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Van Morrison: esce la sua prima antologia, “The Authorized Bang Collection”

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di Alessandra Zacco

E’ uscita The Authorized Bang Collection la prima antologia ufficiale di Van Morrison prodotta da Legacy Recordings e Sony Music Entertainment.

Il cofanetto, composto da tre CD, raccoglie i brani risalenti alla breve ma importante permanenza dell’artista in Bang Records, l’innovativa etichetta fondata dal leggendario produttore Bert Berns (noto anche come autore di successi quali Twist & ShoutCry to MePiece of My Heart e Everybody Needs Somebody to Love) con il quale Morrison ebbe negli anni non poche incomprensioni

Il CD 1 – The Original Masters – offre per la prima volta su CD il mix stereo delle incisioni originali (inclusa la leggendaria Brown Eyed Girl) già contenute nei vinili 12” Blowin’ Your Mind! (1967) e The Best of Van Morrison (1970) pubblicati da Bang Records. Il Disc One contiene anche i mix mono di Beside You e Madame George, originariamente contenuti in T.B. Sheets (1973), e Chick-A-Boom, composizione a firma Van Morrison/Bert Berns e incisa a New York nel 1967, pubblicata come singolo Bang RecordsThe Original Masters si chiude con la rara versione demo di The Smile You Smile, precedentemente inclusa in The Bang Masters, compilation Legacy del 1991.

Il CD 2 – Bang Sessions & Rarities – include il rarissimo single mix mono originale di Brown Eyed Girl e il single mix mono originale con cori di Ro Rosey, oltre a take di T.B. SheetsMidnight Special e Beside You mai pubblicate finora e alcune interessanti outtake di Brown Eyed Girl.

Il CD 3 – Contractual Obligation Session – presenta 31 brevi canzoni che Van incise per adempiere agli obblighi contrattuali con Bang Records. Questi brani mostrano l’indubbia ironia di Van e gettano luce sulla frustrante chiusura del rapporto con l’etichetta. “Sono inclusi qui per amore di completezza e per chiudere ufficialmente il capitolo sulle sedute di registrazione del 1967 a New York”, scrive Andrew Sandoval nelle dettagliate note di copertina. Produttore e tecnico del suono candidato ai Grammy, Sandoval ha compilato e curato il materiale contenuto in Van Morrison – The Authorized Bang Collection.

George Ivan Morrison, in arte Van, nasce il 31 agosto 1945 a Belfast, in Irlanda del Nord, da una famiglia della lower class. Il padre lavora in un cantiere navale ed è un collezionista di vinili di blues e jazz americano. Sarà proprio questa musica ad accompagnare la crescita musicale di Van tra Muddy Waters, Lightnin’ Hopkins, John Lee Hooker. Gli stimoli musicali, l’amore per la black music e il canto spingono il giovane Van a studiare la chitarra, l’armonica e il sax, strumenti che suonerà in diverse formazioni scolastiche prima di approdare, nel 1964, al garage dei Them. Con essi registra due album e nell’immaginario collettivo lega il suo nome alla straordinaria interpretazione vocale di brani come “Gloria” (oggi uno dei suoi cavalli di battaglia) e “Baby Please Don’t Go”.
Nel 1967 Van lascia il gruppo e si trasferisce in America per alcune session retribuite dalla casa discografica che aveva prodotto i Them, proprio la Bang Records di Bert Berns.

Le tensioni fra autore e produttore si rivelano problematiche sin dalle prime collaborazioni e si accentuano quando Berns pubblica, senza chiederne l’autorizzazione, Blowin’ Your Mind album che raccoglie alcuni dei brani registrati da Morrison a New York. Di lì la rottura definitiva alla quale segue accidentalmente la morte per infarto di Berns. La moglie del produttore si accanirà contro Morrison, incolpandolo della morte del marito, fino a portare alla luce alcune incongruenze burocratiche nei documenti di soggiorno del musicista negli Stati Uniti. Problemi che Morrison risolve sposando la fidanzata del momento, l’artista hippy Janet Planet.

