Le polemiche si sprecano nei giorni della Kermesse canora più popolare e più importante d’Italia. E’ sempre successo sin dagli albori e sempre succederà.
E anche quest’anno non si è stati da meno, partendo dalla questione dei migranti e finendo agli ascolti in calo.
Ma c’è un’altra questione che ha tenuto banco in questa edizione (e anche in quella scorsa, a dir la verità), ed è che dei 24 artisti in gara, solo 6 sono donne.
Questa palese realtà non è passata inosservata agli occhi degli addetti stampa che ieri l’hanno fatta notare al direttore artistico, che, a sua volta, ha replicato dicendo semplicemente che è una questione di “statistica”, dato che sono arrivate al vaglio della commissione meno proposte femminili rispetto a quelle maschili.
Beh, che il mondo musicale, come altri settori, sia predominato da figure maschili, non è un mistero, ma semmai una triste realtà di cui Sanremo ne è solo il perfetto riflesso. Ci sono poche figure femminili nel mondo delle case discografiche, poche nel mondo delle produzioni, poche autrici, poche musiciste, poche management, poche promoter, poche addette stampa. Insomma, le donne non hanno lo stesso posto al sole degli uomini in quest’ambiente, e diciamocelo una volta per tutte senza remore e tentennamenti.
Tutta la premessa sopra esposta è importante per meglio spiegare i fatti di cui è stato protagonista ieri Francesco Renga, che intervenendo subito dopo Claudio Baglioni, ha replicato alla dichiarazione di quest’ultimo dando una sua personalissima quanto inopportuna spiegazione, tanto fuori luogo quanto incomprensibile. Renga ha fatto intendere che il fatto che ci siano meno donne al Festival è dovuto esclusivamente a motivi di “vocalità”, perchè “la voce maschile è più armoniosa, più gradevole; invece, le voci femminili aggraziate, belle, dolci sono sicuramente poche, molte di meno di quelle maschili”.
Baglioni capisce subito la caduta di stile di Renga e ne prende subito le distanze: “Potete dissociarvi”.
Il pubblico ovviamente non ha gradito, come non lo ha fatto nemmeno il web che è insorto, e per una volta a giusta ragione.
Anna Foglietta, anche lei presente, ha cercato di sdrammatizzare, facendo presente che il problema delle quote rosa riguarda anche il cinema, come anche la società tutta, dalla politica, alla scuola, al lavoro ecc. ecc.
Ma Renga è sembrato non capire di stare a camminare su di una sottile linea rossa e imperterrito ha aggiunto:
“Non è un caso che ci siano molti più cantanti maschili, è che la voce maschile ha una gradevolezza migliore, quella femminile ha frequenze diverse, vengono apprezzate veramente solo quando sono davvero speciali”.
A quel punto il “caso” è scoppiato, la polemica si è accesa e Renga ha cominciato ad essere sommerso da decine e decine di proteste, a tratti anche pesanti, da parte del popolo della rete, tanto che l’artista, ad un certo punto, è stato costretto a scusarsi e precisare le sue dichiarazioni mediante una nota informativa, come di seguito:
“Ieri nel cercare di esprimere un concetto tecnico mi sono incartato e ho finito per dire una cosa sbagliata. Capita. E me ne scuso. Tengo solo a sottolineare che le donne sono il centro della mia vita e accusarmi di sessismo significa strumentalizzare un’opinione. Capisco che la polemica è il sale dei dibattiti e mi dispiace di averla incendiata esprimendo male un pensiero. Se dico che per una questione di frequenze una voce femminile sia più rara e per questo anche più preziosa, accetto che ci sia chi non la pensa come me ma mi ferisce chi va oltre tirando in ballo il sessismo. Ci tenevo a chiarire perché sul tema uomo/donna, che è decisamente più alto di un dibattito sulle frequenze vocali, non accetto strumentalizzazioni. Spero che le persone in buona fede capiranno che non c’è nulla di più lontano del maschilismo nel mio modo di vedere le cose. Tutto qua”.
Non pensiamo che Renga sia un sessista, ma siamo dell’opinione invece che la prossima volta, l’uomo e l’artista Francesco Renga, dovrebbe pensare prima di proferire parola, dovrebbe capire quando è il momento giusto per dire certe cose, perchè le parole da lui dette, in quel frangente, sono state davvero inopportune, soprattutto perchè ci auguriamo che non sia vero il fatto che la Commissione abbia tenuto poco in considerazione le donne solo perchè quest’ultime hanno una voce “meno gradevole” degli uomini… quando invece il problema è ben altro, caro Francesco.
Noi donne dobbiamo già faticare 4 volte di più degli uomini per farci rispettare e prendere sul serio, a parità di competenza, bravura e risolutezza. Non ci servono altri uomini che trovino delle ulteriori motivazioni artificiose per relegarci sempre di più in un angolo, giustificando con teorie senza senso la nostra emarginazione nel mondo del lavoro, che sia esso musicale o in altro ambito.
Caso chiuso!
EVVIVA LE DONNE SEMPRE E COMUNQUE…
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