Il “Menestrello d’America” è finalmente deciso di andarsi a prendere il diploma e la medaglia commemorativa del Nobel per la Letteratura (argomento di cui abbiamo parlato in un articolo precedente). Lo ha ricevuto ieri sera a “porte chiuse”. Per sua volontà, così come dichiarato dall’Accademia, alla cerimonia di consegna sono stati interdetti giornalisti e fotografi.
E così viene posta la parola “fine”, si spera, alle polemiche scatenatesi a seguito della sua mancata presenza al gala ufficiale del 10 dicembre scorso.
Come si ricorderà, in quell’occasione l’artista aveva inviato al suo posto una commossa Patti Smith, mentre l’ambasciatrice USA Azita Raji lesse un messaggio in cui Dylan si diceva stupito e onorato di essere stato insignito di un premio tanto prestigioso, oltre che rammaricato di non poter presenziare alla cerimonia.
“Devo ammettere che non avevo mai neppur lontanamente immaginato di poter ricevere il Premio Nobel per la letteratura”, spiegava Dylan nel comunicato, “non saprei dire quanti uomini e donne hanno mai immaginato di poter ambire all’onore del Nobel, ma io penso che chiunque stia scrivendo un libro, un poema, o un’opera teatrale, in qualunque parte del mondo, nasconde quel sogno segreto dentro il suo animo, racchiuso nel profondo, tanto da ignorarne addirittura l’esistenza”.
“L’Accademia svedese e Bob Dylan hanno concordato di incontrarsi durante il weekend”, aveva dichiarato qualche giorno fa la segretaria dell’Accademia svedese Sara Danius, precisando che “la cerimonia avverrà con il comitato ristretto e nell’intimità. Nessun media sarà presente, come da desiderio dell’artista”.
La data dell’evento non è casuale: con quello che la stampa ha definito “un perfetto tempismo promozionale”, il giorno precedente la cerimonia è uscito il nuovo album di Dylan, “Triplicate”, dedicato agli standard della canzone americana in omaggio al crooner per eccellenza, Frank Sinatra; mentre questa sera 2 Aprile e domani sera 3 Aprile il Bardo di Duluth terrà una serie di tre concerti al Waterfront di Stoccolma.
Se l’aver deciso di ritirare personalmente il Nobel riscatta Dylan dalle accuse di mancanza di riguardo nei confronti dell’Accademia svedese e della Fondazione Nobel la scelta, da parte di queste ultime, di premiare l’opera del cantautore americano con il Nobel per la Letteratura ha offerto una risposta indiscutibilmente chiara all’annosa questione del considerare o meno “letteratura” i testi di alcune canzoni.
Dylan ha dimostrato grande umiltà al riguardo, come prova la conclusione del suo discorso letto dall’ambasciatrice Azita Raji: “Nemmeno una volta ho mai avuto il tempo di chiedermi, Ma le mie canzoni sono opere letterarie? Pertanto ringrazio l’Accademia svedese sia per essersi presa la briga di considerare questo quesito spinoso, sia per aver trovato una risposta così gratificante per me”.