Nella seconda metà del 1968, dopo diversi esperimenti non molto riusciti, Van Morrison forma una prestigiosa band con John Payne al flauto, Warren Smith al vibrafono, Richard Davis al basso e Connie Kay alla batteria. Da questa fortunata collaborazione nasce Astral Weeks (1968), un vero capolavoro. Ai limiti della jam, questo straordinario ensemble di musicisti registra l’album folk più grande della storia: il cantautore fa una selezione accurata fra i brani tenuti fino ad alllora nel cassetto. “Madame George” è l’esempio più eclatante della sua efficace scelta stilistica; altro punto focale è la title track, sospesa in un’atmosfera surreale. La magia si ripete in “Sweet Thing”, dal sapore irish ancestrale. “Cyprus Avenue” depura le dodici battute del blues trasformandole in una struttura da inno celtico; “Ballerina” proviene addirittura dal repertorio dei Them (anche se non la incisero mai su album), mentre “Slim Slow Slider”, scelta da Morrison come chiusura per il disco, è il sigillo posto a quest’opera incommensurabile.

Moondance (1970) coincide con la stagione più felice di Morrison e ritorno all’r&b tradizionale. La scelta di “Come Running” come apripista mostra un rinnovato interesse per la componente “nera” del suo stile. Gospel (“Crazy Love”), country and western (“And It Stoned Me”), jazz (la title track) si mescolano in un linguaggio dalle soluzioni più raffinate e complesse. Molti dei brani dell’album stati oggetto di numerose cover di successo. La più famosa è Moondance rispolverata negli ultimi anni da Michael Bublé.
Seguono numerose altre produzioni:
His Band And The Street Choir (1970); Saint Dominic’s Preview (1972); Hard Nose The Highway (1973); It’s Too Late To Stop Now (1974) considerato da alcuni come uno dei più grandi live album della storia della musica leggera.
Nel 1974 Van Morrison divorzia da Janet Planet e torna in Irlanda a registrare il suo secondo capolavoro, Veedon Fleece che contiene brani indimenticabili come: “Who Was That Masked Man”, “Linden Arden Stole The Highlights”.

Con Into The Music (1979) prendono vita brani possenti come “Full Force Gale”e “Bright Side Of The Road” che offrono all’ascoltatore un’apertura sulle profonde riflessioni dell’artista sulla fede.
Nel 1980 esce Common One, seguito da Beautiful Vision (1982). Il punto di non ritorno del pathos riflessivo di Morrison è però Inarticulate Speech Of The Heart (1983), diviso tra atmosfere gospel e brani strumentali d’impronta celtica.

Seguono: Live At The Grand Opera House, Belfast (1984), A Sense of Wonder, No Guru, No Method, No Teacher (1986) Too Long In Exile (1993) A Night In San Francisco, 1994) Days Like This (1995) con una splendida title track.

Down The Road, del 2002, è un disco di revival dove spiccano: “Meet Me In The Indian Summer” e “Steal My Heart Away”.

What’s Wrong In This Picture, del 2003, sorprende critica e pubblico, così come l’approdo di Morrison alla Blue Note.

Nel 2007 esce una raccolta dei brani di Van Morrison ospitati in colonne sonore cinematografiche, intitolata At The Movies: Soundtrack Hits.
In bilico tra jazz, folk e pop, soul e rythm’n’blues, Born To Sing: No Plan B del 2012 è il trentaquattresimo album in studio dell’artista irlandese e debutta al decimo posto delle classifiche di Billboard.

A proposito di Van Morrison e del suo ruolo nel panorama musicale internazionale, la rivista Rolling Stone ha decretato: «La sua influenza sui cantanti e cantautori rock non ha paragoni con alcun artista vivente, fatta eccezione per Bob Dylan».

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