Se il buongiorno si vede dal mattino, il buon Festival di Sanremo si vede dai promo che lo precedono.
La banalità e l’incapacità di mettere a frutto l’indiscussa bravura dei tre protagonisti chiamati alla conduzione era chiara, un Baglioni che cadeva dalle scale, un Bisio al quale si incendiava la manica della giacca e non ricordo cosa succedeva alla Raffaele, dichiaravano senza vergogna quanto sarebbe stato agghiacciante la kermesse, cosa sarebbe successo sul palco dell’Ariston. Se i tre si fossero trovati a condurre un autoveicolo, piuttosto che il Festival, il ritiro della patente sarebbe stato certo.
Ma andiamo alla musica, perchè è pur sempre il festival della canzone italiana, e quest’anno le canzoni sono davvero tante, forse troppe. Baglioni stesso ha dichiarato che se potesse tornare indietro ne selezionerebbe venti.
Sono le 20.51 del 9 febbraio del 2019 e con la sigla dell’Eurovision si dà il via alla serata finale della 69ma edizione del Festival di Sanremo, E’ la sapiente regia di Duccio Forzano che accende le telecamere sulla splendida orchestra, il noto corpo di ballo e un Baglioni vestito di bianco.
Entrano Bisio e la Raffaele, si spiega il regolamento, i voti della classifica saranno così composti: il 50 per cento è il peso del televoto, pesa il 30 per cento il voto della sala stampa e il 20 per cento il voto della giuria d’onore presieduta dal maestro Pagani.
Aprono la gara Daniele Silvestri e Rancore, il loro Argentovivo è poetico e nella drammaticità tipica dei testi di Silvestri, arrangiamento intenso, interpretazione impeccabile, pezzo non facile e certamente non festivaliero, voto 7.
Si prosegue con la Tatangelo, bellissima in velluto blu, brava, precisa, questo non si discute, ma per lei un altro festival senza lasciare il segno, voto 5.
È la volta di uno stralunato Ghemon, ritmo e melodia che bisticciano nel suo brano, esecuzione al di sopra delle sue possibilità, voto 5.
Si continua coi Negrita, per loro “I ragazzi stanno bene” e sta bene pure chi ascolta la loro musica che porta il rock puro al festival, la loro potenza non si discute: voto 9. Nel fischio la melodia mi ricorda “l’estate sta finendo e un anno se ne va”, ma siamo ancora in pieno inverno.
Tocca ad Ultimo continuare lo show, dato per vincitore del festival. Si siede al piano e comincia a suonare e già dalle prime note la rievocazione di Tiziano Ferro è spiazzante. Sembra qualcosa di già sentito fin troppe volte (anche dallo stesso Ultimo), poco originale. Voto 5
Si continua con la radiofonica. “Mi farò trovare pronto” di Nek, per coerenza, per stile voto 8.
Sono quasi le 22:00, la gara fa una pausa, entra il super ospite Eros Ramazzotti, lui immutato nel tempo, sempre uguale a sé stesso, cristallizzato nel suo personaggio.
La gara riprende con Loredana Bertè, equilibrio tra scrittura ed interpretazione, lei iconica, in forma come la migliore Bertè di sempre, voto 10. Esce dalla scena acclamata dal pubblico, per lei, dopo le altre sere, un’altra standing ovation. Meriterebbe senza dubbio il podio.
Dopo una pausa pubblicitaria con Mina che piega tristemente (ma anche splendidamente) le sue canzoni al messaggio promozionale, si passa a un Francesco Renga, reduce dalle polemiche della sera prima (leggi nostro articolo). Ho l’impressione che in questo brano manchi la parte che ti fa venire voglia di riascoltarla. Renga troppo fedele, troppo simile a sé stesso, voto 5.
Sale sul palco Elena Sofia Ricci, ed è lei, da componente della giuria d’onore, a presentare Mahmood. Piccolo problema tecnico, la voce del “giovane big” non si sente. Problema risolto. il giovane, a mio avviso, soffre la competizione coi big veri, ma in un modo o nell’altro porta a casa il suo lavoro dignitosamente. La sua canzone funziona, soprattutto in radio. La sua voce e davvero bella come anche il suo modo di cantare e muoversi. Bravo. Voto 7.
Continuano la gara gli Ex-Otago. Loro abbracciano il pubblico a caso, il pubblico lo abbraccia per cortesia, voto 6.
Entrano i tre “tenorini” sempre perduti in un passato giurassico da cui sono stati inesorabilmente fagocitati. Cantano “Musica che resta”, ed effettivamente ho l’impressione che sia restata la musica di “Grande amore”, brano col quale hanno vinto nel 2016. Si fa fatica ad ascoltare fino in fondo il brano. Ma piacciano o meno, questi tre portano in giro per il mondo la loro musica, anche se forse più per merito della genialità di Torpedine che la loro. Voto 5.
Entra in scena la Raffaele che finalmente fa la Raffaele imitando i suoi personaggi meglio riusciti: la Ayanne, Patti Pravo, Giusy Ferreri, la Mannoia, e per concludere con un omaggio alla Vanoni. Sarà stata la sua una risposta, poco velata, alle dichiarazioni di Renga secondo cui le vocalità maschili sono migliori di quelle femminili? Per lei un applauso meritato.
