Era una domenica di primavera del 1985, Radio Ficarazzi Centrale suonava, a rotazione continua, “Souvenir (Chanson d’amour)” dei Matia Bazar. Il disco s’era inceppato e la testina, una volta finito di solcale il disco, ricominciava daccapo.
Bene, venerdì sera, guardando la nuova trasmissione della Clerici su Rai1 “Standing ovation” ho avuto la stessa impressione, come se gli si fosse inceppato il nastro. Il meccanismo è continuo, lo stesso, dall’inizio alla fine.
Dieci coppie di sfidanti in una (discutibile) gara canora, un programma che è la somma tra un people show e una serata al karaoke tra amici, o parenti, nello specifico. La scrittura è ripetitiva, entra la coppia di turno: presentazione – esecuzione brano – votazione pubblico (e giuria); presentazione – esecuzione brano – votazione… aspetto che cambi registro, ma niente, sarà così fino alla fine.
La prima coppia è formata da un papà (separato) che condivide la passione per la musica con la figlia avuta dalla prima moglie. Prima di cantare ci spiegano (semplificando il non semplificabile) che «si può voler bene alla propria figlia anche se frutto di una precedente relazione». La figlia risponde che vuole bene all’attuale compagna del padre perché «è la madre dei miei fratelli e con lei ho sempre avuto uno splendido rapporto». Io sono in lacrime… lo sono al pensiero che mi toccherà vedere lo show fino alla fine per potere scrivere le qui presenti impressioni.
Sono davvero impressionato nel vedere i tre giudici all’interno di una gabbia a scomparsa.
Nek, (una sempre eccezionale) Loredana Bertè e una (buonissima) Romina Power, al termine di ogni esecuzione giudicano la performance, come ciascuno di loro sa fare. Loredana, quando è il caso, non le manda a dire a nessuno. Un ragazzino, col ciuffo alla Malgioglio, accompagnato dalla madre, promette che di settimana in settimana, cambierà look. È davvero un peccato (!) scoprire, a termine gara, che non sapremo che altre acconciature si farà, visto che sarà proprio questa la coppia che verrà eliminata.
Passano i titoli di coda, finalmente arriva la prima vera “standing ovation”, il pubblico si alza in piedi e imbocca le vie d’uscita. Spengo la tv.
Lo stile Rai1, dolce, pacato e con contenuti poco approfonditi risulta, in termini di ascolto, vincente. L’Antonellina Nazionale funziona sia a pranzo che in prima serata, è una professionista che sa fare il suo lavoro. La sua “Standing ovation” vince la prima serata di un fortunato venerdì 17, per lei 4.270.000 telespettatori davanti allo schermo.
Ma il giudizio sulla qualità e sul “perchè” di questo ennesimo (inutile) talent all’acqua di rose è solo uno: NEGATIVO!
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