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martedì, Ottobre 3, 2023

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La noia della prima serata del Festival di Sanremo – Pagelle e impressioni del direttore

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di Mela Giannini

Si è finalmente “consumata” la prima serata di un Festival della canzone italiana che, date le polemiche e le aspettative che l’hanno anticipata, si pensava fosse davvero di difficile approdo, quasi rovinoso, su quel dell’Ariston. Ed invece è stata solo noia e poca musica buona… come sempre.
E poi, 4 ore di festival sono decisamente e diabolicamente TROPPI!!!

Ma vediamo i precedenti

Prima la questione “migranti” e le dichiarazioni (giuste e di buon senso) del direttore artistico, Claudio Baglioni, che avevano scatenato attacchi di bile del popolo da bar che vomita odio senza senso nella “rete fognaria”. Dopo le mezze dichiarazioni dei vertici Rai che giuravano l’assenza di Baglioni al Festival per il 2020, come a bacchettare l’artista mettendolo in punizione. Poi la questione, ben più seria, del conflitto di interessi tra Baglioni stesso, la sua agenzia per i tour F&P Group e la Rai, e qui i vertici Rai – espressione di un governo che vorrebbe (il condizionale è d’obbligo) tutti onesti e trasparenti – hanno invece ipocritamente difeso il direttore artistico. Per carità, non è che il buon Claudio andava messo in croce. Baglioni rimane sempre il grande artista qual è, con una carriera alle spalle che dovrebbe far zittire tutti. Ma quello che almeno si aspettava erano delle risposte concrete a delle precise domande. Ma nulla!

sanremo

I fatti

Comunque, come dicevo, la prima serata del 69mo Festival della canzone italiana ha aperto i battenti alla kermesse targata 2019, mostrando sin da subito tutti i suoi limiti, soprattutto per quanto riguarda la deludente conduzione, quella tra Bisio, Raffaele, Baglioni, che almeno nella prima serata, ha fatto rimpiangere, e non poco, il trio Favino, Hunziker e Baglioni dell’anno scorso.

La delusione cade soprattutto su Claudio Bisio, che con il suo poco ironico, controllato e poco coraggioso (per usare un eufemismo) monologo sui “migranti”, usando i testi di Baglioni, ha intristito tantissimo. E’ sembrato quasi che il comico si sia genuflesso ai voleri dei vertici Rai, camminando pianissimo sulle uova per non romperne nessuno, per non dar fastidio a “nessuno”.

Nemmeno la Raffaele è stata al top durante la serata, benchè sia stata, sul palco, la migliore dei tre conduttori.
Unico momento divertente della serata è stato, forse, la rivisitazione della famiglia Adams fatta dal trio.
Ma diamo ai tre il beneficio del dubbio: era solo la prima serata, i tre devono ancora rodare e speriamo che il meglio deve ancora venire.

Comunque, in definitiva, la colpa non è tutta dei conduttori, perchè gli autori del programma hanno avuto la loro parte della colpa: i testi del programma non hanno eccelso per nulla. Le battute erano prevedibili (come quella dei due Claudio), noiose e vecchie.

sanremo

Ospiti

Gli ospiti non sono stati da meno nel calderone della noia. Si è riusciti a sprecare anche l’ospitata di Favino (che ha dimostrato invece quanto bravo sia come presentatore all’Ariston. Io gli farei condurre da solo il prossimo Festival) in un improbabile mix di musical, e dell’attore Claudio Santamaria, in un triste omaggio al Quartetto Cetra.

Sull’ospitata di Giorgia ci sono poche cose da dire: bella voce, grande artista e tutto quello che vogliamo. Ma durante la sua esibizione nessuna novità, nessun sussulto, nessuna anima vagante. E’ successo tutto esattamente quello che ci si aspettava, un grande esercizio di tecnica vocale, a tratti solo fine a se stesso, che ha dimostrato quanto l’artista sia l’amante più grande della sua stessa voce, in un rapporto edonistico a tratti inquietante.

E dei Bocelli cosa dire invece? Andrea è un grandissimo artista e sul palco dell’Aristo ha dimostrato che tutto il successo internazionale ottenuto è assolutamente meritatissimo.

