Stiamo tutti celebrando le medaglie vinte a Rio de Janeiro nei tre metalli più preziosi, con un bottino di tutto rispetto per la compagine italiana. Ma esiste un altro materiale meno prezioso, di cui grandi atleti italiani sono state “vittime”: la medaglia di legno, emblema del maledetto 4° posto.
Il 4° posto! Quel piccolo soffio che allontana dalla celebrazione mondiale, quell’esempio della sconfitta, dello sbaglio all’ultimo istante, della preparazione non perfetta, del plateale passare del tempo che ti sposta verso “altri” risultati per lasciare spazio ad atleti più giovani e freschi.
Federica Pellegrini, Vanessa Ferrari, Petra Zublasing, Antonella Palmisano nella 20 km di marcia, le ragazze della ginnastica ritmica femminile, le ragazze del tiro con l’arco, il canottaggio, la sciabola e altri ancora. Sono molti gli esempi in questa olimpiade, ma ogni anno succede ad atleti di tutte le latitudini. C’è molto nervosismo nelle gare, sentimento che può giocare a sfavore, in un appuntamento che ogni atleta aspetta ogni quattro anni per coronare mesi e mesi di duri allenamenti, spesso in silenzio e da soli, senza la grancassa mediatica del calcio e di altri sport più conosciuti.
Li vedi gli occhi di questi atleti del 4° posto, che guardano smarriti verso il tabellone, che attesta un risultato incredibile, una posizione che si vorrebbe cancellare, si pensa sia uno scherzo, uno sbaglio del computer, qualsiasi cosa, ma non il tremendo 4° posto. Aver sfiorato la gloria e trovarsi fuori dal podio, come un appestato a cui viene sbarrata la strada, come ad una festa meravigliosa dove purtroppo non si ha l’invito ma che vedi da dietro i vetri.
Le lacrime di Vanessa Ferrari rimarranno nel cuore di tutti come la rabbia incredula della Pellegrini. E non è solo sport, è tutta una vita dedicata ad una passione, ad un talento che si è coltivato e fatto crescere. Ma gli atleti sono tanti, la voglia di vincere è insita in ogni sportivo. E questa volta, alla faccia dei successi passati, è capitato a loro. Ci sarà voglia e tempo per riprovare? Vedremo… intanto grazie per le forti emozioni che ci avete dato, atleti e atlete da ammirare. Sempre.
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