di Athos Enrile
E’ considerato il pianista più veloce al mondo, il “Bach del XXI secolo”. E’ ucraino, per lungo tempo dimenticato e riscoperto dal grande pubblico in tarda età, e nel 2016 lo si è potuto vedere all’opera in Italia, con due date estive da poco concluse.
Lubomyr Melnyk è uno dei pianisti e compositori più straordinari dei nostri giorni. E’ stato chiamato Il Profeta del Piano a causa della sua totale devozione – impegno di tutta la vita – al pianoforte, e per il suo lavoro di ricerca focalizzato sulla tecnica di riproduzione.
A metà degli anni ‘70, mentre vive a Parigi, crea Continuous Music, un linguaggio per pianoforte totalmente nuovo che richiede incredibili capacità tecniche che utilizzano la piena voce naturale dello strumento. Si può certamente affermare che Melnyk abbia spinto i confini dell’espressione pianistica verso nuovi e maggiori limiti.
Usando le sue straordinarie capacità di generare oltre 19,5 note al secondo in ogni mano, risulta il pianista più veloce che abbia mai calcato uno studio di registrazione. A partire dai primi seventies ha prodotto un’enorme quantità di materiale – oltre 120 opere -, la maggior parte delle quali per solo o doppio piano, e ha tracciato in modo totale nuovi percorsi nella musica contemporanea. Come egli stesso afferma: “Il pianoforte è la mia vita… e il mio respiro!”
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