Love Therapy. Questo il nome del brand di moda creato da Elio Fiorucci. Terapia dell’Amore.
Basterebbe già questa sua “istigazione ad amare” per fargli un monumento.
Un bel monumento dai colori vivaci, magari una composizione di simpatici nanetti (quelli che ammiccano nelle sue tee shirt), da erigere in San Babila a Milano dove, nel 1967, ideò il primo “concept store” italiano.
Elio Fiorucci è morto ieri, nella sua casa milanese di viale Vittorio Veneto.
E ha lasciato un grande vuoto: di genialità, di spensieratezza, di etica anche nel business.
Noi, ragazze negli anni 80, gli saremo per sempre grate: per aver creato dei jeans che evidenziassero le nostre curve, per averci regalato un mondo incantato fatto di colori, di sogni puliti e di ingenuo stupore di fronte a tanta estrosa fantasia.
L’Alta Moda, soprattutto in quegli anni, per noi “comuni mortali” era irraggiungibile: troppo cara, troppo perfetta, troppo eterea.
Fiorucci, invece, ti dava la possibilità di acquistare una sua tee shirt a prezzi accessibili e farti sentire trendy e pop contemporaneamente, fashion e disinvoltamente disinibita.
Forse qualcuno avrà storto il naso, allora, nell’associare alla moda italiana dei jeans strappati o degli oggetti “plasticosi” un po’ trash: non era abbastanza lungimirante.
Fiorucci ha cambiato tutte le regole del vestire, ha tolto la polvere dai pallidi capi bon ton e ha regalato un universo totalmente nuovo a chi aveva bisogno di anticonformismo, di distinguersi dalla massa e di esprimere se stesso.
Entravi nel suo negozio e venivi catturato dal profumo di caramella che aleggiava nell’aria: ti si appiccicava addosso come un bubble gum, una sensazione gommosa di felicità e non uscivi mai senza aver acquistato qualcosa, fosse stato anche solo un piccolo notes con il logo degli angioletti.
Amato e apprezzato anche all’estero, ebbe una lunga amicizia con Andy Warhol che restò per un intero pomeriggio nel suo negozio di New York con Truman Capote in vetrina per il lancio di Interview, il celebre e rivoluzionario magazine.
Organizzò anche il Grande Opening del mitico “Studio 54“, la discoteca newyorchese che è diventata un fenomeno di costume.
I 15 anni del marchio Fiorucci li festeggiò proprio lì, con una guest d’eccezione, ovvero una ancor bruna e un po’ paciarotta Madonna ai suoi esordi.
Per far capire quanto fosse “funky” Fiorucci e quanto facesse tendenza già allora, basta ascoltare la canzone delle Sister Sledge del 1979 “He’s The Greatest Dancer“, nel cui testo le sorelle di Philadelphia spiegano come deve vestirsi “il più grande ballerino”: He wears the finest clothes, the best designers heaven knows- Ooo , from his head down to his toes – Halston, Gucci, Fiorucci.
I funerali saranno celebrati domani da Don Antonio Mazzi, alle 11 nella Basilica di San Carlo a Milano, di fronte al suo storico negozio.
Tanti sono stati i messaggi di cordoglio a lui dedicati, da colleghi come Stefano Gabbana a quello del Sindaco Pisapia e da tutti coloro che , tramite la sua fantasia, hanno vissuto un’epoca spensierata.
Ora sì che possiamo dire, con cognizione di causa : “Ciao Elio, salutaci gli Angeli, i tuoi Angioletti dagli occhioni buoni e dì loro di organizzare un festoso party con quelle gran gnocche di pin up delle tue collezioni che, sicuramente, terranno allegri tutti quelli che avranno voglia di divertirsi anche lassù“.
Foto Gallery in memoria di Elio Fiorucci
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