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Artisti e brani in gara

Cosa dire poi dei concorrenti in gara e delle loro canzoni?! Chi scrive aveva avuto accesso ai preascolti (che sono brevi ascolti in anteprima dei brani in gara al Festival), che di solito non sono totalmente affidabili per poter esprimere giudizi infallibili, perchè i brani vanno ascoltati per intero e più volte affinchè si possa avere un quadro totale della produzione di ogni brano. Per cui, anche quest’anno il giudizio sulle canzoni è un po’ mutato dopo l’ascolto live sul palco dell’Ariston, anche se, in linee generali, alcuni brani rimangono dei giganti tra un mondo di lillipuziani quali sono la maggior parte delle canzoni costruite ad hoc per la kermesse. E parlo, ad esempio, dei brani degli Zen Circus, di Daniele Silvestri, di Cristicchi, ma anche delle canzoni di Motta, Achille Lauro, Negrita, tutti artisti e brani che personalmente non avrei fatto approdare nella riviera ligure, perchè si sa’, il popolo festivaliero poco capisce di certe proposte, poco apprezza e tanto infanga: certe “perle” hanno bisogno di altri fruitori, altri palcoscenici, altre situazioni.

Comunque, nel contesto festivaliero, se si tiene conto delle dinamiche artistiche che fanno girare una kermesse come quella di Sanremo, un plauso grande va alla mitica regina Loredana Bertè, che si è presentata in una versione alla Vasco dirompente ed irresistibile. BRAVISSIMA!

E poi la grande raffinatezza di Paola Turci, che si conferma una grande signora della musica italiana. Stessa cosa, invece, non è possibile dire della grande Nicoletta, Patty Pravo, che ancora non si capisce perchè abbiano, quest’anno, voluta svilirla così sul palco di Sanremo, con un brano e un compagno di viaggio (Briga) senza senso e valenza artistica.

Stendiamo un velo pietoso su Il Volo. I tre si sono definitivamente persi il concetto di “tenore”. Inoltre, sarebbe anche inutile sprecare inchiostro sulla loro proposta stantia e giurassica. La presenza di Bocelli come ospite ha insegnato a tutti, e soprattutto ai tre “tenorini”, cosa significa davvero cantare ed essere un artista, con buona pace del buon Torpedine che da anni sta facendo di tutto per dar credibilità a qualcosa che di credibile , artisticamente, non ne ha mai avuta.

E terminerei con la più bella voce femminile che attualmente la musica italiana ha in dote, Arisa. E qui la domanda nasce davvero spontanea: ma perchè? Perchè hanno dato ad una voce sublime come la sua una canzone così mediocre? E nonostante la canzone abbia tutti i limiti che si possa immaginare, Arisa è comunque riuscita ad impreziosirla. Ma rimane di fatto una occasione mancata per l’artista, soprattutto se si pensa ad altri brani festivalieri come “La notte”.

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PAGELLE DELLA SERATA – SANREMO 2019

1. Francesco Renga – “Aspetto che torni” – 6
2. Nino D’Angelo e Livio Cori – “Un’altra luce” – 6
3. Nek – “Mi farò trovare pronto” – 6
4. Zen Circus – “L’amore è una dittatura” – 9
5. Il Volo – “Musica che resta” – 2
6. Loredana Berté – “Cosa ti aspetti da me” – 8
7. Daniele Silvestri – “Argento vivo” – 9
8. Federica Carta e Shade – “Senza farlo apposta” – 3
9. Ultimo – “I tuoi particolari” – 6
10. Paola Turci – “L’ultimo ostacolo” – 7
11. Motta – “Dov’è l’Italia” – 7
12. Boomdabash – “Per un milione” – 5
13. Patty Pravo e Briga – “Un po’ come la vita” – 4
14. Simone Cristicchi – “Abbi cura di me” – 7
15. Achille Lauro – “Rolls Royce” – 7
16. Arisa – “Mi sento bene” – 6
17. Negrita – “I ragazzi stanno bene” – 7
18. Ghemon – “Rose viola” – 6
19. Einar – “Parole nuove” – 5
20. Ex-Otago – “Solo una canzone” – 4
21. Anna Tatangelo – “Le nostre anime di notte” – 4
22. Irama – “La ragazza con il cuore di latta” – 4
23. Enrico Nigiotti – “Nonno Hollywood” – 6
24. Mahmood – “Soldi” – 7

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