I professionisti e lavoratori dello spettacolo e della cultura – riuniti in un Coordinamento nazionale di realtà, collettivi e movimenti autonomi indipendenti – oggi sono scesi in piazza in 13 città italiane, da piazza Duomo a Milano a piazza Plebiscito a Napoli, da piazza Verdi a Palermo a Piazza San Giovanni a Roma fino a Bari, in piazza della Libertà.
L’appuntamento era alle ore 15.00 e tutti insieme hanno manifestato affinchè fossero ascoltate le legittime richieste di una categoria colpita dall’emergenza Covid-19 e “che ha ‘fame’ di cultura“.
La manifestazione, organizzata da “Professionisti Spettacolo e Cultura Emergenza”, ha voluto mandare un messaggio chiaro al Governo, dicendo “con fermezza e determinazione che la Cultura non può essere più secondaria a niente“.
“Siamo in piazza per dire a voce univoca #convocateci e finché non ci sarà un incontro, noi saremo pronti a mantenere uno stato di agitazione permanente dello spettacolo e della cultura in Italia”, scrivono gli organizzatori della protesta dei lavoratori “che si riconoscono negli art. 4, 9 e 33 della Costituzione Italiana, nella cultura etica del lavoro, nei suoi doveri e nei suoi diritti“, questo quanto detto dai manifestanti.
E ancora, come si legge in un comunicato, in cui sono elencate le richieste principali rivolte alle istituzioni:
“Il 19 maggio abbiamo richiesto un incontro alle istituzioni (presidente Conte; ministro Franceschini e ministro Catalfo) e la risposta è stata: il SILENZIO.
Queste le richieste: un reddito di continuità che traghetti il comparto culturalefino alla ripresa piena dei singoli settori e ne tuteli e garantisca l’esistenza, salvaguardando i rapporti di lavoro in atto, anche attraverso incontri politici e tecnici, quindi alla presenza di ministeri e Inps. E, oltre a questo, un tavolo di confronto tecnico-istituzionale immediato sulla riapertura, fra lavoratrici, lavoratori, sindacati, governo e istituzioni, che abbia come priorità: salute per lavoratori, lavoratrici e pubblico; protocolli di sicurezza; finanziamenti pubblici; strumenti di riforma, sia per la ripartenza in presenza, che per una virtualità sostenibile e democratica“.
Facebook Comments