Mary Ocher, autrice sperimentale tedesca ci porta alla scoperta della raccolta “Faust Studio Sessions and Other Recordings”.
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Verso la fine del 2017 ho ricevuto un bel pacchetto – consistente – di musica liquida e ho iniziato la solita selezione, immaginando tappe di ascolto che inevitabilmente non vengono mai rispettate.
Da una prima dicotomia, fatta di… “questa band la conosco e questo artista no”, ho iniziato il processo di accantonamento momentaneo e ho lasciato a decantare “Faust Studio Sessions and Other Recordings”, di Mary Ocher, musicista la cui produzione non avevo mai approfondito.
Provo a tracciare una immagine minima, con la certezza che l’ascolto del brano che propongo susciterà un pò di curiosità.
Mary Ocher è nata a Mosca, è autrice di canzoni, cantante sperimentale e multi strumentista.
Dopo aver sviluppato un amore specifico per le band sperimentali tedesche si trasferisce a Berlino, ed è lì che, attraverso una sua performance ad un festival, avviene l’incontro con il fondatore dei Faust, Hans Joachim Irmler, che rimane immediatamente fulminato dalla qualità della proposta, tanto da invitarla successivamente a sperimentare e registrare presso il suo studio, in un piccolo villaggio al confine svizzero.
“Faust Studio Sessions and Other Recordings” è una raccolta di collaborazioni, cover e sperimentazioni sintesi delle stesse sessioni che hanno portato al quarto album in studio della Ocher, “The West Against The People”, ed è quindi una buona occasione per avvicinarsi ad un’artista originale e davvero gradevole da ascoltare.
La giovane Mary (è nata il 10 novembre del 1986) propone una musica che è eredità della sua cultura, un retaggio antico che va a miscelarsi con un pop sperimentale e ritmi provenienti dal sud del mondo, il tutto caratterizzato da una voce incredibile.
Ma l’aspetto che più colpisce è l’utilizzo dell’esperienza del krautrock (Kosmische Musik, in italiano Musica cosmica) settantiano adattata all’esigenze contemporanee, e il prodotto finale merita attenzione e approfondimento.
Ascoltiamola con il brano che apre l’album…
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