Nell’ambiente musicale, specie tra gli autori, crescono sempre più i malumori nei confronti della più grande piattaforma in streaming musicale, Spotify.
Era solo questione di tempo prima che qualcuno citasse in giudizio il colosso svedese  Spotify, ed è successo.
Il leader della band Camper van Beethoven e Cracker, David Lowery (musicista e professore di economia all’Università della Georgia), ha fatto richiesta, in un tribunale federale di Los Angeles, di una class action per rappresentare centinaia di migliaia di potenziali querelanti contro Spotify in una causa legale per 150 milioni di dollari.
In merito è stata già inviata una richiesta ad un giudice degli Stati Uniti, a Los Angeles. Nella citazione si legge che Spotify ha trasmesso canzoni protette da copyright, senza chiedere il permesso ai titolari.
Nello specifico David Lowery accusa la piattaforma in streaming di aver usato, senza permesso, quattro pezzi del suo gruppo, rendendoli disponibili a 75 milioni di utenti Spotify. Nella denuncia viene sostenuto, inoltre, che Spotify si sia indebitamente arricchita almeno per un importo, come su indicato, di 150 milioni di dollari.
I dirigenti Spotify, con in capo il fondatore Daniel Ek, respingono tutte le accuse, ribattendo che solo quest’estate la piattaforma ha pagato, a loro dire, oltre 3 miliardi di dollari in royalties, rispettando di fatto il diritto d’autore, visti anche gli accordi sottoscritti con le case discografiche e le organizzazioni che gestiscono il copyright dei compositori.
Un portavoce di Spotify ha dichiarato:
“Siamo impegnati a pagare ogni centesimo. Purtroppo, soprattutto negli Stati Uniti, i dati necessari per determinare i legittimi titolari dei diritti sono a volte mancanti, inesatti o incompleti, e il gruppo sta lavorando con l’associazione nazionale delle case discografiche per risolvere questo problema una volta per tutte”.
Vedremo come si evolverà in futuro l’azione legale.
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