; “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones”; “Un mondo d’amore”; “Chimera”. Sara proprio “Uno su mille” scritta da Franco Migliacci che riporterà Gianni Morandi al centro della scena musicale, dopo un lungo periodo lontano dal palcoscenico.
Un decennio, quello dei favolosi anni ’60, che lancia artisti che scalano le classifiche ancora oggi e consolidano le qualità dell’autore e produttore Franco Migliacci.
Due anni dopo aver volato in giro per il mondo con “Nel blu dipinto di blu”, Migliacci, con le sue parole e l’interpretazione di un’artista straordinaria come Mina, pubblica “Tintarella di luna”, brano che lancia la tigre di Cremona nel mondo della canzone. È del 1962 “Come te non c’è nessuno” portata al successo da Rita Pavone. È del 1964 “Una rotonda sul mare” scritta per Fred Bongusto. Per Nada, tra le altre, scrive “Ma che freddo fa” e “Il cuore è uno zingaro”, canzone quest’ultima vincitrice del Festival di Sanremo del 1971 che Nada presenta in coppia, come avveniva nelle edizioni di quel periodo con Nicola di Bari. Non contento del primo posto, troviamo un altro brano scritto da Migliacci al secondo posto di quell’edizione, si tratta di “Che sarà” interpretata da José Feliciano e dai Ricchi e Poveri nella formazione al completo.
Ripercorro la discografia di Migliacci e contemporaneamente immagino la storia del costume del nostro paese che continua a cambiare.
Come avviene per gli autori più grandi, Migliacci ha la sensibilità e l’estro di scrivere anche per i più piccoli, a cavallo degli anni ’80 si dedica alla scrittura di alcune sigle per cartoni animati sono sue “Heidi”, in cui le caprette fanno ciao alla protagonista del noto cartone e la prima sigla di “Lupin (fisarmonica)” cantate rispettivamente da Elisabetta Viviani e dal gruppo Castellina Pasi. Nel 1993 torna a scrivere l’ultimo successo per Domenico Modugno “Delfini (sa che c’è)” che l’amico del primo grande successo interpreta assieme al figlio Massimo. Nel 1994 è chiamato dal genio Gianni Boncompagni per scrivere un brano dell’esordiente Ambra, sua pupilla di “Non è la Rai”, per lei scrive un brano oggi considerato iconico: “T’appartengo”.
Migliacci è stato un protagonista assoluto dal secondo dopo guerra agli anni duemila, con le sue parole, i suoi testi, le sue intuizioni, ha saputo interpretare al meglio il nostro paese, ne sono la dimostrazione i suoi brani rimasti indelebili nella memoria di tutti noi. Possiamo dire che oggi la musica, con la scomparsa di questo grande artista, è rimasta senza parole!
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