I Flaming Lips hanno offerto un live speciale al programma tv “The Late Show” di Stephen Colbert
Ai tempi del Coronavirus succede di tutto, anche vedere musicisti suonare dentro delle bolle giganti.
Provocazione che prende spunto da situazioni e idee estreme che hanno affollato questo periodo? Una soluzione drastica per affrontare il problema del distanziamento sociale a cui la pandemia ci obbliga? Certo è che la musica live, più di ogni altro settore, sta pagando il prezzo più alto riguardo alle conseguenze dell’emergenza pandemica.
E così i Flaming Lips l’altra sera si sono presentati sul palco del “The Late Show” di Stephen Colbert ognuno chiuso nella sua bolla di plastica, con tanto di guanti e mascherine. La band a sorpresa (nella sorpresa) non ha suonato il nuovo singolo Flowers of Neptune 6 (interpretata insieme all’artista country Kacey Musgraves), ma si è esibita con il brano Race for the Prize, estratto dal loro album del 1999 The Soft Bulletin.
Insieme alla band anche il pubblico era chiuso in bolle giganti.
La band rock statunitense, che in questo modo ha sicuramente fatto venir voglia di “pogare” all’interno di quelle bolle, si è posta in controtendenza rispetto al suonore in streaming degli altri loro colleghi.
Tra le altre non è la prima volta che il leader del gruppo si esibisce in una bolla. Lo aveva fatto in passato, in tempi non sospetti e senza Coronavirus che incombeva. Uno dei momenti classici di un concerto dei Flaming Lips è senza dubbio quello in cui Wayne Coyne entra in una gigantesca bolla di plastica e fa crowdsurfing sul pubblico.
Ma in questo caso la realtà supera di gran lunga anche il più fantasioso meme.
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