Trump ha ricevuto una lista lunghissima di dinieghi da parte di artisti che hanno rifiutato di esibirsi alla cerimonia di insediamento del neo presidente. Si è fatto un gran parlare su tutta questa faccenda.
Vittorio Sgarbi ha postato una serie di video virali contro il Volo, che in realtà non hanno avuto nessun invito ufficiale a presenziare alla cerimonia. Lo strascico polemico che ha visto anche la risposta piccata del loro manager Michele Torpedine lascia il tempo che trova. Più interessante invece è la lista dei NO di tanti musicisti americani, compreso quella della cover band di Bruce Springsteen, fatto davvero clamoroso. Una cover band che rifiuta un evento mediatico simile è veramente incomprensibile.

Non conosciamo il curriculum di Tom Barrack, l’organizzatore della cerimonia, ma certo lo staff del biondone americano lascia davvero a desiderare. Ad esempio, perché non hanno pescato a piene mani negli Stati un cui Trump ha trionfato? Possibile che durante la sua campagna non ci fossero stati dei concerti a suo favore? Peraltro a Trump i soldi non mancano e si sa che i dollari in America contano più dei buoni sentimenti.
Ci risulta che persino il fascistone Ted Nugent, il peggior chitarrista rock del pianeta abbia rigettato l’invito, contribuendo ad allungare lista dei rifiuti davvero da top ten: Elton John, Gene Simmons (dei Kiss ), Andrea Bocelli tra gli altri.
Così alla fine Tom Barrack ha scelto una certa Jackie Evancho, una sedicenne passata nella “Hall Fame” per aver partecipato nel 2010 allo show televisivo “American’s Got talent”.

Ha partecipato per l’occasione anche un coro di mormoni, il cui nome non interessa assolutamente a nessuno, probabilmente neanche ai mormoni stessi. Avvio davvero anomalo per un presidente che potrebbe “comprarsi” chiunque.
Eppure per Obama cantarono Beyoncé e Stevie Wonder, Frank Sinatra per John Kennedy, Bob Dylan per Clinton.
E mentre la rediviva Madonna sale sul palco urlando “Fuck You” a Trump durante la manifestazione a cui hanno partecipato oltre cinquecentomila donne americane, e Bruce Springsteen fa una chiamata alle armi a tutto lo Star System dichiara a gran voce è iniziata una nuova resistenza“, Trump invece si siede nello studio ovale portandosi dietro un paio di cd di Dolly Parton, stella vintage del country ortodosso.
Poer nano, direbbe Dario Fo. La spiegazione di tutto questo sembrerebbe palese, e in realtà è un fatto davvero senza precedenti. Si sa che gli artisti tendono giustamente a non scontentare il proprio pubblico, per cui schierarsi politicamente potrebbe deludere qualche fan. Meglio evitare per pure ragioni di business, ma certo dire di no a un presidente degli Stati Uniti, che peraltro ha avuto un forte consenso, è davvero rischioso e non solo per la propria carriera artistica. Ci permettiamo quindi di consigliare al biondone platinato di imitare Bill Clinton, che spesso si faceva vedere con il sax in mano. Impari anche lui uno strumento, possibilmente facile, tipo l’Ukelele, tanto per ingraziarsi le simpatia di qualche musicista.
In fondo imparare uno strumento musicale fa bene alla salute, allontana cattivi pensieri e mette di buon umore. E viste le sue simpatie per Putin, eviti di invitare alla Casa Bianca qualche pop star gradita in Russia tipo Toto Cutugno e Al Bano, che sicuramente, ricevessero l’invito, ci andrebbero di corsa e anche pagandosi l’aereo.
Ora non ci resta che prevedere il futuro della musica americana nei prossimi quattro anni. Usciranno centinaia di album contro Trump? Si organizzerà un nuovo Woodstock contro il biondone? Se così fosse a Trump non resterebbe che una scelta obbligata. Comprare tutte le major discografiche rimaste e nominare amministratore delegato la moglie Melania. Potrebbe essere il colpo di grazia per l’intera discografia mondiale, ma forse potrebbe obbligare qualche artista a partecipare a qualche cena di gala alla Casa Bianca.
Nel frattempo consigliamo a Tom Barrack di proporsi come direttore artistico del prossimo Festival di Sanremo (2018 ) così almeno non ci verrà nessuno, neanche gli ospiti stranieri.
Ciao zio… Tom !
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