Dopo l’applauso per Virginia riprende la gara con Paola Turci. Per lei “L’ultimo ostacolo”, mi chiedo perché canti a questa tonalità e perché si ostini a cantare questo pezzo di gola. Nonostante tutto mi piace, lei è raffinata oltre ad essere una grande artista. Voto 7
Sono le 23:00, siamo a metà gara.
Ora tocca agli Zen Circus. Grande testo, impegnato e coraggioso, anche se poco festivaliero. Ma loro sono così, degli outsider di razza. Voto 7
Si prosegue con la grande Patty Pravo, quella vera. Peccato canti assieme con Briga in un duetto improponibile, poco credibili. Voto 5.
È il momento di un altro super ospite, è la volta di Elisa, che chiede l’aiuto di Bisio per scendere dalla scala traballante. Lei è classe ed eleganza, anche se ultimamente ha perso un po’ il suo smalto, Ma speriamo per il futuro. Duetta Tenco con un Baglioni che non rispetta la delicatezza del brano, interpretandolo come se stesse cantando “Poster”. Elisa invece è stata brava anche se pare non abbia voce.
Con Arisa si riprende la gara. Il brano pare sia un’accozzaglia di cose, una sorta di sigla di un Fantastico di qualche decennio fa, o una canzone di unprogramma della Carrà. Ma lei è una grandissima interprete, anche quando canta certe canzoni. Purtroppo la sua perfomance della finale non è stata delle migliori, perchè pare abbia la febbre. Voto 6
Altro papabile vincitore è Irama, tra gli artisti in gara più cliccato su Youtube, con oltre tre milioni di visualizzazioni. Porta sul palco una canzone con un testo che parla di un tema delicato, forse trattato in modo un po’ scontato. Voto 6
Torna sul palco Achille Lauro, ma senza la presenza importante di Morgan, ospite ieri nella serata dei duetti. Il brano funziona in radio, un buon rock-punk che non guasta mai. Ma l’interpretazione è agghiacciante. Voto 5
Arrivano sul palco Nino D’Angelo e Livio Cori. L’incastro delle due voci non funziona, almeno dal vivo, perchè sul registrato è cosa diversa. Voto 4
Si continua con Federica Carta e Shade, canzone riuscita per icanoni della musica che gira oggi tra i giovani. Ma la consistenza è poca, come tutta la “popparolo-trap” che c’è in giro. Voto 5
Si procede con la poetica di Cristicchi. C’è grande equilibrio tra scrittura ed interpretazione. Grande applauso da parte dell’Ariston. Voto 9
Il numero 21 è Enrico Nigiotti, che canta un emozionante ricordo di suo nonno. Il pubblico apprezza. Lui il palco dell’Ariston lo merita tutto, vista la dura gavetta che ha fatto negli ultimi anni e tutte le porte in faccia sbattute. Voto 6
I Boomdabash proseguono la gara portando uno dei pezzi più radiofonici del festival, anche se il più banale e arci-sentito, con una squadra di pallone di autori a firmare il pezzo. Loro potrebbero fare molto di più viste le peculiarità che hanno in seno al gruppo. Voto 5
Siamo quasi alla fine, l’altro giovane big è Einar. Purtroppo, nonostante il ragazzo faccia tenerezza e che ce la metta tutta sinceramente, il brano però lascia il segno, nonostante sia firmato da uno dei più bravi autori emergenti, Tony Maiello. Voto 5
Ultima canzone in gara è quella di Motta, vincitore ieri del premio per il miglior duetto insieme a Nada. Ancora mi chiedo cosa abbia spinto la giuria d’onore ad assegnare quel premio. Comunque Motta è forse il migliore artista che abbiamo attualmente in Italia e il suo brano sanremese , impegnato e politico, è di difficile comprensione per il pubblico della Kermesse. Voto 6.
Si chiude il televoto di questa prima sessione, si legge la classifica dal ventiquattresimo al quarto posto. Per i primi tre poi si riaprono le votazioni il e il voto della stampa e della giuria, a sorpresa (e giustamente) ribalta il televoto, assegnando inaspettatamente la vittoria al giovane e bravo Mahmood.
E si conclude così l festival più lungo della storia, neanche il Baudo dei tempi d’oro ha osato incoronare la canzone vincitrice oltre l’una di notte.
Qui di seguito la classifica definitiva e premi assegnati al 69mo Festival di Sanremo
- Mahmood
- Ultimo (premio Tim Music, brano più ascoltato nella piattaforma musicale Tim)
- Il Volo
- Loredana Bertè
- Simone Cristicchi (premio Sergio Endrigo, migliore interpretazione; premio Giancarlo Bigazzi, migliore composizione musicale)
- Daniele Silvestri (premio Mia Martini; premio Lucio Dalla; premio Sergio Bardotti, miglior testo)
- Irama
- Arisa
- Achille Lauro
- Enrico Nigiotti
- Boomdabash
- Ghemon
- Ex Otago
- Motta
- Francesco Renga
- Paola Turci
- The zen circus
- Federica Carta e Shade
- Nek
- Negrita
- Patti Pravo con Briga
- Anna Tatangelo
- Einar
- Nino D’Angelo e Livio Cori
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