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Cd in via di estinzione: chiude negli Usa a Terre Haute, nell’Indiana, l’ultima fabbrica di compact disc e chiude così anche un’epoca.
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Il primo lettore di compact disc fu lanciato il primo ottobre 1982 dalla giapponese Sony. Già nel 2010 il numero di cd venduti nel mondo si era dimezzato rispetto all’anno di picco, il 2000. Si prevede addirittura la scomparsa del cd nel 2022.
Le varie piattaforme musicali il streaming (leggi nostro articolo), Spotify, Itunes e in generale gli mp3 hanno vinto. Rimangono aperte le linee di produzione dei blu-ray, indispensabili ad esempio per la Playstation e i mini dischi UHD-100 utilizzati negli impianti di proiezione.
Non è un gran periodo per il supporto cd, infatti un paio di mesi fa alla bella età di 96 anni si era spento Heitaro Nakajima, inventore del Compact Disc, che rivoluzionò il mondo dell’hi-tech, cambiandolo per sempre. L’evento del Cd sembrava epocale, sembrava il supporto vincente del futuro, soppiantando tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio del Novanta i supporti musicali fino ad allora utilizzati per la riproduzione delle tracce, e cioè i vinili e le musicassette.
Le qualità del cd erano evidenti, non andavano girati, occupavano poco spazio, la qualità del suono era buona. Ma il regno del supporto argenteo è durato solo poco tempo, un’altra tecnologia li ha pian piano soppiantati. L’mp3, la musica compressa, si è prima diffusa con gli scambi pirata, con il sistema peer-to-peer che in poco tempo divenne un fenomeno di massa, colonna portante nello scambio di brani musicali.
Il formato è poi stato adottato e regolato dai colossi informatici e dalle case discografiche. Il file musicale occupa poco spazio, in una chiavetta o nella memoria del pc ne possono stare un numero infinito e quindi il cd ha perso importanza. Ma proprio adesso che il cd sembra salutarci, sono tornati i vinili e persino le musicassette. Prima o poi si potrà anche riscoprire il cd!
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