Non sarei arrivato a questo nuovo album dei Baustelle – l’ottavo – se non mi avessero chiesto di fare una sosta e “far girare il nastro”. Ringrazio quindi chi me lo ha proposto, e alla fine il mio breve commento risulterà basato sul solo impatto emozionale, perché mi piacerebbe che L’Amore E La Violenza Vol.2 fosse vissuto da chi ancora non l’ha ascoltato – fans o followers occasionali – dimenticando i dettagli della storia della band di Montepulciano, lasciando da parte le biografie, gli stili, e gli incasellamenti, privilegiando al contrario la bellezza della musica – liriche e suoni – che in questo caso mi appare dirompente.
Un mio lungo viaggio in auto ha favorito – inizialmente… obbligato – un triplice ascolto, da me ulteriormente prolungato mano a mano che i brani mi entravano dentro e assumevano lo status di tormentone.
Siamo ad inizio estate, e il primo pensiero – favorito anche da sonorità antiche – mi ha portato ad idealizzare questo “Vol. 2” come perfetta colonna sonora dei nostri giorni migliori, dove l’amore e le relazioni, apparentemente di poco conto, lasciano il segno per tutta la vita. Purtroppo non abbiamo più un juke box su cui ascoltare, ad esempio, “Perdere Giovanna”, decima traccia del disco.
La tematica dell’amore di coppia è il focus dell’intero lavoro, dodici brani nati nel corso della tournèe precedente che presentano una sottolineatura che potrebbe portare fuori strada – “dodici nuovi pezzi facili” – dettata dal fatto che “i pezzi”, contrariamente alla normale fase compositiva dei Baustelle, sono nati con la chitarra. A me non sembrano trame poi così facili, e se così sono giudicate dai protagonisti creativi è solo perché sono sgorgate in modo rapido e naturale.
Credo anche che non sia possibile cercare il fil rouge tra questo album e il precedente solo perché il titolo è lo stesso (tranne la numerazione), ma la continuità è dettata dal fatto che le dodici scintille si sono accese proprio mentre il precedente tour era in corso.
Difficile trovare un buon compromesso tra parole d’amore e rock, quando la ricercatezza e la qualità sono ingredienti da cui non si può prescindere, ma il contenitore realizzato da Bianconi e soci mi sembra di grande livello e i giochi di parole utilizzati, a tratti provocatori, cesellano ogni brano in modo perfetto, e alla fine emerge una certa concettualità dettata dal legame esistente tra i vari episodi.
A tal proposito chiosa Francesco Bianconi:
“Quelle dell’anno scorso le avevamo presentate come canzoni d’amore in tempo di guerra, ma ad analizzarle bene c’era più guerra che amore, più che il privato veniva fuori il contesto. Stavolta abbiamo volontariamente scritto solo d’amore e relazioni… È l’amore come lo intendo io… In amore, nella migliore delle ipotesi, ci scappa il morto…”.
Anche i due strumentali – l’apripista “Violenza” e “La musica elettronica”-, rappresentano un sound immaginifico, due sorte di colonne sonore anni ’80 che riportano in automatico al rapporto uomo/donna, da sempre al centro delle attenzioni dell’arte e di chi la contempla.
Ma è l’atmosfera generale che conduce ad un diffuso spleen, che passa attraverso pezzi come “Lei malgrado te”, “Jesse James e Billy Kid, “A proposito di lei”, “Baby” e “L’amore è negativo”.
Bello il rock ottantiano di “Tazebao” mentre la chiusura de “Il minotauro di Borges” è un crescendo sonoro dagli accenti terminali floydiani che provoca forti emozioni.
Il mood dell’intero album è ben rappresentato dal video che propongo a seguire: “Veronica, n.2”
Voto massimo per questo album sorprendente: ascoltatelo due volte e non vi lascerà mai più!
Tracklist: L’Amore E La Violenza Vol.2 – Baustelle
- VIOLENZA
- VERONICA, N.2
- LEI MALGRADO TE
- JESSE JAMES E BILLY KID
- A PROPOSITO DI LEI
- LA MUSICA ELETTRONICA
- BABY
- TAZEBAO
- L’AMORE E’ NEGATIVO
- 10 PERDERE GIOVANNA
- CARAIBI
- IL MINOTAURO DI BORGES
Lineup:
Francesco Bianconi: voce, chitarre, tastiere
Rachele Bastreghi: voce, tastiere, percussioni
Claudio Brasini: chitarre
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