Fare Sanremo quest’anno la trovo una cosa di cattivo gusto. Non è una questione di sicurezza è una questione etica. Bruceranno soldi, tanti soldi in faccia ad una folla di lavoratori fermi da un anno.
È di cattivo gusto tutto, anche l’ironia di Fiorello che passa ogni sera in prima serata dove fa il paraculo. Lavorerà una nano particella di gente rispetto a quelli che sono a casa a fare testa e muro. Qualcuno ha cambiato lavoro, qualcuno non ha retto e non è più di questo mondo. Questi ristori servono come la “r” della scritta Marlboro.
È di pessimo gusto mettere in piedi un carrozzone che fa bene solo a chi sta già bene. Ho visto che nei duetti compaiono anche i lavoratori dello spettacolo come quando al circo ti fanno fare la foto con l’elefante. Soldi bruciati in faccia a chi si sta morendo di fame.
Un anno senza Sanremo non avrebbe cambiato nulla specialmente perché questi dischi che usciranno chi li compra? I ragazzini comprano le copie solo per farsi la foto col cantante a qualche firmacopie poi prendono il cd e lo mettono nell’indifferenziata. Il mondo della musica sembra non capire che sono anni che vende selfie e post su instagram.
Gli artisti più svegli fanno pubblicità dai loro profili ad abbigliamento trucco creme (vale anche per i fantastici amici d’oltreoceano).
Quelli che vendono la musica sono gli imprenditori nel settore dei live. Il concerto è l’unico posto dove volenti o nolenti regna la musica (anche brutta ma comanda). Il resto sono chiacchiere e lo so che questo discorso va nel sedere a tutti i dipendenti e agli amministratori delegati delle etichette grosse. Ma siete una minoranza
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